Capitolo 1

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CAMILLA

Inizia un nuovo anno di scuola, ho ansia di tornare non so perché non mi è mai capitato.
Sarà perché odio la scuola.
Oppure perché so che dovrò vedere di nuovo il professore, e scoprirà che sto insieme a Jason, penso che la prenderà male.
Non so perché mi viene da pensare questo, però ho questa strana sensazione.
Mi alzo dal letto, e mi dirigo verso la porta del bagno quando vedo mia sorella Federica correre verso la porta di bagno.
Odio quando vuole entrare lei prima di me in bagno.
Abbiamo due bagni e questo dovremmo condividerlo.
Mentre l'altro bagno è dei nostri genitori.

«Il bagno è mio sorella, dovrai aspettare. Sei lenta.», entra in bagno facendomi la linguaccia.

La odio.
Mo ci metterà mezz'ora in bagno come a suo solito, meglio che vado nell'altro bagno, così potrò arrivare a lezione in tempo.
Vedo mia madre uscire dalla porta del bagno.

«Mamma posso andare in bagno?
Federica mi ha preso il bagno e ci metterà tanto.», sbuffo irritata.

«Certo tesoro, ma fa presto.», mi sorride e scende giù le scale.

Entro in bagno e mi chiudo a chiave, non voglio che nessuno entra.
Mi lego i capelli in un coda alta, mi tolgo la canottiera e l'intimo ed entro in doccia.
Mi insapono tutta e poi giro la monopola dell'acqua calda.
Lascia acqua calda si posa sulla mia pelle, inizio a sciaquarmi.
Chiudo l'acqua e mi avvolgo attorno l'asciugamano.
Mi asciugo e mi metto l'intimo pulito, vado in camera da letto e prendo un top, dei pantaloncini corti dato che fa ancora caldo e le mie scarpe preferite.
Prendo una maglia leggerissima e me la metto.
Scendo giù le scale e vado in cucina, dove c'è mia madre che sta finendo di portare in tavola la colazione.

«Mamma io vado, sono già in ritardo.», prendo una brioche e bevo un Po di caffè.

«Va bene. Miraccomando, buona scuola.», mi sorride.

Esco di casa e mi incammina verso scuola, mentre cammino la mia testa si fa i suoi viaggi mentali.
Ho un grande sogno andare a lavorare in una casa editrice, ma so che non è possibile, ma intanto sogno ad occhi aperti.
Arrivo a scuola ed entro in classe.

«Amore mio, quanto mi sei mancata»

Vedo corre verso di me la mia migliore amica Vanessa.
Mi abbraccia fortissimo, e rimaniamo abbracciate.
Mi è mancata davvero tanto, anzi troppo.

«Anche tu», la stringo forte.

«Hai trovato qualcuno durante l'estate?», mi guarda con malizia.

Come sempre l'unica cosa che mi chiede è questa, la solita domanda alla quale sempre do la stessa risposta.
Perché pensa che l'amore, mi possa solo stravolgere la vita, farmi stare bene, e non vede l'ora di vedermi fidanzata.
In effetti non ha torto ormai i miei genitori litigano sempre, con mia sorella non vado d'accordo, ho bisogno di stare nelle braccia della persona che mi possa proteggere, e farmi sentire amata.

«Si, mi sono fidanzata.
Sto con Jason.»

«No aspetta, il ragazzo più figo di questa scuola sta assieme a te?
Wow. Sono felice per te.»

«Si ci siamo frequentati, e stiamo insieme da pochissimo.»

Mentre parliamo vedo entrare dalla porta Riccardo, il prof di italiano, mi guarda male e lo posso notare dai suoi occhi ignettiti di sangue, probabilmente avrà sentito ciò che stavo dicendo a Vanessa.
Non è affatto cambiato è sempre lo stesso figone di sempre, ma con quel taglio di capelli è ancora più bello.

«Buongiorno ragazzi sedetevi tutti hai vostri posti.»

Ci sediamo ai nostri posti ed iniziamo a parlare di cosa abbiamo fatto nelle vacanze.
Ogni tanto, ma cosa dico non ogni tanto spesso Riccardo mi guarda cerca il mio sguardo io non so cosa li prende ma vorrei saperlo, vorrei capire il motivo non che mi dispiaccia che mi guardi però se sapessi il motivo.

Dopo un'ora se ne va, e prima di andare quando vede che tutti sono distratti mi fa l'occhiolino, ma io dico il perché?
Bah, devo scoprire il perché.
Subito dopo arriva la prof Francesca.

«Camilla, gentilmente porti il quaderno al prof Riccardo ?
Lo ha appena dimenticato.»

Annuisco,
prendo il quaderno e vado in sala insegnanti dove trovo il prof seduto.
Busso alla porta, e si volta sorridendomi.

«Prof posso ?
Ha dimenticato questo»

«Certo!
Ah grazie mi sono dimenticato di averlo lasciato»

Entro dentro e lì vado vicino, noto che mi squadra da capo a piedi.
Non so ma sento che mi tremano le gambe accanto a lui.
Li poso il quaderno, sul tavolo e mentre mi volto per andare via mi prende per il braccio mi fa sedere sul tavolo e va a chiudere la porta a chiave.

«Professore...cosa sta facendo?»

Si avvicina a me e accarezza il viso.
Mi guarda con uno sguardo di "desiderio" verso di me.

«Te lo hanno mai detto che sei bellissima ?», sorride accarezzandomi la guancia.

«Si...molte volte», quasi balbettai.

l'amore tra un'alunna e il proprio professoreWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu