7 - Happy Birthday

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Il martedì successivo mi presentai di nuovo alla casa degli Zeta Psi, pronta a ricominciare a disegnare insieme a Harry. Avevo passato tutto il giorno precedente a ripensare alla sensazione di stendere i colori sulla tela, di guardare qualcosa nascere dal niente. Ma soprattutto, alla sensazione di essere riuscita a trasferire delle emozioni su quella tela bianca. Harry aveva detto che quel dipinto gli ricordava Miami, quando mi aveva incontrata ed ero allegra e libera e, in effetti, era quello che volevo catturare con quei colori. Volevo esprimere la voglia di tornare ad essere quella ragazza. La voglia di fare quello che mi rendeva felice. La voglia di essere libera.

“Sei in anticipo, Delilah.” Disse Harry quando entrai nella sua stanza e richiusi la porta alle mie spalle.

“Scusa, stavi studiando?” Domandai.

“No, volevo solo prenderti in giro.”

Invece di arrabbiarmi, come avrei fatto solo qualche giorno prima, scoppiai a ridere e mi sedetti sul bordo del letto.

“Cosa facciamo oggi?” Chiesi.

“Quello che preferisci.” Replicò il ragazzo. “Tela o blocco?”

“Vorrei provare a disegnare qualcosa di non astratto.” Dissi, assumendo un’aria pensierosa.

“D’accordo.” Harry si alzò dal letto, prese un blocco nuovo, qualche matita e una gomma e me li porse. “Musica?” Mi chiese. Annuii e mi sistemai sul divanetto sotto la sua finestra, mentre il ragazzo sistemava il suo iPhone nello stereo e faceva partire una canzone che non conoscevo. Non che io fossi una grande esperta di musica. A casa mia potevo ascoltare solo la classica durante le soirée eleganti di mia madre. E il resto del tempo ero troppo occupata a studiare per ascoltare qualsiasi altra cosa.

“Che canzone è?” Chiesi.

“Si chiama “Sweet Disposition”, è dei Temper Trap.” Rispose il ragazzo, risalendo sul letto e appoggiando la schiena alla parete. “E’ una delle mie canzoni preferite.”

“E’ molto bella.” Concordai. Chiusi gli occhi e immaginai una ragazza che correva e rideva su una spiaggia, con il vento che le scompigliava i capelli. Quando li riaprii cercai di rappresentare l’immagine che avevo visto su carta. “Ti posso chiedere una cosa?” Domandai dopo parecchio tempo.

“Sì.” Rispose Harry, alzando lo sguardo verso di me.

“Perché continui a chiamarmi Delilah anche se sai il mio vero nome?”

“Delilah mi ricorda la ragazza che ho conosciuto a Miami, quella rimasta chiusa fuori dalla sua stanza d’hotel in mutande, quella che rideva e ballava durante la festa in piscina.” Cominciò a dire il ragazzo. “Quella che, secondo me, tu sei davvero. Non la Elizabeth Vanderbilt che i tuoi genitori vorrebbero che fossi.”

Non risposi e guardai fuori dalla finestra sospirando. Delilah era la ragazza che avrei voluto essere, quello era poco ma sicuro.

“Mi aspettavo una spiegazione diversa.” Dissi.

“Cioè?”

“Non lo so, pensavo che il mio vero nome non ti piacesse o che non te lo ricordassi.”

“Mi sento leggermente sottovalutato.” Scherzò il ragazzo, ridendo. Sorrisi anch’io prima di lanciare un’occhiata al disegno a cui stavo lavorando. La ragazza sulla carta era libera e felice e rideva. “Dovresti chiamare questo disegno Delilah.” Disse Harry, spuntando di fianco a me e facendomi sussultare. Ero concentrata sul blocco e non mi ero accorta che mi si fosse avvicinato.

“Per una volta sono d’accordo con te, Styles.” Risposi. “E il nostro tempo è finito, devo tornare alla casa per le ore di studio obbligatorie.” Aggiunsi.

Live While We're Young || [One Direction]Where stories live. Discover now