11 - Zeta Party

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“Tieni.” Disse il Harry dopo un po’, lanciandomi una sua maglietta.

“Non guardare.” Replicai, rialzandomi e togliendo i jeans. Quando mi liberai anche della mia maglietta mi girai per controllare che Harry non mi stesse spiando.

“Non è niente che io non abbia già visto, D.” Disse lui con aria divertita. Sì, in effetti aveva ragione e, almeno in quel momento, avevo la mia biancheria.

Indossai la sua maglietta dei Ramones e mi infilai sotto le coperte, aspettando che facesse lo stesso anche lui.

“Guarda pure, non mi offendo.” Scherzò Harry. Abbassai il lenzuolo per spiarlo mentre rimaneva in boxer, prima di raggiungermi a letto.

“Niente di che.” Decretai alla fine con un sorriso. “Ho visto di meglio.” Anche in quel caso non era assolutamente vero, perché mi piaceva il fisico di Harry. Molto. Però non volevo dargli la soddisfazione di fargli un complimento. Era già abbastanza sicuro di sé senza che lo aiutassi.

“Non ti strucchi? Domani mattina sembrerai una scappata di casa.”

“Sono troppo stanca.” Risposi. “E tanto so che è una scusa per farmi alzare e guardarmi le chiappe.” Dissi e scoppiai a ridere. ‘Chiappe’ era proprio una parola divertente. O forse era la birra che rendeva tutto più buffo. No, era decisamente lo shot di tequila che un ragazzo mi aveva offerto mentre ballavo.

“Le ho già viste, me le ricordo bene.”

“Antipatico.”

“Di solito no, ma tu, in qualche modo, tiri fuori il peggio di me.” Scherzò di nuovo lui. Scoppiammo a ridere di nuovo e poi rimanemmo in silenzio, uno di fianco all’altro.

“Sai che non so molte cose di te?” Domandai improvvisamente. Ero stanca e mi si chiudevano gli occhi, ma non volevo addormentarmi.

“Cosa vuoi sapere?”

“Tutto.”

“Dunque, vengo dalla Terra di Mezzo e di solito ho tre teste, ma quando sono al college ne nascondo due per non scandalizzare troppo gli studenti innocenti.” Disse in tutta serietà.

“Scemo.” Ribattei. “Intendo veramente.”

“Vengo da Salem, in Oregon.” Rispose dopo un po’.

“E’ dall’altra parte del paese.” Constatai.

“Ed è il motivo per cui non vado mai a casa durante le feste e perché i miei genitori non sono venuti a trovarmi durante la giornata delle famiglie: i biglietti aerei costano troppo.” Disse. “Ho una borsa di studio.” Spiegò pochi secondi dopo, anticipando la mia domanda.

“Sei figlio unico?”

“No, ho una sorella più grande, ma frequenta l’UCLA in California.” Disse lentamente. “Ho anche un fratellastro più piccolo che va all’High School a Salem. I miei hanno divorziato quando ero un bambino e si sono risposati entrambi.” Sembrava che fosse difficile per lui aprirsi così con qualcuno. “Tu?”

“Ho un fratello più grande. Il perfetto, bravissimo Tyler.” Risposi dopo una breve pausa.

“E’ già un avvocato?”

“No, è ancora qui a Yale. E’ all’ultimo anno dell’università.”

“Ma… non vi parlate?”

“Non ci siamo mai parlati molto, no. E da quando mi sono iscritta ad arte non l’ho più sentito del tutto.” Risposi. Nessuno dei due disse più nulla per un lungo periodo, finché la stanchezza si impossessò completamente di me e chiusi gli occhi.

Live While We're Young || [One Direction]Where stories live. Discover now