58. GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO

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Spalancò gli occhi pronta a discolparsi.
<<Sì, sì provaci se vuoi>> l'anticipò l'altra muovendo una mano a mezz'aria per sminuire la cosa. <<Conosco quelle come te, ne ho incontrate fin troppe. Giovani verginelle alle prese con la prima cotta. Fate presto a vantare la vostra natura da santerelle e altrettanto presto a gettarvi tra le braccia del primo bellimbusto. Nemmeno sai quante ne ho viste innamorarsi di Cristian.>>
<<Smettila di spargere veleno al vento. Tu non mi conosci affatto, gallina vecchia. Io non ho fatto nulla di ciò che insinui. Ho capito qual è il tuo giochetto, ma non ci riuscirai.>>
Venasse al suono di quell'appellativo, tornò sui suoi passi rientrando nella stanza e nello sguardo portò con sé la minaccia della morte.
<<Cosa hai detto? Provaci ancora se hai il coraggio>> la stuzzicò.
<<Gallina vecchia!>> sbraitò di rimando Megan per niente impaurita.

A quel punto, fortunatamente, ci pensò Argo a dividerle. Jack si limitò a schierarsi come scudo di difesa dinanzi il corpo dell'amica. Ma quando poi venne strattonato e trascinato all'esterno, non incrociò gli occhi della ninfa. Vanessa aveva vinto. E lui finito nella trappola.
<<Jack non è vero, non starla a sentire. Tra me e Cristian non c'è mai stato nulla di ciò che ha voluto far credere quella strega.>>
<<Sicura Megan? Eppure l'intensità di quel bacio raccontava tutt'altro...>>
Non tentò neppure di fargli cambiare idea. Lo vide allontanarsi e più la distanza si frapponeva fra loro, più percepiva il malcontento montargli dentro. Jack aveva preferito credere in un Oscuro piuttosto che a lei.
E in fin dei conti non aveva tutti i torti. C'era stata una volta in cui il suo corpo si era spogliato di ogni vergogna, in cui si sarebbe donata con piena volontà a Cristian; se lui non avesse interrotto il momento, avrebbero per davvero fatto l'amore pure col corpo e non solo con la pelle e allora il rimorso le avrebbe divorato l'anima.
Improvvisamente il pensiero di quel ricordo si fece insistente. L'incomprensibilità di un comportamento simile divenne ancor più enigmatico alla luce dei effettivi fatti.
"Perché quella volta mi ha fermata... è un Oscuro, non avrebbe dovuto interrompere un qualcosa che gli avrebbe portato piacere... o almeno spero... forse non sono abbastanza per lui. A meno che... non abbia potuto".

La verità si aprì come un ventaglio di fronte i suoi occhi.
Le parole di Elias la invasero come un fiume in piena, svegliandola di colpo. Il significato della profezia e la comprensione di molti comportamenti, spazzò via pure l'ultimo barlume di speranza. Cristian aveva agito unicamente nel suo interesse; dimostrandosi un abile stratega aveva saputo giocar bene le sue carte e sbaragliare ogni avversario, in primis lei.
Strizzò gli occhi trattenendo le lacrime e ripeté nella mente come un mantra le parole della profezia, sperando di trovare una scappatoia che rivelasse inesatto il triste pensiero.

"La purezza dovrà rimanere intatta..." ricordò.
"Brutto bastardo, figlio di buona mamma!" Strinse i pugni lungo i fianchi, avrebbe tanto voluto scagliare la furia sul volto dell'Oscuro, ma si limitò a colpire un vaso di cristallo; si schiantò a terra disintegrandosi in milioni di pezzi minuscoli.
"Mi ha fatto credere di desiderarmi e allo stesso tempo di rispettarmi. Ma non mi ha presa unicamente per preservare i suoi squallidi piani. Se solo avessi perso la mia verginità, tutto sarebbe andato a rotoli per lui. Ed ecco perché ha spinto così tanto nel farmi lasciare con Jack; perché si è battuto in quel modo per non farmi conoscere nuovi ragazzi. Innamorarmi di lui era la tattica più conveniente. E la strada più facile da intraprendere per me. Che stupida sono stata!" si maledì. " È stato così semplice per lui imbrogliarmi. Non si è mai tradito quel farabutto. Ma se solo avessi avuto la lungimiranza di Jack... eppure... gli avrei solo dovuto credere... ma era più semplice non farlo, forse più bello credere che uno come lui si fosse finalmente accorto di me. Ero troppo accecata dalle sensazione che quel demonio mi faceva provare, da non accorgermi che all'inizio era pure l'essenza della paura a farmi battere il cuore. Ed ora paura... dove sei finita?" Si accasciò senza forze sul letto. Coprì entrambi gli occhi con le mani e lasciò che finalmente le lacrime le bagnassero la pelle accompagnate dalla vergogna ed il rimorso.

<<È di tuo gradimento il letto?>> domandò una voce calda e sensuale, facendola saltare sul morbido materasso. <<Noto con dispiacere che il vaso di fiori non lo era>> Cristian ciondolò il capo. <<Eppure era uno dei più belli, l'avevo appositamente fatto arrivare da Murano per te, fiorellino.>>
Megan non parlò, seguì con odio ogni suo spostamento. Era troppo forte il pentimento, tanto forte da impedire la parola. Avrebbe voluto gridare, strillare al mondo intero, e a lui, la sua ira, ma la degradante consapevolezza di quanto l'Oscuro l'avesse raggirata senza sforzo e quanto lei si fosse fatta abbindolare con facilità, l'ammutolì.
<<Come ti sembra la tua nuova stanza? Abbastanza accogliente, non è vero?>> Si fece più vicino e la ninfa arretrò fino a toccare con la schiena l'alta testiera di spesso legno. Strinse le gambe al petto e trattenne il respiro.
Era da sempre stato così. La vicinanza di lui portava con sé maestose sensazioni proibitive. La tanto attesa paura giunse come un uragano travolgendola.
Malgrado il poco spazio a dividerli, lo sconosciuto dinanzi a lei apparve per la prima volta freddo e distante; non era più il ragazzo che aveva amato, del quale ogni giorno aveva bramato ogni suo semplice sguardo.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora