60. PIANO DI RECUPERO

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<Io dico che sono tutte chiacchiere queste, e che dovremmo agire al più presto.>>
Jessica si portò in piedi prendendo la parola.
La sala grande della Sede, era letteralmente gremita di un mare di teste. Pure i guerrieri delle Terre Antiche avevano preso parte alla riunione; e persino alcune ninfe accorsero all'evento.
<<E come pensi di fare tesoro?>> le domandò Amatis; e per la prima volta tra i tanti, abbandonò le vesti d'Anziano e le parlò col triste tono affettuoso, di chi solo sa quanto male può fare perdere un nipote e un fratello.
<<Con il bracciale in possesso di Megan, quello della dea Iside, lo stesso che le regalò Elias al suo diciannovesimo compleanno.>> Solo in pochi compresero il significato, ma tutti guardarono Elias sperando in una spiegazione più sostanziosa. Quest'ultimo contemplò accigliato la Templare; voleva più informazioni prima di rivelare definitivamente al pubblico la verità.
Queste non mancarono d'arrivare:  <<me l'ha spiegato lei stessa come funziona. Solo io ne ero a conoscenza nella casa, e non l'ho detto a nessuno sé questa è la tua paura... si era confidata con me quello stesso pomeriggio>> riferì la giovane Templare rispondendo alla muta domanda della ninfa.

Elias si lasciò andare ad un sospiro lungo e sofferto. Un'esternazione che racchiudeva parecchio al suo interno e non  augurava nulla di buono. <<Ci ho già provato, giovane Templare. E purtroppo non funziona.>> Spiegò velocemente, al resto dei presenti, i meccanismi con i quali il braccia agiva, cioè come l'anima di energia di una ninfa attivasse il potere del bracciale, rendendo visibile a chilometri di distanza la sua presenza; poi aggiunse: <<non voglio credere che Megan sia morta. Confido che Stevan abbia ben altri piani per lei, d'altronde ha spinto parecchio per impossessarsi di lei, non può averla uccisa a questo punto. Ma ho paura che il bracciale non sia più in suo possesso>> calò il capo percependo una sofferenza alienante scavargli nel profondo. Solo un'altra volta, parecchi anni prima, aveva avvertito un tale malessere e le cose non erano andate per niente bene. Sperò che la sciagura non bussasse per la seconda volta alla sua porta. <<Oppure>> disse ancora, riaccendendo la speranza nei cuori dei presenti, <<la fanciulla ha esaurito le forze e l'amuleto non è efficace, al momento.>>

<<E quanto ci vorrebbe per renderlo nuovamente efficace?>> domandò Kate, alzandosi anch'ella in piedi; la speranza aveva bussato alla sua porta portando con se uno spiraglio di luce. Sul volto stanco, le rughe a segnare gli occhi raccontavano le sofferenze trascinare con fatica in quel lungo anno. Prima l'incidente ed ora la sparizione del figlio minore. Malgrado fossero Templari e avvezzi alle brutte notizie, la disperazione, seppur muta all'esterno, non tacque all'interno, continuò a gridare a gran voce senza sosta.
I genitori di Jack erano accorsi nell'immediato con la speranza di ritrovare loro figlio vivo e nel minor tempo possibile. Infatti, le più buie previsioni, pesavano maggiormente su di Jack. Il Templare era sparito al seguito di Megan, e se per quest'ultima esisteva la quasi completa certezza che fosse in vita, assieme a Cristian, e che entrambi rientrassero in ruoli di un piano che li vedeva, seppur in modo diverso, essenziali al fine del progetto malefico, nessuno credette fino in fondo nell'essenzialità della sopravvivenza del terzo. Nessuno, però, osò sfatare l'idea della speranza.
<<Dobbiamo solo aspettare a questo punto>> aggiunse Elias raffreddando gli animi dei guerrieri. Non faceva per loro l'attesa. L'inevitabile furore dettato dal fuoco della guerra, scorreva nelle loro vene rendendoli vigili e combattieri. Il tempo giocava a loro sfavore stavolta.
<<Ahimè, temo che il nostro fratello Elias abbia ragione>> la voce di Adrian si fece largo nella sala. <<Dubito riusciremmo a trovare il covo di Stevan. Chiunque di noi e dei nostri avi ha perseguito il medesimo scopo, fallendo miseramente in tutti questi anni.>>

<<Io non ci sto!>> si intromise nuovamente Jessica. Le lacrime, ormai visibile a tutti, colavano abbondantemente sul volto. Melita l'afferrò per il braccio tentando di riportarla a sedere, ma senza riuscirci.
Chi più di lei stava perdendo in quel momento? Un fratello, un'amica cara, l'amore della sua vita. Tutto il bello del suo mondo calpestato dallo sfortunato destino. Se solo avesse saputo quanto poco avesse preso parte la sfortuna in quel gioco maledetto...
<<Dobbiamo metterci alla ricerca. Sono certa che se impiegheremo tutte le forze in questo scopo, prima o poi riusciremo a scoprire qualcosa.>>
<<Tesoro, so quanto può far star male tutto ciò, ma non sarebbe la decisione più saggia>> tentò di acquietarla la nonna.
<<E quale sarebbe la più saggia? Rimanere con le mani in mano attendendo che quell'Oscuro maledetto ci recapiti la testa di uno di loro tre?>>
Nessuno fiatò, ma la simile paura serpeggiò nel cuore di ognuno.
<<Chi è a favore con me? Chi si unirà alla sottoscritta nella cercare dei nostri amici?>> la domanda rimbombò solitaria nel silenzio della stanza.

<<Io verrò>> Adrian le sorrise tiepidamente. Anche se non ci credeva fino in fondo nella riuscita del tentativo, sapeva che non sarebbe riuscito a rimanere inerme durante quelle ore o giorni d'attesa. A lui si accodarono inevitabilmente i fedeli fratelli.
<<Anch'io>> Melita si pose ritta al fianco di Jessica; mai l'avrebbe lasciata sola. E l'amica in risposte le regalò un sorriso colmo d'affetto.
<<Bene,>> annunciò uno dei dodici Anziani. <<A quanto pare i nostri divieti sarebbero poco efficaci a tal punto. Ma non accetterò che altri Templari si uniscano al gruppo di ricerca, in quanto penso sia una missione dispendiosa e che darà pochi frutti in compenso. Voi avrete il nostro permesso, ma se entro quindici giorni non riuscirete a trovarli, allora dovrete far rientro alla Sede e rinunciarci.>>
Ricevette dei piatti sì in compenso. Jessica non espresse le sue idee. Mai avrebbe rinunciato. Che quei quindici giorni fossero stati quindici anni, mai avrebbe smesso di cercarli.

<<Si parte oggi stesso>> informò il gruppo, dichiarandosi capitano decisionale. <<Rifocillatevi, riposate quel che potete e, soprattutto, armatevi. Alle diciotto di questo pomeriggio saremo pronti per partire. Chi non si presenterà alla porta nord est  sarà lasciato indietro. Se non ve la dovesse sentire, allora non presentatevi. Capirei ugualmente e non ve ne farei una colpa.>> Decisa, camminò tra i tanti Templari ancora seduti nella sala maggiore. Per lei l'assemblea era giunta a termine. Non incrociò lo sguardo rammaricato dei suoi genitori. Loro sapevano quanto la missione sarebbe stata inconcludente; una lunga esperienza di vita aveva deciso per conto loro, abbattendo le visioni più rosee.
Non sarebbero riusciti a scovare gli Oscuri, né tantomeno Stevan. Avrebbero cercato con astio e rancore un individuo coll'intento di ucciderlo, e con speranza e amore avrebbero disperatamente rovistato in ogni angolo della terra per inseguire la stessa persona, coll'intento di portarla in salvo.
Si diceva che nessuno mai aveva potuto vantare di aver visto Stevan nella propria vita, preservando poi la stessa. Ma tutti avevano visto Cristian, inconsapevoli di quanto tempo dinanzi a loro il diavolo avesse danzato prendendosi gioco di loro e risparmiandogli l'esistenza.

Sweet Lie - Il Principe OscuroWhere stories live. Discover now