CAPITOLO 6

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Megan

Stava tutto ricominciando: le strategie, le scelte mortali, i sacrifici, i segreti e gli spargimenti di sangue.
Anzi mi chiedo se fosse mai finita.
Quell'inverno non era evidentemente abbastanza freddo per spegnere le fiamme dell'Inferno che mi avevano raggiunto fino a qui. Scappare non ha funzionato, dimenticare non ha funzionato, lottare non ha funzionato o almeno solo per poco.
La cosa più eroica da fare era rimanere in piedi e combattere fino ad esalare l'ultimo respiro.
Ma non ero così coraggiosa; invece cominciavo ad essere stanca.
Perchè dovevo necessariamente sottomettermi alle loro regole?
Perchè non potevo stabilirne di mie?
Sarebbe stato troppo comodo.
Sentivo le gambe indebolirsi nel momento in cui realizzai che non c'erano davvero scappatoie; quelle regole non prevedevano piccole clausole nascoste.
Il gioco era facile: uccidere o essere uccisi.
Niente di eroico...

"Niente di eroico" queste parole riecheggiarono nella mia testa come una vecchia canzone.
Eric l'aveva detto:
"Non c'è niente di eroico nella mia storia"
Avevo giudicato come false queste sue parole, ma ora mi rendevo conto che nessuno di noi era realmente un eroe. Ho preferito me troppe volte, non curandomi delle conseguenze, nemmeno quando avrei dovuto.
Eric mi osservava da dov'era, completamente terrorizzato.
Gli leggevo nella mente, seppur non possedendo alcun potere telepatico.
Non ce n'era bisogno, so cosa avrebbe voluto. Ovviamente che io rinunciassi al bambino per salvare lui. Per non obbligarlo a ricongiungersi con un passato così orribile.
Ma sai che c'è: tutti abbiamo un passato orribile.
Non è una buona ragione per distruggerci anche il futuro.
Ma non lo biasimavo di certo.
Ero poi così diversa da quell'Eric che avevo sempre condannato?
Quando tentavo di darmi una risposta che mi tranquillizzasse mi tornava in mente di aver deciso di strappare ad Hanna il suo unico vero amore.
Non esitai quel giorno, su quel mare di ghiaccio. Eppure avrei potuto cercare un rimedio, come ha fatto Clark: quello è vero eroismo.
E ora sapevo che avrei preso la scelta che mi avrebbe protetto di più, era la cosa più umana da fare. Abbiamo tutti un istinto di sopravvivenza che freme dentro di noi.

-Allora?- esordì la donna infrangendo quella mia ragnatela di pensieri in cui ero rimasta intrappolata per lunghissimi secondi.
-B senza ombra di dubbio- annunciai stremata.

Lo sguardo del vampiro non era deluso, più che altro rassegnato.
Ma la faccenda non si sarebbe chiusa lì. Avevo tante domande, per tutti loro. A cominciare dalla mia presunta madre.

-Ora vuota il sacco. Chi sei tu?- le chiesi gelida.
Merida non sembrava sorpresa dalla mia diffidenza.
-Sei straordinariamente simile a tuo padre sai? I tuoi lineamenti decisi, i capelli, e gli occhi scuri e profondi capaci di disintegrarti l'anima...- sembrava del tutto abbandonata alla nostalgia.
-Tutto di te mi ricorda lui. Sei testarda, tenace, combattiva...-
-Forse hai una troppo buona considerazione di quel verme!- la bloccai.
Lei emise un suono simile a una risatina inquietante da film horror.
-Tuo padre ha TUTTE queste qualità. Convincitene. Ma le usa per la parte sbagliata. Si è abbandonato alla sua parte malvagia. Tu, Megan, non pensare di non possederla. Anche tu sai essere meschina e crudele, è una tua scelta. Tutti siamo chiamati a scegliere da che parte stare. Ma, le tue azioni sono state giudicate bene nel Mondo della Luce anche se non da tutti-
-Che cosa significa esattamente "non da tutti"?- le chiesi perplessa.
-Diciamo che ti ha appoggiato solo una piccola minoranza. Una minoranza che si può contare sulle dita di una mano: Clark, i primi Vigilanti ed io-
-E perchè mai chiunque comandi lassù ha ascoltato proprio te?!- sboccò Hanna anticipando le mie parole.
-Sei intelligente giovane cacciatrice. Non ti sfugge proprio niente- notó Merida.
-È il mio mestiere- rispose infastidita dall'ovvietà della cosa la ragazza.
-Io sono il generale delle schiere degli Angeli, il comandante dell'Esercito del Potente- annunciò fiera.
"Potente?" pensai.
-Se è così "potente" digli di combattere le sue guerre da solo!- urlai.
Alle mie parole Merida lanciò scintille da tutti i pori.
-Non azzardarti mai più ad infangare l'onore del mio Comandante. Lui è la miglior cosa che questo buco di universo potesse mai essere capitata!-
La rabbia prese il sopravvento: come osava quella donna piombare in casa mia, portare cattive notizie e cosa peggiore minacciarci con i suoi poteri?!
Delle scariche elettriche ancora più forti si liberarono dal mio corpo tanto da far sentire tanfo di bruciato e odore di fumo impregnati nell'aria.
-Anch'io so fare questi giochetti!- conclusi.
Intanto Jimmy era impegnato a sfilarsi le scarpe sbuffando. Un fulmine le aveva colpite sciogliendone le suole.
-Se sei il generale di un esercito, perchè non sei scesa in battaglia con i tuoi uomini prima?- le chiesi riprendendo il controllo.
-Avevo degli ordini. Un soldato non diserta mai. Figuriamoci se il loro Comandante è l'Essere Celeste primordiale!- controbbattè Merida.
-E ora che cosa ti aspetti? Che ti batta le mani? Che ti consegni una medaglia?- chiesi facendo spallucce.
-La tua indifferenza, la tua sottomissione hanno causato sofferenze inimaginabili! Mentre tu te ne stavi a guardare su una poltrona vip da QUALUNQUE POSTO tu venga, noi sputavamo sangue e piangevamo lacrime amare-
-Ecco perchè ora sono qui. Voglio rimediare. La mia troppa lealtà è stata fatale a molti. Ma mettiamo in chiaro una cosa: io ho fede nel progetto che ci hanno riservato e non agirò in alcun modo che possa andar contro il volore del mio Comandante.
Abbi fiducia anche tu-
Mi scappò da ridere.
-Ciò che tu mi chiedi e bendarmi gli occhi e affidarmi a qualcuno che non posso né vedere nè toccare?- gli chiesi in pieno cinismo.
-Sì- rispose immediatamente lei.
-È un pò quello che facciamo tutti, tutti i giorni- continuò.

LOST WINGS: THE RESURRACTIONWhere stories live. Discover now