Day 1: Fedeltà [Hanakotoba]

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Soukoku week
Tema: Linguaggio dei fiori.
Genere: Fluff, sentimentale
Rating: verde
Avvertimenrti: nessuno.
AU scolastica.

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Il vento, un elemento caratterizzante di Yokohama.

Tirava spesso un vento quasi accogliente, uno di quelli che ti accarezza la pelle alleviando il calore del sole estivo, in primavera, invece fa svolazzare petali ovunque, provocando gli starnuti degli allergici ma uno spettacolo visivo per tutti.

Chuuya, un ragazzino con i nervi a fior di pelle, non aspettava altro che la primavera, aspettava solo che il vento lo accarezzasse nelle sue solite passeggiate all'interno del giardino della scuola, dove ormai andava da anni.

Aspettava che i fiori sbocciassero, per poterli guardare, mentre la mente scacciava via i brutti pensieri.

Chuuya non aveva una vita semplice, non era uno che passava inosservato, nonostante la piccola statura, il suo bel fondoschiena e i capelli rossi tendevano a mettere i riflettori su di lui e nella maggior parte dei casi, erano più invidiosi e lussuriosi ad avvicinarsi, che semplici persone amichevoli.

Era nato così e non si sarebbe cambiato nel disperato tentativo di essere lasciato in pace, no quella era una reazione da debole e Chuuya non era un debole.

Era orgoglioso di se, dei suoi capelli, del suo corpo, dei suoi abiti e così via.
Si poteva dire fosse anche un gran narcisista ma per via delle scarse amicizie che teneva, nessuno se n'era mai realmente accorto.

Così un giorno dopo l'altro, ricreazioni dopo ricreazioni, scendeva al giardino, dove solo qualche insettino poteva tenergli compagnia e si curava dei fiori, parlando loro, più mentalmente che a voce.

Ogni fiore ha il suo linguaggio, ognuno di essi ha un significato preciso, e questo Chuuya lo studiava da un'età fin troppo giovane, ormai poteva dire di saper a memoria ogni definizione, ogni aggettivo.

E non se ne vergognava, come dicevano altri che avrebbe dovuto... era una passione come un'altra, non capita, ma pur sempre una passione, e così si preparava alla primavera, si preparava a vedere i fiori curati annualmente, sbocciare.
Lo faceva pensare alla vita, i fiori di ciliegio, petali così leggeri che si staccano e cadono, proprio come la vita umana, così facilmente distruttibile.

Il rosso riusciva a raccontare di se tramite i fiori, e non esigeva tanto, bastava solo che qualcuno si soffermasse ad ascoltarlo, non pretendeva che lo capisse, voleva solo essere accettato.

Nel silenzio di un giorno, interrotto solo dal fruscio del vento, finalmente Chuuya vide con i suoi occhioni blu, profondi come il mare e curiosi come quelli di un subacqueo, sbocciare uno dei fiori che più amava, tanti erano già usciti allo scoperto,  ma in quei primi giorni di giugno, la Lavanda aveva iniziato il suo percorso.

-Giurami fedeltà... - sussurrò ad occhi chiusi a respirare il profumo mentre il vento spostava lui i capelli.

-Cerchi di sposarti con il giardino? - disse una voce più calda, con tono di scherno. -vuoi che vi sposi io? 

Il rosso sussultò sul posto mentre le gote si imporporavano, con un espressione davvero buffa, degna del campione di momenti imbarazzanti, si voltò e vide colui che per ultimo voleva vedere nel "suo" giardino: Dazai Osamu, letteralmente il suo opposto.

-Ti sei morso la lingua?  Farebbe comodo a molti non sentirti più parlare.

Dazai amava zittire quel piccoletto, ed era forse l'unica persona in grado di farlo.

-Stai inquinando l'unico posto carino di questa scuola.- Sbottò il rosso mettendo subito le braccia conserte, mentre contraeva il viso in una smorfia di routine.

-Non mi sembra di star fumando o sporcando in qualunque altro modo.- ribatté il moro appoggiandosi ad un muretto.

-Inquinamento acustico. - disse tagliente Chuuya, facendo solo alla fine un sorrisetto soddisfatto.

-E va bene, ti farò contento.- mormorò il moro sotto lo sguardo indagatore dell'altro. -Parlerò come ti piace fare.

Con delicatezza raggiunse i fiori e ne inspirò il profumo.
Ogni fiore sembrava più bello accostato al viso dell'altro, o almeno così la pensava Chuuya, pur non ammettendolo neanche a se stesso.

Furono attimi di silenzio, seguiti dalle azioni del moro, staccò lentamente una gardenia e si avvicinò al più basso, subito l'altro tentennò cercando di indietreggiare leggermente, la vicinanza era una cosa a cui Chuuya non era abituato.

Il rosso aveva il cervello in pappa ogni qual volta che Dazai invadeva la sua prossemica, perciò non aveva ben chiaro cosa l'altro stesse tentando di fare.

Le mani calde del moro si poggiarono sulla sua testa, a spostargli i capelli, morbidi e setosi, nei quali poco dopo incastrò la gardenia.

Una volta finito, si allontanò per guardarlo e sorrise soddisfatto nel notare il rossore e lo sguardo basso di qualcuno estremamente sicuro di se.

E mentre il vento spostava i loro capelli, Chuuya sperava che facesse volare via anche l'imbarazzo che era nato in lui rapido.

Non appena sollevò lo sguardo e lo puntò sul moro, riuscì solo ad incantarsi e pensare.

Una Gardenia... "Amore segreto."

E così sorrise, come mai aveva fatto in molti anni, lasciando per una volta, che fosse anche il moro ad incantarsi.





Angolino.
Sono in ritardo per la soukoku week come sempre...
Ma amo i prompt di quest'anno, quindi mi sono intromessa---

Comunque più non tollero i fiori, più le mie storie sono piene di fiori.

Bonus

-Dannato inutile sgombro! Quel fiore meritava di rimanere lì dove era nato

Bungou stray dogs~ Where stories live. Discover now