18.

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MADISON

La bambina è in incubatrice da tutto il giorno.
Tanti tubicini e fili attaccati a lei. Troppe cose attaccate al suo corpicino minuscolo e pallido.
Non mi permettono di prenderla in braccio, di vederla...
Jack è rimasto qui tutta la notte.
Ha fatto quasi a botte con un medico per restare, alla fine ha dormito nel letto vuoto accanto al mio letto.
Per qualsiasi cosa mi servisse, lui la faceva.
Quando dissi che dovevo andare al bagno, è stato parecchio imbarazzante chiedergli di aiutarmi.
È stato con me pure mentre facevo...quello che dovevo fare insomma.
Ho dovuto lanciare di tutto e di più per mandarlo via, si è limitato a restare sull'uscio guardandomi dallo specchio.
Ogni volta che scattava un codice rosso, pregavo che non fosse per la mia bambina.

«Mammina, guarda chi c'è» apro gli occhi un po' a fatica per la stanchezza.
Jack ha la piccola fra le braccia e si stanno guardando.
«Andiamo dalla mamma» Jack si siede sul letto vicino a me e mi da la bambina.
Appena la prendo in braccio, un brivido mi attraversa il corpo e sento il cuore a mille.
Le lacrime mi rigano le guancie e lei mi sorride.
Mi sfugge una risata fra le lacrime e lei ride leggermente.
È il suono più bello del mondo.
Chiude gli occhi, e si addormenta fra le mie braccia.
Sento il suo respiro, il suo calore, è tutto meraviglioso.
Un'infermiera la riporta nella nursery, poco dopo ne arriva un'altra con dei fogli.
«Il nome della bambina?» chiede gentilmente e ci sorride
Io e Jack ci guardiamo e non sappiamo cosa rispondere.
Con tutte le cose che son successe in queste ore, non abbiamo pensato per niente al nome da dare alla piccola.
«Ancora non lo sappiamo» rispondo stringendomi nelle spalle
«Non si preoccupi, le lascio qui i fogli cosi lo scriverete voi il nome» dice, lasciando i fogli sul letto e lascia la stanza.
«Che nome ti ispira?» chiedo a Jack che sta guardando il suo telefono seduto sul letto accanto a me
«Mh...» mugola «Scarlett?» chiede
«Non mi convince tanto...» confesso e si stringe nelle spalle
Mi vengo le lacrime agli occhi quando dal nulla, penso ai miei genitori.
«Che succede? Ti senti male? Chiamo l'infermiera» quasi cado dal letto per fermare Jack
«Sto bene...» la mia voce è strozzata
«Non è vero. Dimmi che succede»
«Pensavo alla mia mamma...al mio papà» non li vedo ne sento da mesi
Ho fatto di tutto per non pensare mai a loro, per non far pesare il mio dolore sulle altre persone.
«Loro sono qui» Jack appoggia la mano sul mio petto e mi guarda
Lo abbraccio forte e mi vengono i brividi quando lo sento inspirare nei miei capelli.
«Ti va di chiamarla come mia mamma?» chiedo asciugandomi le lacrime
«Qualsiasi nome sceglierai, a me andrà bene»
«Elizabeth Ryan» dico e lui annuisce
Scriviamo il nome sui fogli e Jack li porta dall'infermiera di prima.
Mi alzo per andare al bagno, è la terza volta in mezzora.
Sento le urla di Jack dal corridoio.
Esco dal bagno e lo vedo parlare con Sebastian.
«Trovala» gli dice urlando
«Amore sono qui...»
«Dov'eri finita??» torniamo in camera
«Ero in bagno...» mi stringo nelle spalle e lui mi abbraccia.
«Scusami. Non averti vista mi ha fatto andare fuori di testa» sussurra e mi stringe di più.
Sono seduda sul letto con le gambe incrociate dietro le sue ginocchia con il viso appoggiato sui suoi addominali che mi accarezza i capelli.
Gli metto una mano sui jeans e lui mi tira indietro i capelli per far si che lo guardi in faccia.
«Che fai?» chiede mentre continuo a muovere la mano
«Nulla» dico e lo vedo tremare
«Non starai pensando...» dice e io sorrido
«No. Non possiamo farlo. Non qui e non ora che...beh hai partorito da poco.» dice severo ma il suo corpo lo tradisce
Sotto la mia mano, i jeans iniziano a gonfiarsi e lo vedo che ansima.
«Che mi fai fare...» ansima e getta la testa all'indietro
Gli abbasso la zip e tolgo i jeans insieme ai boxer.
Lo accarezzo dolcemente e vedo i brividi sulla sua pelle.
«A-amore...» ansima e lo vedo tremare sotto le mie mani
Oppoggio le labbra sulla punta e inizio a muovere in cerchio la lingua.
Mi accarezza i capelli e io aumento il ritmo con la lingua.
«Amore fermati...» dice ansimando e io lo guardo
«Rischio di venirti in bocca...» mi accarezza la guancia
Gli sorrido di nuovo e lo prendo in bocca di nuovo
Lo sento irrigidirsi e capisco sta arrivando al limite.
Geme e il suo caldo seme mi invade la bocca, bagnandomi anche il viso.
Abbassa lo sgurdo e mi guarda e io sorrido.
«Che cosa devo fare con te?» dice, e mi bacia
Jack si ricompone e io anche, poco dopo entra l'infermiera di poco fa a riprendersi i documenti.
«La bambina sta bene, domani mattina potete portarla a casa» ci sorride l'infermiera e poi va via.

We could come back togetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora