capitolo 33

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deku's pov

la testa mi scoppia.
sento tutto lontano, come se fossi in un tunnel.

cerco di aprire gli occhi, ma ancora non riesco ad abituarmi alla luce della stanza in cui mi trovo.

credo di essere accasciato sul pavimento freddo, con qualcosa di ancora più freddo intorno ai polsi.

cerco di muovermi e l'unica cosa che sento è un rumore di catene.

finalmente gli occhi mi si sono abiutati e posso finalmente capire dove mi trovo.

c'è davvero tantissima luce in questa stanza, composta solo da 4 mura grigie e spoglie.

il pavimento freddo a contatto con la mia pelle, è ancor più scuro e vuoto.

alle mani ho delle manette, legate ad un gancio al muro con una catena.

non c'è nemmeno una finestra.

di fronte a me c'è l'unica via d'uscita, una grande porta di metallo, accuratamente chiusa.

come ci sono arrivato qui?

d'improvviso ricordo il padre di kacchan, anche se se provo a sforzarmi di ricordare mi viene mal di testa.

cos'è successo? ricordo solo del fumo e uno strano odore, poi un sonno tremendo mi ha assalito e credo di essermi addormentato.

poi buio totale.

ed ora, eccomi qua, rinchiuso in questa stanza, chissà dove.

lontanto da tutto e da tutti, ma soprattutto lontanto da kacchan.

chissà se lo rivedrò ancora... lo spero, ma non penso... anzi, penso che suo padre voglia uccidermi, credo mi odi solo perchè sono innamorato di suo figlio.

mica è una colpa! insomma, l'ha guardato che gnocco di figlio che ha? come faccio a non innamorarmene?

comunque devo trovare un modo per andarmene o almeno per avvisare qualcuno.
il mio zaino non è più qui, quindi anche qualsiasi mio mezzo di comunicazione è andato.

riesco ad arrivare alla porta? devo liberarmi di queste manette. provo a tirarle verso la porta ma non ci arrivo.

allora provo ad alzarmi ma un improvviso dolore alla gamba sinistra mi fa cadere a terra gemendo.

mi guardo la parte dolorante, trovando i pantaloni strappati e la pelle tutta ricoperta di sangue.

o mio dio, ma che cavolo è successo? e come ho fatto a non accormermene??

quel bastardo mi ha fatto un taglio da metà coscia più o meno fino al ginocchio, è anche abbastanza profondo e un po' sanguina ancora.

solo ora mi accorgo della chiazza di sangue sul pavimento.

provo a strisciare fino alla porta, cercando di arrivarci con la gamba sana... ma ovviamente è chiusa a chiave.

sento dei passi e mi affretto a tornare al mio posto.

qualche secondo dopo, un sacco di scocchi e rumori di chiavi e lucchetti accompagnano l'entrata del padre di kacchan... in mano ha un bastone e una spranga di ferro.

per l'ennesima volta mi si gela il sangue nelle vene... ho capito, sono morto.

-ben svegliato- mi dice per niente in modo gentile -dormito bene?-

senza lasciarmi il tempo di dire nulla aggiunge -ora ci divertiamo un po', ok?-

con uno scatto mi mette un pezzo di stoffa in bocca e me lo lega dietro la testa.

prende la catena con attaccate le manette, staccandole dal gancio del muro e mi tira -alzati- sputa fuori come un ordine.

ci provo ma cado a terra per colpa della gamba.
lui mi prende per un braccio e mi alza di peso, resto in equilibrio su una gamba.

inizia a camminare e io saltello il può velocemente possibile per stargli dietro.

usciamo dalla stanza e mi ritrovo in una stanzona davvero gigantesta, piena di celle vuote... siamo in un carcere.

che cavolo ci facciamo qui?

arriviamo ad un'altra stanza senza finestre e per niente arredata.

questa volta a decorare le 4 mura grigie c'è una sbarra di ferro che prende tutta una parete.

ho di nuovo un brutto presentimento.

arriviamo alla sbarra e attacca la catena ad un altro gancio -stringi le mani alla sbarra- faccio come dice.

si posiziona dietro di me, facendo aderire il suo petto alla mia schiena, e mi schiaccia contro il muro.

sento una mano scendere a palparmi il sedere, divento subito rigido, non voglio che mi tocchi uno schifo come lui, solo kacchan può!

provo a divincolarmi, ma è una pessima mossa. una sprangata di ferro mi arriva nella schiena, facendomi urlare contro la stoffa che ho in bocca.

-la cosa è semplice, piccolo frocetto- dice stringendomi i capelli fino a farmi male- se ti dimeni o provi a resistermi ti becchi la spranga di ferro, se fai il bravo solo quella di legno e se mi fai godere abbastanza non ti picchierò-

inizio a piangere... come può succedermi una cosa del genere? come può esistere certa gente? cos'ho fatto di male? aiuto...

-te l'avevo detto che ci saremmo divertiti, no?- è l'ultima cosa che gli sento dire per poi udire solo la fibia della mia cintura urtare il pavimento, insieme alla sua.

kacchan's pov
ho raccontato tutto a mia madre e abbiamo appena finito di piangere entrambi.

ci siamo spostati in cucina e ora siamo seduti al tavolo. lei ha continuato a scusarsi per quello che sta succedendo, dice che è colpa sua, che doveva lasciare mio padre molto tempo fa.

-tranquilla mamma- le passo una mano sulla schiena -andrà tutto bene- cerco di convincermene anch'io.

torno serio -dobbiamo trovarlo, mamma. lo amo, non posso stare senza di lui-

lei mi guarda e sorride -lo troveremo-

-quel bastardo mi ha dato un solo indizio: estate 2003... ma io non so che cosa significa! forse qualcosa che abbiamo fatto in quell'estate, non so... ero piccolo, ricordo poco. tu?-

-io me lo ricordo. eravo andati al lago qui vicino, è a circa due ore da qui. anche se non capisco come mai abbia scelto quel posto è sempre pieno di gente- si fa pensierosa.

-ti ricordi se abbiamo visitato qualcosa di particolare? un posto isolato o altro?-

-non so se sia proprio isolato, ma abbiamo visitato un carcere... credo che ora sia abbandonato... ODDIO, KATUSKI!-

-cosa c'è mamma??- chiedo ansioso.

-è proprio li! quando ci siamo andata mi ha detto "questo sarebbe un posto perfetto per nascondersi"... l'avevo presa sul ridere ma evidentemente lui era serio-

-oddio mamma, sei un genio! grazie-

-●-
amatemi, vi ho messo subito l'altro capitolo :)

mi scuso se ora avete tanto istinto omicida, ma spero ce ne sia un po' più per il padre di kacchan che per me ^^

comunque fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima ♡

i need you || bakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora