4) Basta poco per credere alle favole

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Era mattina. Mentre facevo colazione con pane tostato e uova strapazzate, l'avventura di ieri sembrava essere stata un sogno. Eppure ricordavo ogni particolare della passeggiata con Henry, la nostra conversazione, e la sua voce.

Decisi di tornare in quel pub e provare di nuovo ad aprire la porta posteriore. Dopo aver indossato un vestito rétro e un cappotto di lana - faceva molto freddo - ero pronta per affrontare al meglio il viaggio nel tempo.

Con mia grande soddisfazione mi ritrovai indietro negli anni! Era così entusiasmante, mi chiesi quanto sarebbe durata quella magia, e per quanto ancora avrei potuto girare per quelle strade e incontrare persone interessanti.

Mi voltai verso la locandina di uno spettacolo teatrale e... vidi Henry, con la sua aria bohémien e un sigaro in bocca, che si era appena accorto di me e si stava avvicinando.

«Non sapete quanto mi renda felice incontrarvi ancora» mi disse, avvolto da una nuvola di fumo.

«Oh, be', è così anche per me» balbettai «vi trovate spesso da queste parti?».

«Sì. Vedete, dietro l'angolo c'è il mio caffè preferito. Che ne dite di sederci a prendere qualcosa?»

«Volentieri!»

Dopo avermi fatto strada in un locale fumoso e affascinante, mi fece sedere e ordinò delle bevande calde. I suoi occhi vivaci sembravano parlare ai miei, mentre la sua voce calda mi trasportava lontano, in un luogo immaginario in cui non esistevamo altro che noi.

«Amber, voi siete così diversa dalle ragazze che sono solito incontrare. Siete indipendente, solare, e stravagante al punto giusto.»

«Grazie, ma non riesco a credere che nessuna ragazza sia riuscita ad attirare la vostra attenzione! Chissà quante donne vi corteggiano...»

«Temo sia l'arroganza che mi ritrovo a far scappare tutte le mie pretendenti.»

«Io non vedo nulla di ciò in voi. Anzi, trovo adorabile la vostra ironia.»

«Vi ringrazio di cuore. Non ricevo spesso questo tipo di complimenti» sorrise imbarazzato «vi posso fare una domanda?».

«Certo.»

«Dove avete acquistato questi strani occhiali che portate? È forse una moda americana?»

Ops. Si riferiva ai miei Ray-Ban. Avevo dimenticato di toglierli!

Non sapevo come comportarmi. Desideravo rivelargli la mia avventura, ma avevo il timore che non capisse e mi prendesse per pazza. Eravamo pur sempre nell'ottocento, e l'ultima cosa che volevo era essere rinchiusa in un manicomio.

Allo stesso tempo però sapevo che non avrei mai potuto espormi liberamente e parlare di me stessa continuando a mentire sulla mia identità.

Con un pizzico di follia e incoscienza, decisi di svelargli il mio segreto. In fondo quei suoi occhi sembravano affidabili. E irresistibili.

«Sono degli occhiali da sole. Servono per proteggere gli occhi e allo stesso tempo sono oggetti di tendenza. Henry, quando ci siamo conosciuti ho tralasciato di dirvi una cosa importante...»

«Di cosa si tratta? Devo preoccuparmi?»

«No, ma... dovete giurarmi che quello che sto per confessarvi rimarrà un segreto. Non posso proprio permettermi che qualcun altro lo venga a sapere.»

«Ma certo, non vi metterei mai in pericolo.»

«Io... be'... non vivo esattamente in questa Amsterdam. Sono una ragazza del 21° secolo, mi sono ritrovata indietro nel tempo entrando in un bar. Vi assicuro che è difficile anche per me crederci!»

«Che cosa? State scherzando?!»

«No, è tutto vero.»

«Non può essere! Ho capito, vi state prendendo gioco di me. Siete una truffatrice!»

«Guardatemi, Henry. Pensate davvero che potrei farvi una cosa del genere?»

I suoi occhi rimasero agganciati ai miei per qualche secondo. «Amber...», era confuso, accigliato, non sapeva che dire. Pensavo di averlo sconvolto... che possibilità avrei avuto di rivederlo?

«... ora capisco il vostro modo di vestire, di parlare, il vostro esprimere le opinioni con convinzione, il fatto che non nascondete di nutrire un interesse per me...».

Oh, com'era vanitoso!

«Dunque venite dal futuro?» esclamò, con un'espressione a metà fra l'incredulità e l'eccitazione.

In fondo tutti noi apriamo le porte al sogno, lo lasciamo entrare nelle nostre vite, ed è per questo che ci basta poco per credere alle favole.

«Sì, ed è così bello per me scoprire questo nuovo mondo. Ne sono molto affascinata... anche se devo dire che il motivo principale del mio entusiasmo è stato il nostro incontro.»

«Oh Mademoiselle, in che guaio mi avete cacciato!»

Vicini e lontani nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora