𝟘.𝟝

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Flashback

Sapalancai improvvisamente gli occhi e mi osservai intorno con aria smarrita.

Dopo che Finn mi aveva appioppato quel pugno dovevo essere svenuto, ma solo per pochi istanti. 

Mi trovavo steso a terra con la pancia rivolta verso l'opaco cielo d'Ottobre, i capelli ricci toccavano il freddo cemento e, per un istante, il pensiero non consono di dovermi lavare i capelli quella sera mi attraversò il cervello, ma fui veloce a rimuoverlo.

Sentivo i miei polsi bloccati a terra, come se fossi incatenato all'asfalto del cortile, avvertivo un forte peso all'altezza dello stomaco che mi schiacciava, letteralmente, le viscere. Mi fu facile individuare la causa del peso, Finn Wolfhard era sopra di me ( che espressione inadeguata) e mi stava stringendo i polsi con una presa micidiale. Il sangue che gli colava a gocce dal naso andava a macchiare la mia faccia con il ritmo di un rubinetto che perde.

Istintivamente mi dimenai nel tentativo di liberarmi, mi sentivo come un leone in gabbia. Sentimento strano per me, visto che solitamente ero docile come un dolce cucciolo di cane.

-Buongiorno, Bella Addormentata.- rise Finn, facendo un enorme sorriso, i suoi denti bianchi come perle erano leggermente macchiati di sangue, soprattutto nella zona in cui io dovevo averlo colpito.

Cercai di ritrarre la faccia più indietro possibile, per evitare di essere sporcato dal sangue di Finn, che, oltre a non essere un cosa igenica, non era nemmeno piacevole.

Il moro si accorse dello schifo che provavo per il fatto che mi gocciolasse il suo sangue addosso e perciò si avvicinò ancor di più a me, mente il suo sorriso si allargava trasformandosi nel suo solito ghigno.

-Ti dà fastidio Grazer, eh?- esclamò Finn divertito. Ormai eravamo molto, troppo vicini. Potevo benissimo sentire il suo alito ogni volta che espirava, sapeva di hot dog al curry, con quel leggero retrogusto acre che ha la sigaretta.

Stranamente non setii il bisogno impellente di vomitare. Fin da piccolo avevo manifestato un'avversione tremenda per le sigarette tanto che vomitavo al solo sentir l'odore. In quel momento, il fatto che non provavo ribrezzo per quell'odore, ma che, invece, sentivo un forte senso di... attrazione(?)\piacere(?), mi spaventò ancor di più di quanto avrebbe potuto fare Finn.

Non poteva piacermi Finn, era una cosa implicamente impossibile. Ma non era forse vero che sentivo di nuovo quello strano formicolio allo stomaco? E non era forse vero che il mio corpo era attraversato da una moltitudine di scariche gelide? E non era forse vero che sentivo le guance che mi andavano, letteralmente, a fuoco, come se un piromane vi avesse appiccato un'incendio? E non era forse vero che il mondo sembrava esseresi fermato nell'istante in cui Finn mi si era avvicinato, perchè in fondo questa vicinanza mi faceva sentire bene?

Predator || FackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora