Ho il sedere congelato

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Nico sembrava avere freddo, così prima di uscire frugai nel mio "armadio", (anche se in realtà somigliava più al residuo di una lotta tra vestiti) e trovai una giacca di quando ero più piccolo, più o meno di quando ero arrivato al Campo la prima volta. Diedi la giacca a Nico che se la infilò, gli stava proprio bene,e rispose con un

"Grazie".

Sembrava che stesse arrossendo, anche se in quel momento non capivo perché. Uscimmo dalle scale di emergenza: camminammo per qualche centinaio di metri prima che io decidessi di dire qualcosa

"Allora Nico? Cosa dovevi dirmi?"

Lui non rispose, continuò a camminare col capo chino. Alla fine alzò lo sguardo e disse

"Ho cercato informazioni sulle persone che ci pagavano la scuola, non ho trovato niente"

"Mi dispiace tanto, Nico"

Ero seriamente dispiaciuto per lui, sapevo che ne aveva passate tante. Lui sembrò ancora più triste.

"Non riuscirò mai a trovarli. Mi sento solo. Sono solo. A volte preferirei morire!"

"Non dirlo!"

Gli urlai, non so perché, ma l'idea che Nico non ci fosse più mi rattristava moltissimo. Il mio tono deve essere sembrato più forte di quanto pensassi perché il figlio di Ade indietreggiò, così gli dissi

"Scusami"

e lui mi rispose

"No. Non è colpa tua Percy, e comunque ogni volta che provo a chiedere a mio padre di prendersi la mia anima, lui dice che non è ancora arrivato il mio momento, è perfido e non è giusto! Quasi tutte le persone che amo sono morte o scomparse!"

"Nico..."

Dissi, ma non potevo dargli torno, sua sorella era morta l'anno prima, di sua madre non sapeva niente. Però non riuscivo a capire a cosa si riferisse quel Quasi. Di sicuro non a suo padre. Pensai si fosse sbagliato. ]n realtà ero io ad essermi sbagliato.

Nico sbottò

"No Percy! È la verità, se io morissi almeno potrei rincontrare Bianca!"

Appena pronunciò quel nome, mi salì un brivido lungo la schiena, Bianca era sua sorella, morta per salvarmi. Capii che c'era qualcosa, qualcosa che stava facendo soffrire il mio Nico(...aspettate! Mio?) Così dissi, col tono più dolce che riuscii a tirar fuori

"Hai provato a contattarla?"

Nico aveva gli occhi lucidi

"Sì, ma non ha risposto. Non lo fa da mesi ormai, ma speravo che almeno per Natale...la verità è che non gliene importa niente di me, a nessuno importa di me!"

Provai a dirgli che si sbagliava, che c'erano un sacco di persone che gli volevano bene, me compreso. Ma prima che aprissi bocca, gli vennero le lacrime agli occhi e cominciò a singhiozzare. Non ero mai stato bravo a consolare le persone, ma pensai che forse un abbraccio lo avrebbe tirato su di morale. Avevo ragione. Fin troppa. Lo strinsi tra le mie braccia, mi aspettai di ricevere un'ondata di freddo, invece il suo corpo era caldo. Sentivo il suo cuore battere molto, molto velocemente. Quello che accadde dopo sembrò durare un'eternità: Nico alzò lo sguardo, aveva ancora gli occhi lucidi, non lo avevo mai notato ma erano di un marrone scuro, erano molto profondi, come il Tartaro, e fidatevi, so di cosa parlo. Le sue labbra, invece, erano violacee, erano anche fredde. Le sue labbra...si erano appoggiate sulle mie. Nico mi stava baciando. Chiuse gli occhi e, non so ancora bene perché, ma lo feci anche io. Restammo così per un paio di minuti, finché Nico non mi buttò sulla neve, urlandomi

"Ti odio!"

Restai sulla neve a guardarlo andare vis, e mi rialzai solo perché mi stavo congelando il sedere. Quando mi rialzai, Nico non c'era più. Tornai a casa. Avevo bisogno di pensare, ma a cosa dovevo pensare? Quando arrivai, era già ora di cena, ma io non avevo fame. Non dopo quel bacio. Andai in camera mia e mi sdraiai sul letto a guardare il soffito, ero scioccato e confuso. L'unica certezza che avevo era che il figlio di Ade mi aveva baciato. E mi era piaciuto.

We Seemed like a Good Idea (Pernico/Percico)Where stories live. Discover now