Il tè delle cinque #3 [Watership Down]

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Madame, messeri.

Lo so, lo so. Vi aspettavate una recensione stronza, ma non è periodo. (Sappiate comunque che una personcina carina che voi amate tanto mi ha proposto una collaborazioncina, e io ho ovviamente detto sì, lo voglio. Quindi fermi con quei pomodori.)


MA ERA DA TANTO CHE VOLEVO FARLA QUESTA.


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Watership Down è il primo e forse più noto romanzo di Richard Adams, scrittore britannico. Nasce come una serie di racconti sparsi, improvvisazioni dell'autore per intrattenere le figlie durante i viaggi in macchina. È su loro insistenza che Adams decide di mettere per iscritto tali racconti, in un libro destinato a raggiungere un successo meritato ed eterno.

Immaginate quanto avranno rosicato i sette editori che l'hanno rifiutato prima del coraggioso di Rex Collings, a cui dobbiamo peraltro la scelta del titolo: il colle Watership è infatti un luogo realmente esistente situato nella contea dell'Hampshire, non lontano da dove è cresciuto Adams.

È un romanzo che ha segnato profondamente la cultura popolare, ispirando musicisti (persino metal), giochi di ruolo, e numerosi adattamenti: spettacoli teatrali, retelling radiofonici, una serie TV (andata in onda dal 1999 al 2001) e nel 1978 un vero e proprio film.

È stata confermata anche una futura miniserie (consistente di quattro puntate di un'ora) co-prodotta da Netflix e BBC. All'inizio ero felice come il diavolo, poi hanno confermato che sarà più "child-friendly" e da lì ho emesso solo copiose bestemmie. Anche la vecchia serie TV fa schifo al cazzo, non guardatela.

No, oggi voglio parlarvi del film, oltre che dell'opera in generale. Certo, film e libro hanno delle differenze. È quello che succede a strizzare in un'ora e mezza 617 pagine di libro (secondo la mia edizione inglese della Puffin Books). Non mi lamento perché hanno comunque fatto un ottimo lavoro.


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Per quanto riguarda la traduzione del libro e il doppiaggio del film: ottimi. L'unica cosa che mi fa storcere il naso è l'adattamento dei nomi dei personaggi, che ho trovato piuttosto osceno. La traduzione può anche risultare un poco arcaica, ma secondo me ben si accorda a una storia che, a conti fatti, non differisce molto dai grandi poemi epici del passato.

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