47. IMPERDONABILE

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YAGO

Ero crollato. Ero lì sul pavimento e la tenevo tra le mie braccia. E non credevo che potessi provare quel profondo odio verso me stesso. Volevo consolarla, volevo farle capire quanto ero dispiaciuto, volevo poterle cancellare tutto ciò che le avevo fatto, le torture, la violenza. Volevo poterle togliere quella paura dagli occhi. Volevo che non mi avesse mai conosciuto. Lei piangeva, singhiozzava ed era tesa, ma non si scostò, probabilmente per paura che le avessi fatto del male.

La p-prego, p-padrone, la cintura no...f-fa troppo male...n-non mi uccida...

Ricordai quante volte l'avevo frustata fino allo sfinimento. Quante volte tratteneva le lacrime perché glielo vietavo. Che razza di mostro ero? Se pensavo ad Isabella che subiva quelle cose per mano mia, mi si rivoltava lo stomaco. Le lacrime mi scendevano e non riuscivo a fermarle. Claudia tremava così tanto tra le mie braccia, ma non riuscivo a lasciarla andare. Volevo darle del calore. Volevo darle qualcosa di diverso cui era abituata. Chloe rimase immobile qualche passo più in là.

Mi avvicinai all'orecchio di Claudia e le sussurrai qualcosa mentre le accarezzai dolcemente quei morbidi capelli ricci.

'Perdonami Claudia...ti imploro, quì in ginocchio...perdonami...' Le dissi con voce rotta. Lei si irrigidì ancora di più tra i singhiozzi.

'C-cosa dice p-padrone?' Chiese. Padrone. Quella parola mi faceva sentire sporco. Mi faceva sentire malvagio. Mi venne un'improvvisa nausea.

'Non mi chiamare in quel modo-'

'M-mi scusi...n-non volevo...' Era sotto shock. Pensava che le avrei fatto del male. Tremava così tanto. Mi allontanai per un istante prendendole il viso tra le mani. Lei pianse silenziosamente tenendo lo sguardo basso. Non voleva guardarmi.

'Guardami Claudia...' Le dissi col tono più rassicurante che potessi fare. Alcune lacrime mi scesero ancora. Lei fece cenno di no. 'Non ti farò del male...guardami...'

'N-non voglio morire...' Disse quasi sottovoce. Dovevo fare sono una cosa per farle alzare lo sguardo.

'Ti ordino di guardarmi, schiava.' Le dissi cercando di imitare il vecchio Monteiro. Mi sentii stritolare lo stomaco. Non mi piaceva quella sensazione che prima mi dava potere. Lei all'istante incollò gli occhi ai miei spaventata a morte. Le accarezzai il viso con entrambe le mie mani. Era così fredda. 'Tristan Monteiro non esiste più. Quel mostro è morto sei anni fa. Davanti a te c'è Yago Garcìa. E in questo momento ti sto chiedendo e implorando perdono per tutto il male che ti ho fatto, quel male che so che è indelebile, ma che non rifarei nemmeno sotto tortura. Fammi quello che vuoi, dimmi quello che vuoi, Claudia, perché me lo merito tutto...' Le dissi mentre lei rimase lì sotto shock. Non sapeva che fare. Tremava ancora, ma un po' di meno. Le feci cenno che poteva parlare. Le sue lacrime ricominciarono a scorrere più forti di prima. Gliele asciugai una ad una con le mie dita dolcemente. Chloe non c'era più. Forse ci aveva dato un po' di privacy.

Aprì la bocca e poi la richiuse. Una seconda e una terza volta. Non aveva parole.

'Dì qualcosa...ti prego...' Le dissi. Non sopportavo quello sguardo spaventato e quel silenzio che mi lacerava dentro.

'N-non mi farai più d-del male?' Aveva ancora paura. La strinsi di nuovo a me. Forte. Così forte da farle sentire tutto il mio calore.

'Mai più, Claudia. Mai più.' Le dissi mentre la mia mano faceva su e giù la sua schiena. Sentii che piano piano si rilassava sotto il mio tocco.

'N-non riesco a p-perdonarti...non ce la faccio...' Disse mentre piangeva ancora sul mio petto. 'Ho ancora gli incubi tutt'oggi. Ti sogno ogni notte mentre mi fai tutte quelle cose orribili...io non posso perdonarti...non posso...' Si allontanò per un attimo per guardarmi. 'Ho la schiena piena di quei segni. Ogni tuo marchio è ancora lì, sbiadito sulla mia pelle. Sono fortunata ad avere il mio Steven a cui non importano tutti quei segni. Io, Tristan, ti porterò per sempre sul mio corpo come ricordo dei tre anni in cui ho vissuto all'inferno. Come puoi pretendere che ti perdoni?' Mi guardò ormai con uno sguardo fiero. Lo sguardo di una ragazza che ormai è donna.

My Protector - Il Mio Protettore ✔Where stories live. Discover now