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Fu sicuramente il viaggio più lungo e ansioso della mia vita.
Mark mi aveva detto quelle parole e da quel momento in poi l'ansia iniziò a pervadermi. Non sapevo per quale motivo, ma avevo come la strana sensazione che qualcosa fosse andata male, che Iseol fosse in pericolo...
sarei mai riuscito a perdonarmi una cosa del genere, se ad Iseol era capitato qualcosa di brutto?
La risposta era sempre stata chiara nella mia testa: no.
Non sarei mai riuscito a perdonarmi niente che avesse messo in pericolo la sua vita... e stavo già iniziando a sentirmi male sul serio.
Jong Suk correva sull'autostrada, anche lui con un velo di preoccupazione nel volto, anche lui con la strana sensazione, forse, che qualcosa era andata storta.
Il sudore iniziò a colare dalla mia fronte sebbene fosse dicembre inoltrato.
La neve colorava di bianco le strade, così come lo facevano le luci azzurre e rosse nei negozi...
Ma a me mettevano ancora più ansia.
Busan era troppo lontana da Seoul... e poi, il papà di Iseol era alle nostre spalle... e la cosa mi rendeva più agitato.
Già tra di noi non c'era un rapporto così rose e fiori... se fosse accaduto qualcosa alla figlia le cose sarebbero peggiorate di sicuro.

Sospirai appoggiando la testa sullo schienale e massaggiandomi gli occhi stanco.
Quella situazione mi stava rendendo ancora più pazzo... ancora più fuori di me.
Mark sembrava preoccupato quando aveva detto quelle parole ed io non sapevo più che fare.
Volevo velocemente arrivare da Iseol, vederla stare bene... ma più ci avvicinavamo e poi quei pensieri mi tormentavano. Avevo paura di perderla... paura che le cose andassero male.
Certo che la vita davanti ce ne aveva messe tante...
quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso... se lei stava male, io sarei impazzito.

<<Ti prego dimmi che non è andato niente male.>> chiusi gli occhi, parlando da solo.

Jong Suk si voltò verso di me per qualche secondo, poi di nuovo verso la strada semi deserta.

<<Taehyung... stai tranquillo, anch'io sono preoccupato ma si sicuro non sistemerà le cose.>> Jong Suk sembrava stanco.

Il suo volto bianco era colorato dal viola delle borse sotto gli occhi, che sembravano alquanto esausti e assonati.

<<A proposito... grazie per quello che hai fatto prima per me. Ti sono grato, hyung.>> dissi.

Jong Suk sorrise non distogliendo lo sguardo dalla strada e fece spallucce guardandomi con la coda dell'occhio.

<<"Va bene, ma non ti chiamerò hyung">> mi fece la ripassata per quello che gli avevo detto l'anno prima, quando si scusò con me per l'episodio delle minacce, facendomi sorridere imbarazzato.

<<Scusami per l'anno scorso. Sono un idiota, sul serio.>> risposi voltandomi verso il finestrino, con ancora l'ansia a massacrarmi.

<<Be', avrei fatto lo stesso se qualcuno da un momento all'altro mi fosse spuntato davanti prendendomi a calci e minacciandomi di mandarmi in Corea del Nord!>> rise allungando una mano per sbatterla sulla mia spalla, per poi sorridere di nuovo.

A causa del mio pessimo carattere, della mia brutta abitudine a non riuscire a vedere niente di buono nella gente non mi ero mai accorto che le persone che mi stavano accanto erano bellissime. E mi sentivo così in colpa per tutto quello che avevo detto e fatto l'anno prima... anche con Iseol stessa sebbene mi avesse detto un sacco di volte che andava tutto bene, che aveva dimenticato tutto.
Ma quello che non aveva mai dimenticato ero io... e i rimorsi ancora mi facevano male.
Così tanto che senza poterlo controllare iniziai a piangere.
Lacrime salate, che mi rigavano il viso e mi rendevano debole.
Perché Yoongi aveva sempre avuto ragione... ero debole.
Lo ero sempre stato.

E quando sarebbe venuto a conoscenza del fatto che ero stato quasi condannato, quando anche gli altri lo avrebbero saputo, mi sarei sentito ancora più debole.
Se non fosse stato per il papà di Iseol, se non fosse stato per Mark e Jong Suk in quel momento probabilmente sarei già stato ucciso...
Perché io non riuscivo a convincere nessuno, perché le mie spiegazioni erano deboli come me...

Asciugai una lacrima che mi era colata con la manica della giacca e Jong Suk se ne accorse. Ma fece finta di nulla... si comportò come se non avesse visto niente... e gli ero profondamente grato anche per quello...

Quando arrivammo in ospedale a Busan l'ansia aumentò ulteriormente.
Mi slacciai la cintura di sicurezza e senza aspettare corsi dentro l'edificio alla ricerca disperata di Iseol.

Corsi come un pazzo per i corridoi bianchi, beccandomi qualche rimprovero, ma non ascoltai nessuno.
Corsi verso un'infermiera e senza fiato le chiese informazioni.

Mi guardò strano per qualche secondo, ma poi mi disse dove potevo trovarla e salii su.
Il cuore mi batteva forte, la testa mi faceva malissimo ed il corpo era come bloccato a quelle sensazioni, ma ignorai tutto.
Corsi, corsi senza fermarmi un attimo, quando incontrai lo sguardo stanco di un dottore.

Mi fermai senza fiato, avvicinandomi a lui che alzava lo sguardo sul mio e mi guardava stravolto.

<<Si?>> la sua voce era stanca ma un leggero sorriso gli spuntò in volto quando gli fui a pochi centimetri dal viso.

<<Song Iseol.>> dissi respirando a fondo.

Il dottore prese una cartella da un tavolo vicino e la guardò.
Nel frattempo, da un'ascensore, comparirono suo padre e Jong Suk, aumentando la mia ansia.

<<Oh bene, chi dei due è il fidanzato?>> chiese sorridente, guardando me e Jong Suk.

<<Io.>> dissi stanco, guardando l'espressione quasi desolata del dottore.
Perché quel suo sguardo non mi piaceva? Era come se stesse per dirmi che lei era morta...

<<Lei è il padre quindi?>> chiese rivolto al comandate Song che ansioso quanto me annuì senza dire nulla.

<<Scusate la mia espressione. Oggi ho operato troppe persone... comunque, congratulazioni signor... ehm, signor?>> fece un altro sorriso mentre io confuso corrugavo le sopracciglia.
Ma che stava dicendo?

<<Kim. Kim Taehyung.>> dissi ancora perplesso.

Lui sorrise.

<<Tra un paio di mesi sarò in grado di dirle se è maschio o femmina.>> mi strizzò un occhio, facendomi spalancare i miei.

Una leggera euforia mi attaccò da tutte le parti.
Non so spiegare bene ciò che provai esattamente... mi sentivo felice, come se tutto quello che era successo negli ultimi due giorni non mi avesse toccato minimante.
Iseol stava bene... e aspettava un bambino. Era quello che avevo sempre desiderato? Sì, da quando stavo con lei.
Condividere tutto con lei, avere una famiglia con lei.

Mi voltai a guardare suo padre e Jong Suk, entrambi perplessi.

<<U-un bambino?>> chiese il comandate Song guardandomi con emozioni contrastanti.

Un misto tra la voglia di uccidermi e la voglia di saltare dalla gioia per la bella notizia.

<<Ma sta bene, vero?>> domandai con un sorriso che non riuscii a trattenere.
Ero troppo felice.

<<Sì, ed é sveglia. Potete andare da lei.>> sorrise un'altra volta.

Senza lasciarmelo dire due volte corsi verso la stanza che mi aveva detto l'infermiera ed entrai dentro.

La trovai seduta sul suo letto, con le coperte che l'avvolgevano fino a metà gamba e l'espressione sconvolta che si trasformò in gioia non appena incontrò il mio sguardo.

<<Taehyung!>> pianse allagando le braccia e, facendo lo stesso, corsi verso di lei ad abbracciarla.

Mi sentivo così felice in quel momento che avrei voluto gridare dalla gioia!

<<Taehyung stai bene per fortuna...>> sussurrò al mio orecchio mentre io le baciavo la testa in lacrime e incontravo poi il suo sguardo.

<<Sono l'uomo più felice della terra in questo momento.>> dissi facendola sorridere, mentre lei mi guardava in lacrime e mi baciava la fronte.

<<La voglio chiamare So-Yeon se è femmina.>> disse prima che entrasse suo padre in stanza, non lasciandomi il tempo di rispondere.
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Buon anno a tutti!❤️❤️❤️❤️

The devil lives in Seoul|Kim Taehyung🥀Where stories live. Discover now