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-Ciao- mormorai timidamente rivolto alla rossa davanti a me. La ragazza in questione smise di trafficare con il suo armadietto e si giròverso di me leggermente sorpresa, poi un enorme sorriso le illuminò il volto. 

-Jack! Come stai?- eslamò Sophia Lillis, poi aggiunse, facendo enormi segni circolari davanti al suo viso. -Le ferite, intendo.-

-Meglio.- risposi con quella semplicità che mi rendeva carino agli occhi di molte ragazze.

-Credo che il taglio ti lascerà la cicatrice.- osservò Sophia indicando il cerotto color carne che copriva la ferita in questione.

-Gentile omaggio di Finn Wolfhard.- la rossa abbozzò una risata, seguita da un largo sorriso.

In quel momento tra noi due calò una cortina di silenzio. Quel silenzio non era imbarazzante, in quel silenzio diventammo amici. 

Io osservavo Sophia e mi sorpresi nel non provare alcun imbarazzo nel fatto che anche lei stava facendo lo stesso con me. Senza parlare. Per la prima volta in vita mia, non ebbi paura di rimanere senza parole, non ne avevo bisogno. Eravamo a studiarci come se fosse del tutto normale. Io e lei. Noi due soli. Gli altri erano spariti.

Quindi questo è l'amore?

Era come se il mondo si fosse fermato, e in quella nicchia di tempo che ci eravamo scavati mi accorsi di quanto fosse carina Sophia. Altro che carina, da perderci la testa.

Non aveva quel tipo di bellezza che possedevano le ragazze come Hannah Bowden e Jessica Kurtz, ovvero avere tette, culo ed essere zoccole, cosa che le rendeva fantasctiche agli occhi dei maschi. Sophia, nonostante fosse piatta, possedeva un altro tipo di bellezza. Non riuscivo a spiegare il perchè a parole. Alcune cose, semplicemente, non si riescono a spiegare.

Forse per la sua pelle candida come la neve, abbellita dalle lentiggini, in netto contrasto con i suoi capelli di un rosso vivo. Forse per i suoi occhi, talmente azzurri da sembrare trasparenti, come l'acqua del mare durante giornate particolarmente belle...

In quel silenzio cominciai inconsciamente ad innamorarmi di lei, non fu una sorpresa per me, accolsi quella consapevolezza senza troppi problemi.

Sophia sembrava sul punto di dire qualcosa quando la voce stridula della segretaria, la signorina Parker, la anticipò:

-Signorino Grazer?- Quanto fa schifo il termine "signorino"? No, perchè io lo abolirei dal dizionario, è un nome orribile. -Il preside vorrebbe parlare con lei.-

La donna mi condusse in presidenza tranciando di netto la "conversazione" tra me e Sophia. Mi feci trascinare dalla signorina Parker, che, dopo essere irrotta nell'ufficio del preside senza nemmeno bussare, mi abbandonò all'ingresso della stanza salutando frettolosamente il preside.

Predator || FackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora