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Mi travolge il ricordo non ancora vissuto,
penso: al profumo di pino silvestre,
all'azzurro di raso della cravatta,
alle mie dita che si insinuano tra i bottoni.
Sono perfidi i bottoni, tondi, perfidi
nella loro perfetta forma che mi sfugge,
perché niente di perfetto può essere
se non sfiorato, annusato nel vento,
intravisto con la coda dell'occhio.
È rifratta nell'amaranto dolciastro e denso
l'immagine della tua essenza, l'idea
del tuo essere attraverso le mie vene
e l'acquolina. Il sapore di quel momento
questo ricorderemo, il gusto del vino
e delle labbra, la consistenza della luce
vellutata sulla pelle diafana, le screziature
vivide delle rose. Rose recise, staccate
dal loro essere, resta solo l'immagine
dell'idea di un fiore attraverso il denso
liquido rosso rifratta, deforme, e sfiora
la mia mano i petali, come potesse carpire
qualcosa- che cosa, non lo so dire.

CretaWhere stories live. Discover now