Dalle bianche mura della stanza d'isolamento, in fondo al lungo corridoio, non un solo suono trapelava.
Minho, giaceva immobile tra le candide lenzuola, i polsi legati con delle cinghie ai bordi di ferro del letto.
I capelli corvini erano spettinati sul cuscino, gli occhi vacui, fissi nel vuoto e le labbra secche erano schiuse.
Tutto era immobile, solo le ciglia di tanto in tanto compievano il movimento per inumidire l'iride.
Nella stanza non era presente nessun mobilio tranne il letto e una toilette nascosta in parte da un mezzo muro.
Non che avesse importanza.