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"Quindi come va in casa?" domandò Jungkook sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle per salire sulla bicicletta.

Jimin lo imitò ed iniziò a pedalare, stando al suo fianco. "Beh ecco..." si morse il labbro, aveva già fatto una figuraccia con lui.

Insomma, era il fratello del migliore amico di Yoongi, e lo conosceva da anni, non poteva di certo insultarlo davanti a lui, di nuovo.

"Guarda che puoi dirmi cosa pensi di lui, eh, non glielo vado a dire, tranquillo, e poi non sarebbe una novità" ridacchiò il più alto. "So che è uno stronzo"

Il grigio sospirò e continuò a seguire l'altro. "Sì, in realtà, lo è. Insomma, i genitori sono molto gentili, la madre è una delle persone più dolci e sensibili che io abbia mai conosciuto, il padre è davvero un brav'uomo, e poi c'è Yoongi che..."

"Che? Dimmelo Jimin, davvero, puoi fidarti di me" disse Jungkook girandosi a guardarlo fugacemente.

"No è che...davvero, non gli ho fatto nulla, ma da quando sono arrivato qui mi tratta davvero male, è scorbutico ed ho la sensazione che mi odi, sul serio" disse allora Jimin.

"Già...lo so, è così un  po' con tutti, lo è sempre stato ma da quattro anni a questa parte è peggiorato...non lo fa apposta però, cioè posso anche capirlo, ecco" fece il moro.

"Mh? Perché, che è successo quattro anni fa?" domandò curioso Jimin.

Jungkook scosse la testa. "Una...una cosa"

Jimin non insistette, evidentemente era qualcosa di privato, e giustamente Jungkook non si sentiva in dovere di dirglielo al posto di Yoongi, così lasciò stare.

Semplicemente continuò a seguire la sua bicicletta per arrivare a casa sua; ormai era passata una settimana dal suo primo giorno in una scuola coreana, Jungkook gli aveva dato il suo numero ed erano diventati amici con poca difficoltà, essendo entrambi socievoli.

Il professore aveva assegnato loro un compito da fare a coppie, così il più alto si era gentilmente offerto di farlo a casa sua, così da mostrarla a Jimin anche per fargli cambiare un po' aria, dato che a 'casa sua' non andava molto bene.

Yoongi si comportava spesso come se lui non esistesse, e quando si accorgeva della sua esistenza, gli rispondeva male o lo prendeva in giro, e beh, Jimin era ferito da tutto quello.

Non tanto perché ci avesse fatto sesso, era già capitato una o due volte che lo facesse con qualcuno occasionalmente, ciò che gli recava fastidio era la sua indifferenza nei confronti di Jimin nel contesto generale.

Rimanere indifferenti al sesso andava anche bene, d'altronde la loro non era neanche una relazione, ma poteva anche notare che Jimin esistesse.

"Okay, siamo arrivati, seguimi, puoi posare la bicicletta nel garage" fece Jungkook risvegliandolo dai suoi pensieri e facendo un cenno con la testa.

Il moro scese dalla sua bici ed aprì la serranda del garage, per poi affiancare la bicicletta alla macchina e lasciare spazio a Jimin per fare lo stesso.

Poi lo prese per un braccio e lo tirò verso una porticina, la aprì ed iniziò a salire le scale mentre sentiva la serranda del garage chiudersi automaticamente dietro di loro.

I due si ritrovarono in casa del più alto, davanti la porta d'ingresso; a destra il corridoio si affacciava su una grande sala con un tavolo, un divano e dei mobili antichi, molto belli, a detta di Jimin, mentre a sinistra si andava verso la cucina.

Si diressero verso di essa e Jungkook si lavò le mani, invitando il grigio a fare lo stesso. "Okay uhm...mia madre è uscita molto presto questa mattina e non ha potuto lasciare nulla per pranzo...però abbiamo ancora del pollo e del kimchi e...ugh, mi dispiace, è la prima volta che vieni qui e guarda che ti do da mangiare..." arrossì leggermente, facendo sorridere di tenerezza Jimin.

εxcнαηgε [м.үg+ρ.נм]Where stories live. Discover now