The End

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Aprii lentamente gli occhi, intorno avevo il bianco candido delle mura dell'ospedale.
Accanto a me solo macchinari, macchinari di ogni tipo: le parole non uscivano dalla mia bocca, bloccate dalla mascherina che mi copriva il naso e la bocca.
Con la poca forza che avevo tolsi la mascherina, facendomi così notare da un'infermiera.
"D-Dove sono?" chiesi io con un filo di voce.
"Lei è in terapia intensiva, è qui da una settimana: il signorino Sharp ha provato a svegliarla, lei non respirava più..." disse l'infermiera tendendo in mano una cartelletta.
"Qui fuori c'è il suo allenatore, glielo mando?" mi chiese l'infermiera, annuì piano; poco dopo entrò nella stanza un uomo con la tuta verde da infermiera e la mascherina.
"Allora, come ti senti?" chiese la voce profonda dell'allenatore Travis.
"Sono un po' confusa...però sto bene" risposi io mettendomi a sedere sul letto: solo allora notai che c'erano tanti macchinari diversi attaccati al mio corpo.
"Rin...tu devi lasciare la Inazuma" nessuno dei due intendeva spiccicare parola, l'uomo detto ciò si alzò dalla sedia accanto al mio letto.
Uscii dalla stanza, lasciandomi sola con i miei pensieri: le lacrime minacciavano di scendere.
"MAI!" urlai io cercando di farmi sentire dall'allenatore: la porta si aprì rivelando l'immagine del rasta e del capitano che entrarono nella stanza allarmati dal mio urlo soffocato.
"Che ti succede?" chiese Mark avvicinandosi al letto: esplosi.
I miei occhi color cielo si riempirono di lacrime, una tempesta si scatenò sul mio viso: Jude non fiatò, rimase lì a guardare come cercavo di soffocare le lacrime che amare scendevano dai miei occhi.
"Mi dispiace Rin..." disse Mark stringendo i pugni, aprii gli occhi e lo guardai.
"Io non voglio lasciare la squadra, voglio arrivare alla vetta insieme a voi...VOGLIO ARRIVARE ALLA VETTA INSIEME A VOI!" urlai io abbracciando il capitano e asciugando le lacrime sulla sua maglietta da portiere; il centrocampista accanto a noi guardava la scena senza parlare: sembrava che avesse paura di rigirare il coltello nella piaga.
Guardai in faccia il capitano e gli asciugai quelle lacrime che scendevano dai suoi occhi, provando a cancellarle con i miei piccoli pollici.
"Mark io non lo lascio il calcio..."
"Tu devi lasciare il calcio" questa volta a parlare fu il rasta: i miei occhi si sgranarono verso di lui.
"Come puoi dirle certe cose Jude?! La tua ragazza non può giocare a ca..."
"Jude ha ragione, inutile negare l'evidenza" dissi io seriamente, ricevendo così uno sguardo perplesso da parte del capitano.
"Ma Rin..."
"Mark non ci posso fare nulla...Travis vuole che io lasci la squadra, tornerò in Giappone e lì rimarrò..." dissi io: erano parole di incoraggiamento più per me che per i due accanto al mio letto.
"Rin..." Mark scoppiò a piangere un'altra volta: ma asciugò le lacrime e mi sorrise.
"Torneremo a giocare Rin, questa è una promessa!" disse il capitano avvicinando il pugno: feci unire le nostre nocche in segno di promessa solenne.
La porta si aprì un'altra volta: l'infermiera annunciò ai due che l'ora delle visite era finita.
"Posso solo altri 5 minuti?" chiese Jude, l'infermiera sbuffò e guardò l'orologio, annuendo alla fine richiudendo la porta.
"Jude io..." Jude non mi fece finire che congiunse le sue labbra alle mie: sentii il fiato mancarmi così mi staccai velocemente e iniziai a respirare.
"Mi sono scordato che ora hai il fiato corto" disse Jude scherzando, sorrisi di rimando e gli presi le guance riavvicinandolo a me.
"Sappi che qualunque cosa succeda, io ti amo" disse il rasta staccandosi da me e poggiando la sua fronte sulla mia.
"Ti amo anche io..." dissi a fiato sospeso, il ragazzo sorrise ritornando a baciare delicatamente le mie labbra.
"Come ti sei sentito quando non riuscivo a respirare?" chiesi io guardando il ragazzo affianco a me.
"Mi sono sentito come quando vai sott'acqua per troppo tempo e pensi che presto tutto finisca, mi sono sentito così...perchè tu sei il mio ossigeno" disse guardandomi con un piccolo sorriso sulle labbra: sorrisi di rimando e lo abbracciai, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo; profumava di colonia maschile, quella di cui mi sono innamorata fin dall'inizio.
"Nazumi!" dissi io sbattendomi una mano sulla fronte, il volto di Jude si incupì; staccai ogni singolo cavo dal mio corpo e corsi via dalla stanza, dirigendomi verso la stanza numero 19. La stanza era vuota, c'era solo una margherita sul letto e una lettera:
x Rin Tanaka (la miglior giocatrice del Giappone!):

Cara Rin,
Probabilmente quando leggerai questa lettera sarà già troppo tardi: Rin io non ci sono più, io non potrò mai arrivare dove sei ora tu, ma tu puoi combattere!
Io giocherò sempre al tuo fianco Rin! Le tue gambe mi permetteranno di realizzare ogni mio sogno! Sogno che è stato infranto da una malattia alle gambe che mi ha portato alla morte. Sai Rin io adesso starò sicuramente sorridendo, perchè tu adesso inizierai a piangere e dirai che farai di tutto per portarci alla vetta! E allora vai e corri Rin! Porta il Giappone alla vetta!
È stato un vero onore conoscerti Rin Tanaka, grazie mille di tutto! Un bacio
Nazumi

Mi accasciai a terra, sbattei forte i pugni contro il lettino su cui c'era la piccola margherita.
Jude mi raggiunse di corsa, facendomi alzare e abbracciandomi forte, iniziando ad accarezzarmi i capelli.
"JUDE IO LA DEVO PORTARE SULLA VETTA! IO DEVO GIOCARE JUDE" urlai io staccandomi da Jude e portandomi le mani alle tempie.
"Rin tu...insomma non puoi"
"Lei si fida di me Jude! LEI SI FIDA!" dissi io staccandomi e ricominciando a correre: ma a fermarmi questa volta fu un mancamento, caddi a terra con il fiatone: tutto diventò improvvisamente ovattato, sentii solo delle braccia prendermi in braccio e correre.

***

Le valige furono preparate, il borsone anche: l'unica cosa non pronta era la mia mente.
"Rin sei pronta?" chiese mia madre entrando nella mia stanza: distolsi lo sguardo dalla finestra e annuì, mia madre mi sorrise di rimando prendendo le valige e portandole fuori; diedi un ultimo sguardo alla stanza: lì dove avevo versato tante lacrime, lì dove partirono le più belle risate.
"Allora Rin! Dai ti stanno aspettando tutti giù" disse mia madre: sorrisi e scesi giù.
"R-Rin" i ragazzi fermarono il loro allenamenti e si avvicinarono a me.
Iniziai a salutarli uno a uno: un'aria grigiastra si respirava, abbracciai e baciai le guance di tutti mentre sulle guance di qualcuno delle aspre lacrime cadevano lungo le guance.
Lasciai Sharp per ultimo: ci abbracciamo per almeno 10 minuti buoni, fino a che i nostri occhi non si unirono facendo scontrare infine le nostre labbra.
"Ti amo"
"Ti amo" riposi io prendendo il borsone: ma subito Jude mi riprese e mi ribaciò, solo allora notai i suoi occhialini appannati e le strisce argentee che uscivano.
"Come farò senza di te!? Chi mi renderà felice?! Chi mi preparerà il the alla sera!? Con chi mi arrabbierò per ogni singola cosa?! Diamine Rin come diamine farò senza di te!?" disse lui scoppiando a piangere: sorrisi di rimando cominciando a farmi scendere alcune lacrime.
"Stai zitto scemo...c-così mi fai piangere!" dissi io asciugandomi le lacrime provando a sorridere.
Baciai Jude per l'ennesima volta, fino a che mia madre non mi portò via per un braccio.
Salii sul taxi insieme a mia madre, la mia mano si posò sul finestrino del taxi, parallela alla mano gigante del rasta che continuava a piangere. Quella fu l'ultima volta che lo vidi.

Narratore's POV

L'aereo partì, sulle guance della ragazza si formarono altre lacrime: era appena partita è già le mancava come l'ossigeno.
Jude non fu da meno: venne cacciato dall'allenamento e portato a fare un giro per sfogarsi, ma non servì a nulla.
Nonostante i due erano lontani miglia e miglia di chilometri, continuavano a sentirsi una accanto all'altro.

Una volta giunta in Giappone si scoprì che Rin aveva una grave e rara malattia ai polmoni: per tanto partì per l'America per svariati anni.

I ragazzi della Inazuma Japan riuscirono ad arrivare sulla vetta; Jude prese in mano il bracciale argenteo che la ragazza si dimenticò lì a Liocott.
Una volta tornati a casa: i ragazzi cercarono disperatamente Rin, arrivando persino a correre per tutta la città, ma lei era sparita.
A Jude rimasero solo due cose di quella ragazza: il suo bracciale e il suo ultimo bacio sulle labbra.

The End

Eh già è finita...
EH NON VE LO ASPETTAVATE EH!😉😉😉😉
Però non vi spaventate mie care ragazze, a parte il libro su Haikyuu, ho intenzione di scrivere un altro libro!
Ora non so se scriverlo sempre su Inazuma Eleven o se scriverlo su un altro anime (tipo Naruto o altro) oppure non so scrivere qualcosa su qualcuno.😁
Ditemi le vostre preferenze qui nei commenti, perchè io non voglio lasciarvi senza un libro!
Grazie mille a tutti per il sostegno! Davvero siete stati sempre con me!
Un ringraziamento speciale va a:
soyfelicityfornow
LuanaBasile
flaviatomaino

彼の笑顔 -Jude SharpWhere stories live. Discover now