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Scrivere con Benjamin attraverso uno schermo, mi faceva sentire bene.
Lui era semplicemente sé stesso soprattutto quando mi scrisse quel messaggio che mi avrebbe portato a visitare e ad assaggiare le "prelibatezze" del mondo come aveva detto lui e poi quella faccina finale mi fece arrossire. Forse lui non intendeva solo il cibo, vero? Perché se intendeva altro, il mio viso non potetti capire di che colore stesse diventando anzi stavo andando a fuoco e tutto ciò sotto lo sguardo di Bec.
Mi ero quasi dimenticato che lei fosse qui e stava leggendo tutti i messaggi.

"Prelibatezze eh?" affermò lei.

"Bec, silenzio" e misi l'indice sopra alle mie labbra per far capire che doveva stare zitta o altrimenti anche i miei vicini di casa avrebbero sentito le nostre conversazioni.

"Ma se sei arrossito solo leggendo"

"E quindi? "

"Niente " chi la capiva a volte quella ragazza, pensava ad alta voce e poi quando le chiedevi il perché, riusciva a portarti fuori percorso senza che nessuno se ne accorgesse o si dimenticava ciò che stava dicendo.

"Stasera usciamo? " se ne uscì così dal nulla mentre sistemavo lo zaino per il giorno dopo.

"Ma se è martedì e noi nei giorni settimanali in cui l'indomani abbiamo scuola, non usciamo mai" le dissi.

"Ero convinta come se oggi fosse sabato" si difese.

"Ecco perché oggi al posto di storia, hai portato letteratura"

Il resto del pomeriggio lo passammo a guardare una nuova serie tv che raccontava di una ragazza grassa presa di mira da tutta la sua scuola e quando diventa magra, decide di farla pagare a tutte le persone che l'hanno sempre derisa incontrando nella sua strada un avvocato caduto in disgrazia che vorrebbe farla diventare la miglior miss del Paese.
Non mi piaceva molto come serie, ciò in un certo senso sembravo io preso in giro dal gruppetto di bulli della mia scuola, ma mai avrei vendicato la mia rabbia di essere deriso verso persone che non vale la pena sprecare il proprio tempo. Io la vedevo in questo modo, è meglio fregarsene di ciò che la gente dice in giro su di te, che siano voci vere o meno, non avrei dato loro la soddisfazione e poi se ignori il bullo, questo prima o poi la smetterà di darti fastidio. Me lo ripetevo sempre questo strano discorso logico che per me la logica ce l'aveva e come.

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Sabato sera arrivò e con la forza e la determinazione di Bec, mi ritrovai ad uscire.
Era bello camminare ma soprattutto quando attorno a te c'è silenzio, nessun rumore e invece nella piccola grande Lecce non potevano mancare auto che ogni due per tre suonavano il clacson inutilmente, bambini che strillavano per ottenere ciò che desideravano, coppie che si litigavano per qualcosa di davvero inutili, ragazzi che ascoltavano ad alto volume la musica mentre camminavano.
A volte sarei voluto scappare e andare in un'isola deserta e rilassarmi senza nessun rumore attorno.
Per il resto della settimana, Benjaam non mi aveva più scritto, nemmeno un buongiorno o una buonanotte, niente di niente e per questo ero giù di morale.
Sapete quando si dice che non devi far condizionare il tuo umore da qualcun'altro? Bè a me quest non funziona, Benji lo condizionava e molto. Se lui era triste, mi sentivo improvvisamente triste anche io; se lui era arrabbiato verso qualcuno che gli aveva fatto male lo ero anche io; se lui era felice, il sorriso mi spuntava sul mio viso senza rendermene conto. L'effetto che lui aveva su di me era più forte di qualunque altro, anche della mia migliore amica.
Non so come ma ci ritrovammo in un vicolo in cui non eravamo mai stati. Fisso Bec per farmi dare spiegazioni ma in risposta scrolla le spalle, non ho nemmeno dato importanza a dove stessimo andando perso troppo nei miei pensieri per seguire la strada.
Poi si blocca di colpo come se avesse visto un fantasma, sto per chiederle il motivo quando mi tappa la bocca con una mano e mi tira verso una piccola stradina senza uscita per poi liberarmi dalla sua presa.

"Ma che ti ha preso? E poi dove diavolo siamo, non sono un cartomante di Lecce, quindi almeno credo che tu sappia dove stiamo andando" le dico senza prendere fiato e guardandola mentre lascia un enorme sospiro.

Qualcosa non mi quadra.

"Uno, non so dove stiamo andando ma so come ritornare a casa e due, affacciati leggermente e osserva la scena su cui i tuoi occhi si andranno a soffermare" non capisco e allora faccio come detto e seriamente non posso crederci.

Ritorno a guardare Bec e dopo due secondi la scena che ho difronte mentre la mia bocca si allarga in una grande 'O' e spalanco gli occhi e la mia migliore amica si poggia una mano sulla fronte per quanto è scioccata. Siamo entrambi sconvolti ed io che pensavo di star sognando, cioè siamo seri, ma proprio seri, seri, seri?
Non riesco a togliermela dalla testa quella scena nemmeno quando Bec mi tira con sé da tutt'altra parte e ci ritroviamo in Piazza Sant'Oronzo e per il resto della notte non faccio che altro che pensarci addormentandomi rivivendo ciò che avevo visto.

Scusa se ι ℓσνє уσυ //Fenji// Where stories live. Discover now