Capitolo 8 -My immortal (Synyster Gates parte 1)

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-Pov di Synyster Gates-

è una giornata soleggiata, la luce filtra attraverso i rami dell'albero che mi solleva da terra, il vento mi culla con il suo dolce sibilo e io ascolto il suo canto fantastico liberando la mia mente dai pensieri umani.

Ma qualcosa spezza la pace, una voce. Una voce troppo famigliare mi chiama e io la seguo. "Brian" mi dice la voce, "Brian vieni con me". Tra i tronchi lontani degli alberi la voce prende la forma di un ragazzo alto, con gli occhi di cristallo liquido e un piercing sotto il labbro inferiore. "Vieni" sussurra. Rimango allibito dal mio interlocutore, il cuore vuole crederci, ma la testa dice di no. "Vieni, Brian" ripete la figura. Scelgo il cuore e la seguo. 

Cammino il più veloce che posso, ma lui è troppo veloce. Cerco di chiamarlo, ma le parole che inondano la mia mente non riescono ad uscire dalle mie labbra e lui è così lontano. La foresta verde e florida si trasforma man mano che avanzo fino a tramutarsi in un oscura boscaglia rinsecchita e tetra. Lui è sparito, tutto è silenzioso e cieco a causa della nebbia che aleggia intorno a me. Il vento non canta più dolci canzoni, ma ride malignamente, ride di me. Grido il suo nome, lo ripeto più volte, ma non ottengo alcuna risposta. Mi sembra di aver già vissuto questa situazione e una fitta al cuore mi costringe a tacere.

La foresta buia sparisce, niente più alberi, niente più nebbia, solo una stanza vuota ed un letto. Un nodo si crea ingombrante nella mia gola, so già cosa accadrà. A piccoli passi lenti mi avvicino al letto candido. Qualcosa si nasconde sotto i sottili veli di tessuto, allungo una mano tremolante e accosto le lenzuola bianche. Due occhi di cristallo liquido mi fissano spenti dal loro oblio di morte, non oso scoprire di più e sottraggo la mano, ma quando lo faccio le lenzuola si fanno vermiglie e il sangue si dilaga su tutto il tessuto una volta bianco. Mi allontano a grandi passi senza poter distogliere lo sguardo dall'orribile macchia di sangue che si arrampica sulle pareti con i suoi artigli umidi e affilati. In poco tempo tutto è rosso. Un ultimo gemito arriva dalla voce straziata " Non mi lasciare andare, Brian. Non mi lasciare". Io no voglio lasciarlo andare, ma la stanza sparisce sempre più in fretta e io rimango solo nel vuoto. La voce si insinua dentro di me e come un serpente striscia nella mia anima avvelenandola. Un ultimo morso e sarò libero per sempre, le zanne trapassano la mia carne e iniettano la mia punizione divina. Il dolore è straziante e massacra il mio corpo frammentandolo in mille pezzi. Grido con tutto il fiato che rimane nei miei polmoni ma nessuno mi può sentire, ci sono solo io, ma l'unica cosa che posso sentire è la sua voce che mi chiama e mi tormenta. 

****

Con un grido disumano mi svegliai nel cuore della notte dal mio ormai solito incubo. Perle di sudore scendevano dalla mia fronte e il respiro pesante alzava e abbassava il mio petto freneticamente. Nella mia mente rimbombava ancora la sua voce e l'immagine dei suoi occhi spenti mi balenava ancora davanti agli occhi. Mi passai le mani sul viso cercando di cancellarla ancora un volta. Ogni notte era la stessa storia, il solito incubo da quel maledetto giorno. Con il respiro ancora tremante scesi dal letto e andai in bagno. L'acqua gelida pungeva la mia faccia e rinfrescava la mia mente stanca. Con il viso ancora bagnato guardai il mio riflesso straziato allo specchio. Come potevo andare avanti così? Non riuscivo più a sopportare il peso dell'essere vivo, allora perché continuare? Guardami Jimmy, pensai. Mi vedi? Guarda come mi sono ridotto, perché hai dovuto farmi questo? Dimmi solo che non è vero, dimmi che tra poche ore entrerai da quella porta e tutto tornerà come prima. Dimmi che è stato davvero tutto un sogno e che tu sei ancora qui con me. Dimmi che non starai via per sempre. Per favore, ho bisogno di sentirtelo dire. Inutile, potevo pregare anche per tutta la vita, ma non avrei mai avuto una risposta alle mie domande e infondo questo lo avevo sempre saputo, ma non volevo crederci. Fissai lo specchio ancora un po' in attesa di un segno, ma lì c'eravamo solo io e me. 

Tornai in camera, ormai il sonno era svanito lasciando solo un me vuoto ed insulso. L'unico suono era la sua voce nella mia testa, la realtà stava iniziando a contrapporsi al sogno. Non sarei mai riuscito a levarmi dalla mente il ricordo di quel giorno. Il suo corpo steso immobile, la pelle fredda come ghiaccio, gli occhi vuoti e soprattutto il silenzio. Era quello a tormentarmi di più, il fatto di non aver neppure potuto udire la sua voce un'ultima volta, non avere la possibilità di vederlo sveglio ancora. Il groppo in gola cresceva sempre più, calde lacrime iniziavano a colare dai miei occhi al suono dei rimpianti di un tempo che non tornerà più. Ci sono state troppe cose che il tempo non è in grado di cancellare e il dolore mi consuma dentro, con ferite che non possono guarire. Il piccolo ruscello che sgorgava dai miei occhi diventò tempesta e il mio pianto si fece incontrollabile e inconsolabile, i singhiozzi risuonavano nella stanza buia. Come posso vivere senza la persona a cui volevo più bene? Mi chiesi. Non posso. questa era la vera risposta. Non posso.

*******

-Il mattino seguente- 

Mi svegliai raggomitolato in fondo al letto, la coperta ancora umida dal pianto che non accennava a fermarsi.  Tornai nuovamente a riflettermi nello specchio del bagno, che in questi tempi sembrava essere il mio miglior consigliere. Rivalutando i miei pensieri della scorsa notte trovai la mia giusta fine in una semplice risposta: 'Non posso'. Così semplice e così complessa allo stesso tempo. Era facile, bastava dire addio a tutto e finalmente sarei stato libero. Bastava un semplice 'Basta' e tutto sarebbe finito. Cosa ci voleva? Niente. E allora perché ora , con la tagliente lama appoggiata al mio polso esitavo? La mia mano tremava, ma non riuscivo a solcare la pelle viva e pulsante del mio polso. Come pretendevo di riuscire a vivere se non ero nemmeno capace di morire? Gettai la lametta e mi accasciai  a terra tra i singhiozzi impetuosi. Cosa devo fare? Cosa devo fare? Io non lo so più.

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⏰ Son güncelleme: Oct 15, 2014 ⏰

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