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Le giornate passavano lente, alla mattina vi erano le medicine, la colazione, i dottori e al pomeriggio leggeva il suo libro preferito.

Sperava che Alice tornasse a fargli visita, ma non fu così... almeno fino a quella mattina.

Chan come tutte le mattine, fece visita ai suoi pazienti, e per ultimo a Minho. Passò davanti alla stanza 21, che sarebbe stata presto dissequestrata, ma che sarebbe rimasta vuota.

Quella mattina, dal fioraio mentre ordinava il solito mazzo di fiori, gli vennero in mente le parole del paziente: "Ad Alice piacevano rossi"

Osservò le rose, non era vero che gli piacevano rosse ... glielo aveva confessato vedendo passare un infermiera con un bouquet tra le mani.

"Che belli" Disse, seguendo con lo sguardo la donna, vedendola sparire dietro la porta della guardiola.

"Ti piacciono i fiori?" Chiese, voltandosi senza alzarsi dalla poltrona, poi tornò ad osservare Han, che riprese a suonare tranquillamente, pigiando delicatamente i tasti bicolori.

"Solo le rose... bianche"

"Scusi, può aggiungere al centro una rosa rossa?"

"Certamente"

Non sapeva bene perché, ma quando entrava nella stanza del corvino, sentiva la sua tristezza così palpabile, che se un fiore rosso lasciato davanti alla porta del suo amato lo poteva aiutare, lo avrebbe fatto volentieri allora.

Oltre che curare i pazienti, era suo dovere cercare di alleviare le loro sofferenze.

E Minho non aveva colpa della sua pazzia, così come tutti gli internati.

L'unica colpa che aveva era quella di essersi innamorato.

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