CAPITOLO 21 IL FULMINE NELLE MANI SBAGLIATE

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CAPITOLO 21

IL FULMINE NELLE MANI SBAGLIATE

Nonostante fosse notte fonda, l'esercito oscuro guidato da Blackod, continuava la sua avanzata, ormai era giunto nella terra di Canyor a pochi chilometri dai confini con la terra della luce

"Mio Signore che hai intenzione di fare ora?" chiese Redora

"Per adesso mi godo questi ultimi istanti con voi mie generali, a breve arriveremo al luogo d'incontro stabilito con gli altri e Nefulm, a quel punto diventeremo imbattibili"

"Non vedo l'ora di far fuori qualcuno" esclamò Nexia

"Non avere fretta, l'attesa della vittoria è pur sempre un piace- re" disse Blackod

Poche ore dopo il carro del Signore Oscuro giunse al punto stabilito dove ad attenderlo c'erano già Rayn e Batice. Blackod e le due generali scesero e si diressero verso di loro

"Ortur, Arian venite anche voi" esclamò Blackod "Lieti di rivedervi" esclamarono Rayn e Batice

"Si, si, non perdiamo tempo. Batice dalle divise direi che quello è il tuo esercito" disse Blackod

"Deduci bene, i migliori combattenti della terra del ghiaccio sono pronti a unirsi a voi" rispose l'uomo

"Molto bene, Rayn sbaglio o non vedo i tuoi uomini?"

"Siamo nella mia terra, lei non li vede ma anche il mio esercito è qui"

"Allora che aspetti a farlo uscire allo scoperto, muoviti unitevi a tutti gli altri"

"Ai tuoi ordini"

Rayn si allontanò, si girò di spalle e, rivolto verso un grande montagna di roccia, gridò un verso molto forte e rauco. In quell'istante l'ammasso di roccia iniziò a muoversi, l'intero monte era composto dall'esercito di Canyor, uno a uno gli uomini ripresero le loro sembianze naturali e si diressero verso il resto delle forze oscure

"Ora il mio esercito è al completo, guardate miei generali: ci sono gli uomini e le creature spaventose (pantere alate e serpenti enormi) della terra di Blackdaz, le arpie guidate dalle mie signore, l'esercito del ghiaccio e della roccia, le creature più malvagie obbedienti ad Ortur e le ombre guidate da Arian, nessuno potrà mai sconfiggerci, il mio esercitò è imbattibile" esclamò Blackod e tutti i generali risero compiaciuti

"Eppure manca ancora qualcosa" disse Blackod

"Già, quell'incompetente di Nefulm ed il suo esercito non sono ancora arrivati" esclamò Arian

"Poco importa, sono sicuro che a breve saranno qui, nel frattempo Arian ti dispiacerebbe crearmi un posto dove attenderli"

"Nessun problema"

L'uomo, con i suoi poteri, creò una grande ombra a forma di tendone

"Finché non arriverà Nefulm attenderò qui. Redora, Nexia venite dentro con me, voi date una festa in mio onore, organizzate qualcosa, date da bere a tutti e date in pasto alle creature i prigio- nieri superstiti, voglio che il mio esercito inizi ad assaporare il gusto della vittoria"

"Sarà fatto" risposero Ortur e Arian che si allontanarono per dare il via alla festa

"Andiamo mie signore, è giusto che lo assapori anch'io il gusto del successo" disse Blackod

I tre entrarono nel tendone dove regnava un solo colore il nero, qualsiasi cosa era nera solo le fiamme che illuminavano un po' l'interno erano blu. Mentre a valle si beveva e si brindava in onore di Blackod, giunsero nella folla anche Nefulm ed Eleckr

"Ortur dov'è il nostro signore?" chiese Nefulm

"Finalmente sei arrivato, tu e il tuo esercito ci avete messo secoli per raggiungerci" rispose il generale

"Si, il mio esercito... se non erro ti ho fatto una domanda!"

"Ti condurrò da lui dammi solo il tempo di gustarmi questo spettacolo, una delle mie creature sta per divorare uno dei prigionieri"

"D'accordo, che faccia in fretta"

La creatura era una delle numerose pantere alate, davanti a lei c'era un uomo in evidenti condizioni critiche che a mala pena riusciva a reggersi in piedi, attorno a loro la gran folla gridava:

"Mangia, mangia, mangia"

Pochi istanti dopo la belva si scagliò sull'uomo che provò inu- tilmente a reagire, applausi e gridi di gioia scoppiarono tra la folla

"Che spettacolo! Mi divertono sempre questo genere di cose, ora seguitemi" disse Ortur

Il generale condusse Nefulm ed Eleckr fuori dalla tenda fatta da Arian

"Il signore è lì. Io torno alla festa, non voglio perdermi altri spettacoli" disse Ortur

"Va pure, anzi Eleckr va anche tu con lui, è meglio che io incontri da solo Blackod" disse Nefulm

"D'accordo, un po' di baldoria non può farmi che bene" rispose Eleckr che si allontanò col generale

"Mie signore abbiamo visite, andate pure dalla vostre arpie controllate che si stiano divertendo" esclamò Blackod

"A più tardi" risposero le due uscendo dalla tenda "Va pure, ti sta aspettando" disse Redora a Nefulm L'uomo entrò nella tenda

"Ce ne hai messo di tempo per arrivare, iniziavo a preoccuparmi" disse Blackod


"In effetti c'è stato un contrattempo a Traek" "Di che si tratta?"

"Mentre recuperavo lo scettro del fulmine, fuori dalle mura della città il mio esercito è stato annientato, nessun sopravvissuto e il peggio è che non ho la minima idea di chi siano i colpevoli, solo una lunga battaglia poteva sterminare i miei uomini eppure non c'erano altri corpi oltre ai loro"

"I tuoi uomini erano degli incapaci poco importa, il mio esercitò è già molto forte, non è stata una grave perdita"

"Certo però non me la spiego"

"Non m'interessa quello che è accaduto. Veniamo a noi, eri a Traek perché ti avevo affidato una missione o sbaglio?"

"Non sbagli, ho recuperato quello che volevi"

"Ora si che ragioniamo, mostramelo"

Nefulm usci dall'interno della sua tunica lo scettro del fulmine

"Tra poco anche i poteri del fulmine saranno in mio possesso, seguimi" disse Blackod

I due uscirono al di fuori della tenda

"Silenzio" gridò Blackod attirando l'attenzione di tutti

"Rayn fa portare qui dai tuoi giganti di roccia, la parete dei calchi"

"Subito signore"

Rayn eseguì l'ordine di Blackod, pochi istanti dopo i calchi furono portati

"Miei uomini ammirate! Gli scettri dell'acqua e dell'aria erano già in mio possesso così come i loro poteri. Adesso inserirò lo scettro del fulmine e la mia forza aumenterà, sarò imbattibile. Redora, Nexia a voi l'onore d'inserirlo nel calco"

Le due presero lo scettro dalle mani di Blackod e lo inseriro- no nell'inserto, in quel momento nell'oskurt apparve il simbolo del fulmine che ruotava assieme a quegli dell'acqua e dell'aria. Blackod sollevò lo scettro oscuro e diede un colpo al suolo, facendo cadere coppie di saette alle sue spalle

"Il potere del fulmine è mio" gridò e la folla riprese a festeggiare e ad osannare il suo signore

"L'inizio della mia era è vicino, tra poche ore ripartiremo. Ora continuate pure a divertirvi" esclamò Blackod rientrando nella sua tenda.


Elelya: Il potere della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora