63. LA RESA DEI CONTI

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Lo guardai fisso. E sapevo di voler bene a quell'uomo. A modo suo mi aveva cresciuta. Ma pensare che voleva far fuori l'uomo che amavo, mi faceva imbestialire.

'P-perché sei su questa sedia a rotelle?' Chiese impaurito. Feci finta di guardare la sedia e poi ritornare con lo sguardo sul suo.

'Questa sedia? Hai per caso dimenticato cos'hai fatto, papà?' Chiesi stringendo i denti.

'Quei colpi non erano per te, figlia mia!! Io non avrei mai voluto-'

'Quei colpi, caro papà, erano per l'uomo che amo! Quei colpi erano intenti ad uccidere la persona che mi fa battere il cuore e che mi adora come una dea!' Gli urlai in faccia.

'Quell'essere è il peggior uomo che tu avessi potuto incontrare sulla faccia della terra!!' Urlò lui.

'E quell'uomo me l'hai fatto incontrare tu! Perciò prenditi le conseguenze delle tue azioni. Io lo amo e tu non puoi farci niente.' Gli puntai un dito.

'Io non darò mai la benedizione sulla vostra unione, Isabella. Non la darò mai!!' Gridò come un matto.

'Nessuno te l'ha chiesta papà. Ricorda che sono sempre vissuta da sola. Che non ho mai ricevuto un tuo bacio, o una tua carezza. Mai una parola di conforto. Mai un incoraggiamento. Quindi saresti l'ultima persona da cui vorrò avere una benedizione. Tienitela per te perché ne avrai bisogno.' Gli dissi cinica.

'Quell'uomo ha torturato tua sorella-'

'Come tu hai torturato altre cento ragazze! Perciò non mi venire a fare la predica! Mia sorella, sangue del mio sangue, e sicuramente abbiamo più sangue in comune io e lei, ha accettato la mia relazione con Yago e questo mi basta! Tu non sei nessuno.' Gli dissi senza neanche versare una lacrima.

'Rimarrai sempre su quella sedia? Lui si stancherà di te, lo sai? Il tuo corpo morto non lo vorrà più!!' Sul serio mi sta augurando di rimanere qua sopra?

'Tu mi fai schifo, papà. E per tua informazione, non rimarrò su questa sedia e sempre per tua informazione riesco a fare l'amore con lui tranquillamente e fidati che mi fa godere così tanto che mi fa sognare. Le sue mani sul mio corpo mentre mi-'

'BASTA! NON VOGLIO SENTIRE UN'ALTRA PAROLA!!' Urlò con quanto fiato avesse in gola. La porta si aprì di scatto rivelando Yago. Era spaventato. Forse aveva sentito urlare. Gli feci segno che andava tutto bene, così uscì di nuovo.

'Ti sei rassegnato che hai perso tutto, papà? Potere, fama, entrambe le tue figlie...' Gli dissi con calma.

'Tu farai in modo che si prendano il mio potere? Tu vuoi questo??' Mi disse sconvolto. Un'altra prova che teneva solo al suo maledetto potere più di tutto.

'Se è per questo vorrei anche farti marcire all'inferno, ma sono troppo buona per farti uccidere. Riveira andrà a capo della mafia argentina, com'è di diritto. Sei prima tu che hai giocato sporco con suo padre ed ora la cosa ti si ritorce contro. Si chiama karma, papà.'

'Ti hanno fatto il lavaggio del cervello!! E non appena uscirai di quì, mi uccideranno! Vuoi tenermi sulla coscienza??'

'Oh no papà. La morte è troppo semplice e indolore. Marcirai in prigione. In una prigione in isolamento. Poco cibo. Poca igiene. Vediamo se la tua di coscienza si risveglia. Se fossi stato un vero padre, non mi sarei ridotta a queste condizioni. Ma non mi dai altra scelta.' Gli dissi ingoiando il groppo alla gola formatosi. In fondo dire quelle parole faceva male. Non ero quel tipo di persona. Ma dovevo farlo. Mio padre era malvagio e purtroppo meritava la sua fine.

'Io sono tuo padre, Isabella...' Disse come per non crederci.

'Ed io sono tua figlia. Lo sono sempre stata. Ma per te non sono mai stata tale. Io ti ho sempre rispettato. Ma ora basta. È ora di fare una scelta e questa è la mia.'

My Protector - Il Mio Protettore ✔Where stories live. Discover now