64. FALSA NORMALITÀ

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<<Edward!>> esclamò a pieni polmoni la donna, interrompendo l'elaborazione di un nuovo piano di fuga nella mente della giovane. La tazza ancora per metà riempita dal liquido caldo, balzò assieme alla fanciulla e quindi vibrò pericolosamente sul vassoio, rischiando di versare il contenuto sull'intero rettangolo.
Angelina puntò in alto il pennacchio ricoperto di polvere e lo agitò a mezz'aria con fare vincente. Notando l'espressione smarriate della più giovane, diede spiegazioni: <<si chiama così quel vampiro gentiluomo di cui ti parlavo prima, Edward. Devi sapere che è diventato l'amore platonico di mia figlia. Ha tappezzato la stanza delle foto di quel giovanotto... che poi a me, quell'attore, neppure piace molto... ma chi sono io per giudicare.>>
<<Ah sì, lo conosco>> decise di darle corda. <<Ho letto quei libri più di una volta, e capisco perfettamente cosa prova tua figlia, anche se io tifavo più per il ragazzo lupo.>>
<<Dolcezza è inutile che mi spieghi. Io non ne capisco nulla. So solo che voi giovani vi siete rincitrullite con questi romanzi. Oggigiorno avete la mente stracolma di aspettative, aggiungerei aspettative impossibili da raggiungere. Non vi sta più bene nessun ragazzo, perché in ognuno di loro siete alla ricerca dell'eroe delle favole, mentre nella vita reale, nel migliore delle ipotesi, al massimo potete incontrare solo semplici medici o ingegneri.>>

Megan non disse che la pensava diversamente. Tacque pure quando pensò con convinzione quanto la vita reale le sarebbe stata più che bene. Non disse che lei viveva di già in uno di quei libri, ma che le erano state precluse le pagine romantiche, e concesse solo quelle surreali e da incubo. Proprio come le protagoniste di quei romanzi, lei l'amore l'aveva trovato, ma non c'era stato un finale col: vissero felici e contenti. L'amato eroe, purtroppo, si era trasformato nel cattivo per eccellenza.

<<Angelina...>> <<Dimmi cara.>> <<In questi giorni hai per caso intravisto un ragazzo nuovo? Si chiama Jack, ha i capelli biondi e gli occhi chiari, un fisico da sportivo ed una bellezza che non passerebbe inosservata.>>
<<Non mi sembra>> rispose la donna soprappensiero, senza darle abbastanza retta. <<Per come l'hai descritto, sono certa l'avrei notato immediatamente.>>
<<Okay, fa niente, vuol dire che non è ancora arrivato.>> Finse tranquillità.
<<Nel caso dovessi incontrare un giovanotto che coincide con la tua descrizione, cosa gli dovrei dire? Di venire a farti compagnia?>>
<<No, no, non ce n'è bisogno. Ma gli puoi dire semplicemente che mi manca e che mi dispiace per come sono andate le cose. E per ultimo, di non credere alle cattiverie raccontate da Vanessa.>>
<<Ah... quella Vanessa. Non capisco cosa ci trovi in lei Cristian. Ne potrebbe trovare altre mille di ragazze belle, non quanto lei magari, ma parecchio più meritevoli. Te ad esempio. Sei bellissima e sicura molto più buona di lei... anche se ho appena capito che tu e questo Jack avete qualcosa da chiarire che va al di là della semplice amicizia. Certo che voi ragazzi amate le cose complicate, vi intricate la vita senza alcun bisogno>> commentò la donna scuotendo il capo. Le labbra animate da un sorriso leggero, come chi crede di conoscere bene i bisticci conseguenti di un giovane amore. Capace di vedere superficialmente solo lo specchio dell'acqua, purtroppo non fruiva delle facoltà in grado di sapere quanto profondo fosse realmente il lago. Le ragioni dietro ogni parola e comportamento risiedevano proprio nel buio del fondo.

<<Bene, cara. Io qui ho finito>> caricò in mano il vassoio dalla colazione terminata.
La volontà di digiuno aveva perso la sfida di fronte l'appetito famelico; Megan aveva divorato il tutto con estrema ingordigia. La chiacchierata con la donna e, il briciolo di normalità portato con sé, aveva giocato un ruolo fondamentale nell'abbuffata.
Solo allora, quando lei stessa si accorse della beatitudine concessa dalla pancia satolla, capì l'inganno. Anche in quel caso, Cristian aveva giocato d'anticipo seguendo una tattica precisa e dallo scontato risultato.
"Maledetto stratega! Inganna pure il mio subconscio. Ma stavolta ti frego io".

<<Scusami, Angelina>> richiamò la donna poco prima che questa sparisse oltre il corridoio. <<Non sarebbe meglio se tu mi lasciassi la chiave di questa stanza? Cosicché, non appena sono rientrata, posso chiuderla a mio piacimento. In questo modo sarò al sicuro e tu non dovrai tenere a mente di tornare qui il pomeriggio tardi per chiuderla.>>
Si concesse solo qualche istante, poi acconsentì con piacere. <<Mi sembra un'ottima idea! Sicuramente se ti avessi lasciato la porta aperta, avrei dimenticato di tornare coll'impegno di richiuderla, e dunque il padrone mi avrebbe licenziata>> ridacchiò, nel mentre estraeva la chiave dal mazzo.
"Licenziato?! Sarebbe la prospettiva meno preoccupante". E fu proprio il pensiero di cosa sarebbe potuto capitare alla donna, che le fece abbandonare definitivamente l'idea della fuga.
<<Mi raccomando, mantieni il segreto col padrone, ne va del mio lavoro. Goditi la giornata. Domani mattina mi dovrai riconsegnare la chiave così da non dare nell'occhio.>>
<<Perfetto!>> rispose esaltata la ninfa. <<Sarò discreta e attenta, promesso!>>
Sarebbe stata l'occasione giusta per vestire i panni di investigatore e andate alla ricerca di Jack. Magari insieme sarebbero stati più efficaci.
La sua assenza sarebbe durata poco, però, alcuni minuti, una mezz'ora al massimo. Anche lei non si sentiva sicura nel vagare nei corridoi, sapendo dell'assenza di Cristian e la presenza di centinaia di bestie fameliche. Inoltre non aveva recuperato le forze e, nella sfortunata ipotesi si fosse imbattuta in un Oscuro qualunque, niente e nessuno l'avrebbe potuta salvare.

Una veloce doccia le donò la giusta carica. Nell'armadio della camera scoprì un intero guardaroba scelto appositamente per lei. Le giuste taglie e persino il numero esatto delle calzature, non concessero dubbi. Cristian aveva progettato il suo arrivo da tempo, ed il sol pensiero di quanta sicurezza avesse animato l'Oscuro, indignò invece la fanciulla, la quale si vide comunque costretta ad indossare i capi nuovi. I propri, oramai, erano giunti al limite dell'indecenza.
Accantonò in un angolo i vecchi vestiti, li avrebbe recuperati Angelina la mattina seguente, e dunque indossò quelli che più si avvicinavo per stile e colori alla sua vecchia divisa, con la speranza che il diretto interessato non si accorgesse dello scambio e non fosse indotto a gongolare fiero dell'ennesima conquista.

Scostò lievemente la porta della camera e con sua enorme sorpresa, si meravigliò di quanto questa fosse pesante e difficile da spostare. Con maggiore attenzione, si accorse che il massiccio rettangolo di legno, nascondeva al proprio interno una spessa lastra d'acciaio, che unita alle maniacali messa in sicurezza che l'arpionavano al muro, rendevano la stessa impossibile da sfondare.
"Cristian, Cristian... abbastanza insicuro per chi come te si vanta d'essere il principe degli Oscuri".
Sgattaiolò il più silenziosamente possibile lungo il corridoio. Pure se deserto, non poteva giurare che nessuno tenesse sotto controllo quel pezzo della casa. Difatti, riuscì a sbirciare solo nelle serratura di qualche porta vicina, quando sentì sopraggiungere delle voci. Col batticuore in gola, corse in ritirata chiudendosi la porta alle spalle.
Non aveva trovato Jack. Nessuna delle camere spiate erano abitate. Si lasciò andare ad un respiro di sconforto. Aveva dimenticato quanto disorientante potesse essere quel labirinto di vie. La sera in cui era giunta alla tenuta, lo stato d'animo e la scarsa partecipazione della mente, non le avevano permesso di rendersi conto quanto grande fosse realmente quel luogo. Solo ora, pienamente lucida, intuì quanto impossibile fosse un ipotetico piano di fuga. Non le rimase che pregare in Elias.
Girò la chiava nella serratura due volte, e dunque si gettò a faccia in giù sul morbido piumone.

Malgrado lo sconforto, sapeva che Jack stava bene. Se così non fosse stato, avrebbe percepito un suo qualsiasi malessere, in quanto convinta esistesse un filo sottile in grado di collegare le loro due anima.

Sweet Lie - Il Principe OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora