8 - The Big Decision

2.1K 99 0
                                    

“Comunque buon compleanno.” Mormorò Harry. Ero sdraiata di fianco a lui e mi coprivo con il suo lenzuolo, cercando di smettere di chiedermi “cos’hai fatto? Cos’hai fatto? Cosa diavolo hai fatto?” e di pensare che avevo lasciato il ragazzo con cui stavo da un anno da più o meno un’ora ed ero già nel letto di un altro. Sospirai e mi voltai.
“Grazie.” Dissi.
“Non fraintendermi, amo questa improvvisata, ma…” Cominciò a dire Harry. Lo interruppi immediatamente, prima che potesse chiedermi qualsiasi cosa.
“Liam ed io ci siamo lasciati.” Dissi. “E questo non significa niente di più di quello che è stato, chiaro?”
“Siamo semplicemente amici.” Replicò Harry, annuendo lentamente. Tirai un sospiro di sollievo, felice che almeno lui non mi stesse complicando la vita. “Puoi sempre pensare a questo come ad un regalo di compleanno.” Aggiunse dopo qualche secondo. Rimasi immobile, quasi senza respirare, per un po’, prima di scoppiare a ridere.
“Adesso ti stai decisamente sopravvalutando, Styles!” Forse era l’effetto dei due bicchierini che avevo bevuto prima di prendere quella decisione, ma mi sentivo stranamente coraggiosa.
“Stai… stai dicendo che ha fatto schifo?” Mi domandò Harry, alzandosi a sedere e guardandomi di traverso.
“No, ti stavo solo prendendo in giro.” Risposi, ridendo di nuovo. Anche il ragazzo si rilassò e rise.
“Okay, te lo concedo. Me lo sono meritato.” Disse. “Certo che è stata proprio una sorpresa.” Aggiunse dopo un po’. Sembrava quasi che stesse parlando da solo.
“Non l’avevo pianificato.” Replicai. “Ma quando il tuo ragazzo sceglie il giorno del tuo compleanno per lasciarti dopo un anno e per dirti cose decisamente poco carine… ho reagito d’istinto.”
“E io ti ripeto che mi piace il tuo istinto. E se hai bisogno di qualcuno che tiri un pugno a Payne…” Cominciò la frase.
“No.” Dissi. “Ma grazie per l’offerta.”
Harry alzò le spalle e sorrise. “Di niente.”
“C’è un’altra cosa che potresti fare per me, però.”
“Dimmi.”
“No, niente, lunedì.” Replicai. Non era ancora il momento, ma lo sarebbe stato presto, me lo sentivo. “Anzi, devo andare. Devo tornare a casa a controllare una cosa.” Aggiunsi, alzandomi velocemente dal letto.
“Delilah, così mi spezzi il cuore e mi fai sentire usato. ‘Una botta e via’ non è il mio stile.” Scherzò Harry.
“Nemmeno il mio, ma devo seriamente fare una cosa, altrimenti passerò la notte a pensarci e non dormirò.” Spiegai.
“D’accordo.” Replicò Harry con un sorrisetto. “Fammi prima recuperare il mio regalo per te, visto che questo non ti è piaciuto.” Aggiunse con un sorriso beffardo. Si alzò dal suo letto, recuperò i boxer dal pavimento e si rivestì. Poi si diresse verso la sua scrivania, aprì il cassetto ed estrasse un pacchetto con un fiocco.
“Mi hai preso un regalo?” Domandai, stupita. Per un secondo mi dimenticai persino di quello che dovevo fare una volta tornata a casa.
“Sì.” Rispose Harry, porgendomi il pacchetto. “Aprilo.”
Lentamente mi liberai della carta e del fiocco e fissai il contenuto del pacchetto. Conoscendo il ragazzo mi aspettavo un giochino erotico o qualche scherzo dei suoi, invece mi ritrovai davanti ad una scatola con un kit per disegnare. Matite con le mine di varia durezza e composizione, un blocco, una gomma, un carboncino e un temperamatite.
“Grazie.” Dissi semplicemente. Non riuscivo a togliere gli occhi da quello che tenevo tra le mani. Harry, che era probabilmente la persona che mi conosceva da più poco tempo, mi aveva fatto il regalo di compleanno più azzeccato del mondo. Più ancora di Eleanor, che era riuscita a trovare quello che pensavo fosse il vestito perfetto per me.
“Ci vediamo, okay?” Disse Harry, salutandomi. Annuii e lo guardai un’ultima volta prima di uscire dalla sua stanza e tornare nel bel mezzo della festa. Ignorai tutto quello che c’era intorno a me e tornai nella mia camera alla confraternita dove accesi il computer portatile per cercare le informazioni che mi servivano. In quel momento ero ancora più motivata di prima, se possibile.
 
“Hey, sei ancora sveglia?” Mi chiese Eleanor quando tornò a casa dopo la festa. “Sei sparita dagli Zeta Psi.”
“Scusa, avrei dovuto avvisarti. Dovevo tornare a casa per controllare una cosa che mi sta ossessionando da settimane.”
“Cioè?”
“Domani ti spiegherò tutto. Adesso raccontami della festa. Sei stata con Louis, vero?”
“Si vede?” Mi chiese la ragazza in fretta, guardandosi allo specchio, come per controllare se fosse cambiato qualcosa.
“E’ il tuo sorriso.” Spiegai. “Si vede che sei felice.”
Eleanor si abbandonò sul letto di fianco al mio e sospirò.
“Non sono riuscita a farlo aspettare più di tanto, come suggeriva Perrie. L’attrazione tra di noi è semplicemente troppa.”
“Sono felice per te.” Dissi. “E ti devo confessare una cosa.” Aggiunsi a bassa voce dopo un po’. Non sapevo se dirle quello che avevo fatto mi avrebbe fatta sentire meglio, ma volevo provarci. El si era dimostrata un’ottima amica e forse avrebbe potuto consigliarmi come comportarmi.
“Cos’hai fatto?”
Persi un po’ di tempo a riflettere sulle parole giuste da usare prima di parlare e, alla fine, decisi di non dirle niente.
“Niente di grave, ho preso una decisione.” Dissi. Non mi riferivo a quello che era successo con Harry, ma alla Grande Decisione che mi frullava per la testa e che non avevo mai il coraggio di ammettere. “Lunedì mi accompagni in un posto?” Le chiesi.
“Certo.” Rispose El, alzando le spalle. “Dove vuoi.”
“Grazie.” Dissi e cominciai a cambiarmi per andare a dormire. Ormai era notte fonda e cominciavo a sentirmi stanca. Era stata una giornata intensa e nelle ultime ore mi ero concentrata così tanto sulla mia decisione che non avevo nemmeno perso tempo a pensare a quello che era successo con Liam. Non più di tanto, almeno.
 
“Mi hai tenuta sulle spine tutto ieri, dove andiamo?” Mi domandò Eleanor il lunedì mattina seguente.
“Dagli Zeta Psi. Devo recuperare Styles.” Dissi, ignorando l’espressione curiosa della mia amica e cominciando a camminare verso la confraternita di Harry. Sapevo che era presto e che mi avrebbero odiata, ma bussai comunque nella speranza che qualcuno mi aprisse. Avevo mandato un messaggio al ragazzo la sera prima, chiedendogli di venire con me alle nove, ma non ero sicura che si sarebbe svegliato in tempo.
“Sono qui, sono pronto.” Disse invece una volta aperta la porta. Stava indossando una maglietta a mezze maniche, un paio di jeans scuri e un paio di Ray-Ban neri. I capelli erano scompigliati come al solito e non riuscii a non pensare che aveva proprio l’aria di un artista.
“Grazie.” Dissi quando il ragazzo raggiunse Eleanor e me in strada.
“Si può sapere dove stiamo andando a quest’ora?”
“Ok, ve lo dico. E ho bisogno del vostro aiuto perché non avrò mai il coraggio di farlo da sola.” Risposi, annuendo con vigore.
“Okay, noi siamo qui.” Replicò El, lanciando un’occhiata a Harry, che annuì.
“Vogliocambiarefacoltà.” Annunciai molto velocemente, per paura di cambiare idea. Una volta detto ad alta voce emisi un sospiro di sollievo e guardai i miei amici per vedere le loro reazioni.
“Ma è una notizia splendida!” Esclamò Harry con un sorriso.
“Wow.” Rispose semplicemente Eleanor. “Cosa vuoi fare?”
“Arte.” Replicai. “E’ sempre stato il mio sogno e… in queste settimane Styles ed io ci siamo incontrati per dipingere e disegnare.” Spiegai. “E’ quello che voglio fare nella mia vita. Non voglio diventare un avvocato.”
“Hai preso la decisione giusta.” Disse Harry, appoggiandomi una mano sulla spalla e stringendola leggermente.
“Grazie. Venite con me in segreteria?” Domandai. “Vi prego, non credo di avere il coraggio di farlo da sola.”
“Se me lo chiedi così non posso dire di no!” Esclamò Eleanor. “Sembri il gatto con gli stivali di Shrek.” Aggiunse dopo un po’, facendomi scoppiare a ridere e alleviando la tensione. Sapevo di aver preso la decisione giusta, avevo degli amici che mi supportavano, non ero più da sola. Avrei semplicemente dovuto andare in segreteria, compilare tutti i moduli e avrei potuto cominciare la mia vita da artista.
“Quindi era questa la cosa che dovevi controllare?” Mi domandò Harry, sapendo che avrei capito a cosa si stava riferendo.
“Sì, era una cosa che mi stava facendo impazzire, dovevo sapere. Perderò un anno, ma non mi importa.” Dissi.
“Non preoccuparti, tanto non credo che mi laureerò in tempo.” Scoppiò a ridere Eleanor. “Quindi è molto probabile che passeremo tutti i prossimi anni insieme.”
“Grazie, ragazzi.” Dissi ancora.
“Adesso andiamo in segreteria e ringraziaci dopo, adesso hai ancora qualche minuto per decidere di scappare a gambe levate.” Scherzò Eleanor, prendendomi a braccetto e guidandomi verso la segreteria.
 
“Come ti senti? Andiamo a pranzo per festeggiare?” Mi chiese El una volta usciti dalla segreteria. Avevo compilato tutti i moduli e avevo finalmente abbandonato Legge una volta per tutte.
“Non ancora, credo proprio di dover chiamare mia madre.” Risposi e sentii un brivido risalire la mia schiena al solo pensiero di doverle spiegare quello che avevo appena fatto. Sapevo che non avrebbe reagito bene. Ero la prima Vanderbilt in generazioni a fare una cosa del genere. Mi avrebbe diseredata di sicuro.
“Se vuoi possiamo rimanere con te mentre la chiami.” Disse Eleanor.
“Lo fareste?” Domandai.
“Ma certo.”
Ci sedemmo su una panchina nella piazza del campus ed estrassi il mio telefono. Cominciai a respirare più velocemente e sentii il battito aumentare. Ero agitata come non lo ero mai stata in tutta la mia vita. Cercai il numero di mia madre e la chiamai.
“Elizabeth?”
“Ciao, mamma.” Dissi.
“Va tutto bene?”
“Sì.” Risposi. “Volevo solo parlarti perché… ho fatto una cosa.”
“Ho saputo che tu e Liam vi siete lasciati.” Mi interruppe la donna.
“Come…”
“Me l’ha detto sua madre.” Spiegò, tagliando corto. “E’ davvero un peccato, Liam è un bravissimo ragazzo con degli ideali. Cerca di farti perdonare, se puoi. Mi dispiacerebbe vederti sprecare questa bellissima occasione.”
“Occasione per cosa?” Chiesi, incredula.
“Per stare con un altro ragazzo con le tue stesse passioni. Sono sicura che diventerete due ottimi avvocati un giorno. Magari aprirete uno studio insieme.”
“Mamma, ho lasciato Legge.” Annunciai improvvisamente. Non capii nemmeno io dove avevo trovato il coraggio per farlo. Forse ero stufa di sentire quel discorso senza senso su Liam e me e la coppia più bella del mondo.
“Che cosa?” Domandò mia madre dopo un lungo silenzio.
“Ho lasciato Legge.” Ripetei. “Non è mai stato il mio sogno, è sempre stato il tuo e quello di papà per me.” Aggiunsi.
“E cosa vorresti fare adesso, di grazia?”
“Arte, quello che ho sempre voluto fare.” Dissi. Eleanor annuì e mi sorrise, mentre Harry mi strinse una mano con aria incoraggiante.
“Stai andando bene.” Mimò con le labbra.
“Elizabeth, penso che tu sia impazzita. Probabilmente la fine della storia con Liam ti ha dato alla testa e hai agito d’impulso. Fammi fare due telefonate e risolvo tutto, tornerai a studiare Legge da domani.”
“No.” Dissi. La voce mi tremava, ma ero convinta delle mie parole. “Non ho agito d’impulso. Voglio fare arte da quando ho tredici anni, mamma.”
Altro silenzio dall’altra parte della telefonata. Mia madre non aveva mai fatto scenate, era sempre stata una donna glaciale e mi aveva sempre terrorizzata.
“Tuo padre ed io non abbiamo intenzione di pagare per una scuola che non ti insegnerà assolutamente nulla. Viste le tue ultime scelte crediamo che tu non sia in grado di gestire la tua vita e aggiungeremo una clausola al tuo fondo fiduciario. Potrai avere accesso al tuo conto quando sarai tornata in te e avrai una laurea in Legge.” Annunciò mia madre dopo quella che mi sembrò un’ora. Mi morsi un labbro e notai che stavo tremando. Harry strinse la mia mano più forte ed Eleanor cominciò ad accarezzare la mia schiena.
“Ma…” Cercai di protestare.
“Non ci sono ma, Elizabeth. Quando tornerai in te ne riparleremo, ma per il momento è meglio così per tutti. Tuo padre ed io non vogliamo che tu spenda inutilmente i soldi della famiglia.” Mi interruppe mia madre.
“Scommetto che papà non è nemmeno lì con te.” Mormorai. Dubitavo che mia madre avesse discusso la sua decisione con lui.
“Verrà informato di tutto quello che è successo non appena tornerà a casa, questa sera.” Rispose. Mi sembrava di parlare con un robot, non con la donna che avrebbe dovuto essere mia madre. Fin da quando ero piccola avevo immaginato che le madri avrebbero dovuto essere gentili e affettuose e che avrebbero dovuto supportare le scelte dei figli e aiutarli a crescere. Invece ogni volta che parlavo con lei mi sembrava di discutere con una sconosciuta.
Allontanai il telefono dall’orecchio e terminai la chiamata, tanto continuare a discutere non avrebbe di certo risolto la situazione.
“Va tutto bene?” Mi chiese Eleanor con voce incerta.
“Mia madre ha bloccato il mio fondo fiduciario fino a quando compirò trent’anni.” Dissi. “Sono completamente al verde e non posso permettermi di pagare il college.”
“Ci sono tanti metodi.” Cominciò a dire Harry. “Puoi cominciare a lavorare e quello che guadagnerai sarà abbastanza per i libri, i materiali, le spese per la confraternita e parte della retta.”
“E poi ci sono le borse di studio o i prestiti per gli studenti.” Aggiunse Eleanor.
Chiusi gli occhi ed inspirai profondamente.
“Ce la farò.” Dissi. Da una parte mi sentivo completamente a pezzi e, per la prima volta in tutta la mia vita, il mio futuro era incerto. Ero sempre stata convinta che sarei diventata un avvocato, anche se non era quello che volevo veramente fare, perché era quello che la mia famiglia aveva deciso per me. Ma dall’altra ero finalmente libera dai Vanderbilt. Mia madre mi aveva fatto capire che la mia decisione di lasciare la facoltà di Legge mi aveva fatta tagliare fuori e, per la prima volta in vent’anni, non sentivo il peso di essere una di loro sulle spalle. Avrei cominciato una vita completamente nuova, dove avrei potuto fare quello che volevo. Era ora di cambiare, ed era ora di farlo davvero.

Live While We're Young || [One Direction]Where stories live. Discover now