XII

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Riuscii a prendere palla, iniziai a correre come una dannata in direzione della porta coperta da Mark, driblando Caleb e Nathan.
Mi trovai a faccia a faccia con il ragazzo dai rasta: si mise davanti a me provando a prendermi il pallone, riuscendoci divinamente.
"Ottimo pressing Jude!" gli urlai rincorrendolo, il ragazzo si girò verso di me sorridendo; la palla entrò nella rete coperta da Darren, con un incredibile colpo di Jude, Caleb e David.
L'allenamento finì tre ore dopo, mi sdraiai a terra distrutta: guardai il cielo ormai sfumato di giallo e arancio.
"Dai andate a lavarvi che puzzate! Stasera cenetta speciale!" annunciarono le ragazze a gran voce, con le poche forze mi alzai dal campo e mi diressi verso la mia camera; dopo una doccia calda misi una tuta larga e mi precipitai di sotto per la 'cenetta speciale' (che alla fine non era nulla di che, alette di pollo con patatine fritte); mangiai fino a scoppiare, eppure sentivo di non essere ancora sazia.
"Hai ancora fame?! Ma se tra poco ti crescono le ali di pollo da quanto le hai mangiate!" disse sarcasticamente Mark vedendomi addentare la mia ventesima aletta: io arrossì lievemente poggiando l'aletta morsa nel piatto.
"Forse abbiamo trovato qualcuno che mangia più di Jack!" disse Scott ghignando come suo solito, io mi avvicinai al bambinetto e gli scompiai i capelli.
"Piccoletto se tu non mangi non è colpa mia! Ci credo che poi sei alto un metro e tanta voglia di crescere!" dissi provocando una risata generale, persino il nanetto rideva compiaciuto.
"Ma se andassimo a prendere del gelato!" chiese Cammy entusiasta: tutti i volti si illuminarono d'un tratto.
"SIII!" urlarono tutti uscendo dalla stanza, io rimasi travolta da tutti: tutti tranne Jude, lui era ancora seduto a tavola con la testa china e le braccia incrociate.
"Qualcosa non va?" chiesi dolcemente avvicinandomi al ragazzo: non alzò la testa, sembrava quasi stesse dormendo.
"Tranquilla sto bene" disse semplicemente: mi scansò e andò in camera sua.
"Rin non vieni?" chiese Silvia entrando nuovamente nella cucina, guardai le scale su cui era appena salito Jude e riguardai la ragazza verdognola.
"No Silvia, sono stanca morta! Rimango qui e vado a dormire! Buona notte!" dissi fintando uno sbadiglio e correndo verso camera mia. Arrivai davanti alla porta di Jude, bussai timidamente.
"A-Avanti" sentii una esile voce darmi il permesso di entrare: entrai nella piccola stanza e mi sedetti sul letto dove lui era sdraiato con la faccia sul cuscino.
"Che ti prende?" chiesi io accarezzando la testa del rasta: alzò per un nano secondo lo sguardo verso di me, potevo intravedere dagli occhialini le righe di lacrime e le guance umidicce; alzai la faccia del ragazzo e gli asciugai quelle strisce umidicce che finivano sul mento. Lui non fiatava, si limitava al silenzio più puro possibile seguendo con gli occhi i movimenti delle mie dita.
"P-Perché ci sei sempre per me?" mi chiese d'improvviso rompendo il ghiaccio formatosi tra di noi: io gli sorrisi.
"Tu ci sei sempre per me, come potrei mai ricambiare se non facendo lo stesso?" gli chiesi: sentii due braccia avvolgermi, stringendomi sempre di più verso un caldo corpo avvolto da un mantello color rosso fuoco; le mie narici vennero pervase dal suo odore, mi faceva letteralmente impazzire quel suo odore nelle mie narici aspirando una parte di lui.
"Ti prego non te ne andare..." disse a bassa voce: nascosi il viso nell'incavo del suo collo, mi vergognavo quasi di essere abbracciata a lui, eppure non potevo farne a meno.
"Mai" dissi rispondendo alla sua frase; sentii la presa sui miei fianchi allentarsi, le sue mani si posizionarono sul mio mento costringendomi a guardare negli occhi il ragazzo occhialuto: persi totalmente il controllo delle mie azioni. Azzerai la distanza tra i nostri visi, formando un dolce e casto bacio: non sapevo nè il come e nè il perché di tutto ciò, non sapevo neanche se fosse volontario o no; sapevo solo che in quel momento avrei voluto solo questo: le sue labbra sulle mie, la sua lingua intrecciata alla mia e le sue grandi e calde mani sui miei fianchi stringendomeli come se non mi volesse più lasciare.
"Mi dispiace davvero!" dissi improvvisamente staccandomi, notai del rossore sulle guance del ragazzo: lui mi prese le guance mi avvicinò al suo viso, facendo scontrare le nostre labbra; da lì le nostre lingue iniziarono un lento e dolce ballo, come se stessero in una grande sala da ballo.
"Scusami tu: ma davvero mi fai impazzire a volte" disse staccandosi, io gli sorrisi divertita e mi alzai dal letto.
"Bhe sai, mi fai impazzire anche a me quando impazzisci" detto ciò uscii dalla stanza.

•••

"Vi siete baciati?!" urlò Hurley scattando in piedi dal mio letto, tappai la bocca del ragazzo e gli feci cenno di non urlare.
"E dimmi com'è stato?" mi chiese tutto esaltato, ridacchiai.
"È indescrivibile, è stato come togliersi un macigno dalla schiena, solo che ora...cosa siamo noi due esattamente?" chiesi stringendo il cuscino tra le braccia e sprofondando la faccia all'interno di esso: Hurley mi guardò un po' perplesso.
"Stai insinuando che lui ti abbia baciato solo per le cose dette in precedenza?" disse mettendosi accanto a me, alzai di scatto lo sguardo verso il ragazzo deprimendomi ancora di più.
"Pensi che sia per questo!?" chiesi io sul punto di far cadere una cascata di lacrime dai miei occhi color cielo; lui sventolò le mani a destra e a sinistra.
"Bhe non lo saprai mai...se non glielo chiedi" disse ridiventando serio, io lo guardai e gli sorrisi decisa.
"Appena ne avrò l'occasione, glielo chiederò" dissi guardando verso il cuscino.
"Bhe io vado, ci vediamo dopo!" disse il rosa uscendo dalla stanza; mi alzai dal letto, iniziando a fare avanti e indietro per la stanza. Mi sdraiai nuovamente sul letto e mi girai tra le mani il bracciale di mio padre.
"Chissà se anche tu avevi questi problemi con mamma..." dissi guardando sorridente il bracciale stretto nella mia mano destra.
Mi alzai dal letto e posai il bracciale sul mio polso, allacciandolo; scesi giù in campo per svagarmi un po': domani giochiamo contro l'Unicorno e non allenarmi è l'ultima cosa che voglio.
Iniziai a calciare in porta con tutta la forza che avevo nelle gambe: se mi avesse baciato solo per quel momento? E se mi stessi illudendo?
"Ciao" sobbalzai alla voce di Axel dietro di me: mi girai e vidi il ragazzo ridacchiare.
"Scusa non volevo farti spaventare, a che pensavi?" io abbassai la testa arrossendo.
Gli raccontai la storia della sera prima, il ragazzo ascoltava attentamente ogni mia parola.
"E quindi pensi che possa essere per le parole che gli hai detto che lui ti ha baciato" disse il ragazzo anticipandomi, arrossì lievemente e annuì; il ragazzo mi mise una mano sulla spalla.
"Gli devi parlare, se continui così starai solo male" disse facendosi un po' più serio, alzai lo sguardo e annuì sotto gli occhi del platinato.
"Ciao ragazzi!" alle nostre spalle, la voce acuta e piena di speranze di Mark si udì in tutto il campo. Fu così che iniziarono 2 ore di intenso allenamento.
"Ragazzi, ma Tod?" chiesi notando l'assenza del piccolo castoro, Mark abbassò la testa.
"Dopo la partita con l'Impero, si è fatto male..." disse soltanto, misi una mano davanti alla bocca, poi strinsi i pugni.
"Dovevo capirlo subito!" dissi quasi urlando, i ragazzi si avvicinarono a me sorridendo.
"Non sei felice di vedermi Rin?" sentii una voce troppo conosciuta, mi girai e corsi incontro al ragazzo dai capelli grigi.
"Shawn" dissero tutti in tono stupito, riprendemmo l'allenamento insieme al lupetto.
"Bene ragazzi! Domani dobbiamo assolutamente vincere!" disse Mark entusiasta seguito da tutta la squadra.
Ci siamo allenanti costantemente tutti i giorni, vincere è possibile.

Scusate davvero se sono sparita, ma ultimamente non ho tanto tempo.
Ma Jude e Rin?!😍😍
Che ne pensate?
#judin is real?🤭
To Be Continued...

彼の笑顔 -Jude SharpWhere stories live. Discover now