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Benjamin!

Quando Federico si addormentò, mi resi conto che il cellulare stava ancora registrando.
Mi alzai stando attento a non svegliarlo, bloccai il video e ritornai al suo fianco.
Dormiva così tranquillo, era un piccolo bimbo. Il mio bimbo.
Poggiai una mano sulla sua guancia e gliela carezzai.
Passai il mio sguardo dalle sue palpebre chiuse al suo naso delicato, scorrendo fino alla sua dolce bocca dove con il pollice tracciai il contorno.
Era perfetto. Ogni parte di lui era perfetta.
Sentivo una sensazione troppo forte farsi spazio nel mio cuore. Era bella, ma al tempo stesso un pò spaventosa.
Federico, cosa diavolo mi stai combinando?
Prima non ero così, io ero diverso e non sapevo nemmeno dire se l'amore esistesse veramente, ma adesso lui mi sta cambiando. Non mi riconosco, sono diventato più dolce, ho scoperto un lato di me romantico, ho messo da parte le bugie, mi sono aperto con lui. Ho lasciato che scovasse nel mio cuore, ho chiamato Robert papà, ho fatto una pazzia, tutto per due maledetti occhi che si infiltrano nell'anima e ti fottono senza che te ne accorga.
Federico mi fotteva testa, cuore e anima sin dal primo incontro, sin dal giorno che era tra le mie braccia al meet and great del concerto.

Emisi un piccolo sospiro e tornai a guardarlo mentre lui si mosse leggermente e aprì gli occhi.
Adesso le mie iridi erano fisse nelle sue, di quel colore azzurro cielo limpido senza nuvole, o come il mare di prima mattina. Quell'azzurro di cui ti innamori e perdi la ragione, ma ci trovi il cuore.
Lasciai un casto bacio sulle sue labbra. Belle, sottili e da mandarti in estasi diventandone dipendente.
Lui era diventato la mia droga, ero dipendente da Federico.
Posai nuovamente la bocca.
Ripetei il gesto per la terza, la quarta, la quinta volta mentre lui mugolò. Mi piaceva farlo impazzire come lui, senza saperlo, faceva impazzire me.

"Cosa vuoi Dede? " gli chiesi con uno sguardo malizioso.

"Voglio te e nessun altro" rispose provando a far avvicinare le nostre labbra, ma mi scostai.

Volevo provocarlo.

"Infatti tu avrai solo me perché mi fa impazzire l'idea che qualcun'altro ti possa toccare, sfiorare, farti desiderare come solo io posso" lo fissai.

Passarono minuti e feci scendere la mia mano sotto la sua maglia. Toccai ogni centimetro del suo petto e con un gesto veloce, misi le mie mani sui suoi fianchi portandolo a sedere sul mio bacino mentre io rimasi disteso.
Era fantastico averlo lì, sembrava combaciare.
Gli tolsi la maglia e osservai il suo petto che si alzava e abbassava a ritmo del suo fiato.
Passai le mani dai fianchi fino al punto che era situato il cuore. Lo sentivo battere come se fosse in gabbia e volesse correre per raggiungere il mio e cavolo, anche il mio cuore batteva in modo frenetico.
Mi leccai le labbra.

"Dede, muoviti" gli intimai di fare.

"M-ma ci sono i miei di là " rispose con tono basso.

"Non dobbiamo mica scopare" dissi.

Sapevo bene che i suoi genitori fossero nell'altra stanza, ma per quanto avevo capito i muri erano molto spessi quindi era difficile ascoltare anche delle urla diciamo.
Senza controbattere, iniziò a muoversi e lo aiutai portando le mani sulla sua vita.
Il mio membro pulsava e cazzo, stavo in più immaginando la mano di Federico in quel punto. Non andava affatto bene.
Tutta colpa del ragazzo.
Ribaltai la situazione trovandomi adesso io sopra di lui.
Lo baciai con tutta la passione, feci scendere la mia mano dal suo petto fino al bottone dei suoi jeans. Lo aprì abbassando anche la cerniera, poggiai la mano sopra il tessuto dei boxer sfiorandolo per poi infilarla al loro interno.
Lo sentì duro al mio tocco. Era strano, ma stra maledettamente bello.
I suoi occhi si aprirono di scatto e potevo leggere desiderio, passione, ma la sua testa gli dettava altro poiché strinse tra le sue dita il mio polso.

"Ben, non...non voglio" disse.

"Ma non è nulla di che, poi il tuo corpo mi suggerisce desiderio. Lasciati andare " provai a fargli cambiare idea.

Anzi mi stavo anche trattenendo altrimenti sarei andato oltre.

"Non è questo il punto, cioè non è il luogo adatto. Capisci? " parlò.

"Vorresti andare in hotel? " proposi.

"Ci potrebbero sentirci. Intendo le persone dell'hotel "

"Quanto sei ingenuo. Non ci sentirà nessuno perché per adesso ho le due stanze accanto vuote, però se tu urli forte è ovvio che ci sentiranno tutti, anche dall'altro capo del mondo " risi togliendo la mano dai suoi boxer e mi stesi accanto a lui.

Risi in modo un pò troppo forte e caddi a terra.

"Cosa stai ridendo, idiota? " e il viso di Federico sembrò più buffo quando mise il broncio.
"Sei un totale idiota, se hai ancora intenzione di ridere di me, bè quella è la porta e puoi uscire "

"Rico, dai. Lo sai che scherzo" mi alzai dal pavimento e lo abbracciai.

"No, adesso te ne vai" mi spostò delicatamente, però la mia presa era salda sulla sua figura.

"Sei proprio un bimbo, il mio. Sappilo" e lo baciai.

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Comunque la settimana prossima che inizio l'alternanza e poiché non avrò da studiare, aggiornerò più spesso.

Scusa se ι ℓσνє уσυ //Fenji// Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora