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Feci giusto in tempo per allontanarmi da lui e sedermi sulla sedia del tavolo, afferrando la tazza piena di caffè e portandomela alla bocca, che sentimmo la serratura della porta d'ingresso scattare

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Feci giusto in tempo per allontanarmi da lui e sedermi sulla sedia del tavolo, afferrando la tazza piena di caffè e portandomela alla bocca, che sentimmo la serratura della porta d'ingresso scattare.

I nostri sguardi interrogativi si incontrarono immediatamente. Jason si mise in piedi per rivolgersi all'ingresso a labbra socchiuse.

«Fratellone-», sentii una voce femminile provenire dal corridoio.

Qualche secondo dopo rivelammo la figura di una ragazza. Rimase con espressione al quanto stanca sullo stipite della porta della cucina osservandoci sorpresa non appena notò il nostro abbigliamento.

Incrociai le gambe per nascondere le mie gambe nude.

«Claire!», esclamò Jason. Corse verso la ragazza che mi stava scrutando con attenzione il viso. «Co-cosa ci fai qui?»

«Ecco... questa è pure casa mia», rispose lei sorridendomi leggermente.

«Ciao Claire», salutai sua sorella con un gesto timido della mano.

«Ei.» Era evidentemente divertita.

Jason fece per prenderla per le spalle e farla voltare e lasciarci soli, ma lei scappò dalla sua presa, adagiandosi svelta sulla sedia di fronte alla mia.

«Charlotte!», sussultò la mora, guardandomi con più attenzione. Ormai stava proprio sorridendo felice di vedermi. «Non avevo idea di vederti ancora qui. Non dovevi tornare a casa tipo un mese fa?»

«Claire!», la rimproverò Jason. Si torturò con i denti il labbro e dondolò sui talloni.

«Cosa? Non lo intendevo in modo rude. Voglio solo capire.»

Mi sorrise dispiaciuta, mentre Jason si passò una mano tra i capelli in ansia. Le sorrisi a mia volta, afferrando un biscotto dalla ciotola davanti a noi.

«Tranquilla, Claire. Ecco... in realtà è vero che non dovrei stare qui, tecnicamente», dissi ridendo.

Claire prese un biscotto a sua volta per per scrutarmi con attenzione.

«Ti sta bene la camicia di mio fratello», sibilò, passando lo sguardo da me a Jason, il quale era rimase impalato ad osservarci. Abbassai lo sguardo imbarazzata. «Ma più che altro. Voi due non vi odiavate?»

Continuò a ridere, puntando su di noi due. Come reazione alla domanda eravamo rimasti immobili.

«È-è una lunga storia», le spiegai sorridendo.

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