12. Ricomincio da qui.

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Era rannicchiata: le ginocchia contro il petto, la fronte china sulle gambe e gli occhi chiusi tentando di scacciare via quei demoni che le giravano attorno come squali.

Thomas aveva smesso di parlare o di tentare di consolarla da un pezzo, lasciando che calasse il silenzio stampa; un silenzio che era rotto solo dai suoni al difuori di quelle quattro mura.

Ishika qualche minuto più tardi udì nuovamente la voce dell'amico e questa volta, era carico di una palpabile speranza: "Derek!" – "Lei dov'è?" Thomas non rispose o almeno non a voce, perché dopo quella domanda Ish avvertì dei passi indirizzarsi verso di lei, passi che la spinsero istintivamente a serrare gli occhi più forte e chiudersi ancora di più in sé stessa.

Non importava se sapeva che era Derek quello che si stava indirizzando verso di lei, non importava quanta voglia Ishika avesse di alzarsi da quell'angolino del bagno, per tirarsi su e correre dal suo ragazzo dagli occhi ammalianti; il suo corpo non rispondeva.

Derek entrò in bagno con una sicurezza che nessun'altro aveva, la raggiunse in quel suo angolino prendendola tra le braccia, cullandola e solo in quel momento la tempesta che la dilaniava dentro riuscì a disperdersi in lacrime convulse.

Lui non disse nulla, la lasciò piangere per tutto il tempo necessario stringendola forte a sé.

Ishika non si era realmente resa conto di quanto ci stava ancora male, di quanto alcune ferite erano lente a cicatrizzarsi e guarire, e per fortuna lei aveva Derek al suo fianco.

Alzò il viso per guardarlo un secondo mentre le lacrime continuavano imperterrite a rigarle il volto, lui le sorrise teneramente: "Sembri una cagnolina bisognosa di coccole... Cosa ne dici se ci spostiamo da qui e andiamo sul letto?" – "Non mi lasciare, ti scongiuro non mi lasciare. Sei l'unico di cui mi fido" – lui la strinse più forte – "Non ti lascerei neppure se venisse giù il mondo" quelle parole, quella voce erano una pomata contro il male che la opprimeva, il vento che spazzava via le sue paure, il suo terrore. Derek era capace di rassicurarla dandole quella protezione che le era stata strappata via.

Passata un'ora sul pavimento del bagno, il ragazzo dagli occhi ammalianti riuscì finalmente a convincerla a tirarsi su ed uscire da quella toilette che per lei, fino a qualche momento prima rappresentava la sua zona sicura.

Solo quando furono in piedi, Ishika si accorse dell'abbigliamento del ragazzo: "Ti sei cambiato" – "Hm?! Sì, poco prima di venire da te" – "Perché?" – "Mi sono sporcato e non volevo raggiungerti in quello stato" lei non disse nulla ma il ricordo di Derek difronte a Lucas le comparve come un lampo nella mente. Era successo qualcosa che lui pareva non volerle raccontare e che lei non era pronta a conoscere.

Cenarono nel bungalow come facevano prima dell'arrivo di Aidan, prima che Ishika riuscisse a trovare il coraggio di uscire da lì ed affrontare nuovamente i suoi demoni.

Durante la cena ci fu un silenzio che non era normale, ma che nessuno dei due voleva rompere. Quando finirono sentirono bussare alla porta, Derek andò ad aprire: "Il tuo ragazzo sa che sei qui?" – "Si posso entrare?" – lui si scostò quel tanto che bastava per farla passare – "Ciao Ish, come va?" Samantha era appena entrata portandosi appresso quello sguardo che Ishika aveva tentato di evitare per settimane intere. Lo stesso che la faceva sentire una reietta non meritevole neppure della pietà che si leggeva nello sguardo di Sam.

Chinò il viso quasi mortificata e sopraffatta da tutte quelle emozioni, sensazioni che la spingevano a desiderare di scappare, di scomparire lontano da quel bungalow, lontano da quella ragazza, distante da tutti. Se solo Ishika avesse potuto erigere un muro attorno a sé per distanziare il mondo lo avrebbe fatto.

Fragile come cristallo.Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu