𝟘.𝟛

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-Ti fa male se ti tocco qui?- mormorò Sophia tastandomi il polso. La faccia della ragazza era contratta in una smorfia di paura, paura al pensiero che mi sia rotto il polso. A niente erano servite le mie rassicurazioni, Sophia era testarda, se si metteva una cosa in testa la faceva, nonostante tutto.

Mi osservai il polso, era attraversato da una macchia bluastra, violacea alle estremità. Certo, aveva un aspetto orribile ma non mi faceva molto male, perlomeno riuscivo a muoverlo, anche se mi procurava fitte lancinanti. Però lo muovevo, e questo significa che non era rotto, giusto?

-Ehi, sto... bene?- dissi cercando di rassicurare per la centesima volta la ragazza dai capelli rossi, che, però, nel sentirmi pronunciare queste parole sembrò preoccuparsi molto di più.

-Hai una faccia che fa paura, il polso rotto e tu mi dici che stai bene? Ma capisci cosa stai dicendo, cazzo!- esclamò Sophia perdendo il controllo, io, sinceramente, mi sorpresi nel vederla fare questa scenata, insomma, io consideravo Sophia una ragazza calma. Non l'avevo mai vista arrabbiata. Le guance le si erano tinte di un rosso acceso e sembrava sul punto di esplodere come ad una bomba ad orologeria. 

Mi osservai nello specchio e per poco non mi venne un colpo. Sapevo di essere combinato male, ma non immaginavo di essere ridotto in quel modo.

L'occhio sinistro era cerchiato da una macchia simile a quella che avevo sul polso e, peggio ancora, il mio occhio era arrossato ed i capillari presenti al suo interno erano più rossi ed evidenti del normale. Ringraziai che non fossero scoppiati. Ad un mio compagno di classe, Bradley Donovan, era capitato e, per una settimana, aveva avuto l'occhio completamente rosso, fatta eccezione per la pupilla e l'iride. Spettacolo non bello, se ci penso mi vengono ancora i brividi.

Il mio labbro inferiore era spaccato, uno squarcio dal quale usciva ancora un pò di sangue che si andava a coagulare sul mento. Così come quello che mi usciva dal naso, quest'ultimo si era ingrossato di molto, tanto da sembrare una grossa patata piena di sangue.

Sullo zigomo destro avevo un taglietto dal quale, a dispetto delle dimensioni, mi usciva un rivolo continuo ed uniforme di sangue che non accennava a smettere.

-Io vado a prendere l'alcol e qualche cerotto... moolti cerotti.- disse Sophia, alzandosi dal letto ed allontanandosi. -Resta qui, Jack. - si assicurò un attimo prima di sparire dietro lo stipite.

Io feci un sorriso amaro "Dove potrei andare?"

Sophia era stata la prima a porgermi la mano quando ero caduto aterra sanguinante e tutto ammaccato, mentre la maggior parte della gente mi guardava semplicemente ed alcuni addirittura ridevano, come se io non stessi soffrendo da matti a pochi passi da loro.

Sophia mi aveva portato a casa sua, nonostante non fossimo nient'altro che semplici conoscenti. Ed in quel momento ero lì, nella sua stanza da letto, mentre i ricordi mi scorrevano davanti veloci come i vagoni di un treno.


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*Spazio Autrice*

Hi, spero che questa specie di introduzione vi piaccia. Perdonatemi per gli errori grammaticali, non è che io sia un genio in grammatica  E, boh, al prossimo capitolo (?)   

Bye           

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Predator || FackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora