46. "PADRONE"

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AVVISO!
Contenuti maturi in questo capitolo.

CLAUDIA

Mi sentii mancare il fiato per un istante e la testa girarmi forte dal momento che avevo sentito dirgli quelle due parole.

Ok Claudia...

Quelle parole. Quel timbro di voce. Quella cadenza leggermente spagnola. Non poteva essere. Stavo immaginando solo cose. Proprio non poteva. Lui non poteva essere quì. Lui stava marcendo in prigione dove si meritava di stare per il resto della sua vita. Era solo qualcuno che per puro caso aveva il suo timbro di voce, la sua cadenza, la sua stessa statura, il suo stesso corpo e lo stesso piccolissimo tatuaggio lì sul polso dove giaceva l'orologio. Una piccolissima scritta. Una scritta che conoscevo bene. DEATH. Anche lui ce l'aveva lì sul polso e solitamente coperto da un orologio. Ma io lo conoscevo bene quel tatuaggio. Lo conoscevo meglio di chiunque altro.

'Ok Claudia, oggi vediamo se hai la resistenza giusta...' La sua voce, l'unica cosa che potevo sentire, tuonò da sopra di me mentre ero legata ad un guinzaglio ed inginocchiata ai suoi piedi. Iniziai a tremare come una foglia, anche se ormai dopo due anni il dolore fisico non mi faceva quasi più niente. Ero diventata insensibile. Odiavo quella voce. Odiavo il suo profumo irresistibile quanto insopportabile. Odiavo quel corpo così perfetto. Odiavo Tristan Monteiro. 'Alzati schiava.' Disse mentre cercai di alzarmi con quel po' di forze che avevo. Ero dimagrita così tanto da sembrare scheletrica. Sapevo che sarebbe stato inutile provare a fargli cambiare idea. Avrebbe solo peggiorato le cose. 'Dimmi di farti ciò che voglio, schiava. Dimmi che ti piace. Forza.' Disse mentre restavo con lo sguardo basso. Se non volevo essere trattata ancora peggio dovevo dirglielo. Dovevo ubbidire. Solo così la mia tortura sarebbe stata più lieve, se di lieve potevamo parlare.

'M-mi faccia ciò che vuole, p-padrone. Mi piace.' Gli dissi con un filo di voce. Quelle parole facevano fatica ad uscire.

'Brava la mia cagnolina. Ed ora dimmi quanto ti piace quando ti possiedo...' Mi si rivoltò lo stomaco e dovetti trattenermi dal vomitare la bile che mi era salita allo stomaco.

'T-tanto, padrone.' Mi trattenni dal piangere.

'Adoro quando mi ubbidisci. Ed ora dimmi solo che non vedi l'ora di essere posseduta brutalmente. Forza Claudia.' Mi disse all'orecchio avvicinandosi al punto che tra il mio corpo completamente nudo ed il suo non vi fosse più spazio. Stavo per venir meno. Il mondo girava così forte, ma dovetti sostenermi.

'N-non vedo l'ora, padrone...' Cercai di dirgli. Mi sentivo quasi per cadere.

'Non vedi l'ora di cosa? Non ho capito bene...da brava, spiegami cosa vuoi che ti faccia...' Non volevo svenire proprio lì. Mi avrebbe punita.

'D-di essere p-posseduta b-brutalmente, padrone...' E nel momento in cui pensai di perdere l'equilibrio e finire a terra svenuta, mi aggrappai al suo braccio. Spalancai gli occhi e lasciai subito la presa. L'avevo toccato. E il padrone non si toccava.

E una pesante sberla mi arrivò in pieno viso facendomi crollare definitivamente a terra. Sentii il sapore metallico del sangue all'interno della mia guancia.

'Come hai potuto mettere le tue sporche mani di bestia su di me, eh??' Urlò tirandomi per i capelli.

'M-mi scusi, padrone...m-mi sentivo svenire e...e...ed è stata una r-reazione istintiva...' Gli dissi tremando così tanto che sentivo il mio cuore come se volesse spezzarsi in due.

'Rimpiangerai di avermi toccato!' Disse furioso. E già sapevo che significava.

Si tolse la cintura e se la mise in mano in modo che diventasse una frusta. Già sapevo quale fosse stato il dolore. L'avevo già provato diverse volte, ma non quando lui era arrabbiato. L'aveva usata solo per divertirsi. Ora invece temevo che avrebbe fatto più male del solito.

My Protector - Il Mio Protettore ✔Where stories live. Discover now