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Axl spense il motore a qualche metro dalla proprietà di Erin e, protetto dalle ombre della notte, rimase in attesa di possibili segni di vita dentro quella casa.

Guardò l'orologio sul cruscotto segnare in quel preciso istante le due e cinque del mattino e scacciò la malsana idea di essere ancora  in tempo di presenziare alle prove,  poteva scommetterci la voce che i ragazzi erano ancora lì ad attenderlo e lo avrebbero atteso per altre due ore circa, infondo lui era la voce della band, nonché frontman di rara presenza scenica: lui era il pilastro dei Guns. I Gun's N Roses erano lui e lui soltanto.

Frugò nel vano portaoggetti alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, giusto per allentare il fascio di nervi che rischiava di farlo schizzare via dal veicolo da un momento all'altro, diretto verso la porta di casa di Erin.

Erin.

Non riusciva ancora a credere a quello che gli aveva fatto. Una maledetta ordinanza restrittiva nei suoi confronti, come se fosse un fottuto pazzo a piede libero capace di farle realmente del male. Lui che l'aveva amata come nessun altro prima, lui che l'aveva coperta di attenzioni, di regali e di momenti magici. Cose da non crederci, cose d'altri mondi!

Sotto i polpastrelli che frugavano irrequieti percepì della plastica sottile avvolgere qualcosa di malleabile, di farinoso. Abbassò lo sguardo e vide una piccola bustina contenente della polvere bianca, perfetta per quel momento di stasi forzato. Non che avesse bisogno di benzina ad alimentare il fuoco che sentiva divampare lento dentro, ma un po' di cocaina non gli avrebbe fatto male, gli avrebbe garantito più autonomia del necessario; infondo la notte era ancora giovane.

Sistemò una piccola quantità di roba sul dorso della mano e lo avvicinò alla narice, tirando avidamente su con il naso, poi richiuse il sacchetto ma sentì che non era abbastanza e ne depose un altro piccolo quantitativo che tirò con l'altra narice.

- Oh, sì. Ora ragioniamo-

Richiuse ancora una volta il sacchetto e lo lasciò dove lo aveva trovato, nascosto tra le varie cianfrusaglie. Accese la radio e le note di Electric funeral riempirono il silenzio che lo avrebbe reso pazzo. Regolò il volume, assicurandosi che non fosse troppo alto e molesto e puntò nuovamente lo sguardo verso la casa, che in quel momento aveva uno dei vani, la sala, debolmente illuminato. Erin era sveglia.

Prese a tamburellare con le dita contro il volante e il piede destro si mosse di volontà propria, scivolando avanti e dietro sul tappetino del veicolo. Sentiva il bisogno di scendere, Axl, uscire da lì, da quella sorta di gabbia in ferro e lamiere che lo teneva prigioniero, e andare da lei. Doveva parlarle, urlarle in faccia che era una fottuta troia e che l'amava. Voleva spaccare tutto in quella casa e sfogare la rabbia anche su lei, baciandola, divorandola e facendola sua su quel divano color sangue.

E le avrebbe lasciato le redini della situazione... forse... avrebbe fatto l'amore con lei, nel significato classico del termine; si sarebbe lasciato cadere inerme su quel divano e si sarebbe lasciato spogliare da lei che, vestita solo di un completo nero, uno di quelli che lui tanto amava, sarebbe salita a cavalcioni sul suo inguine. Le avrebbe liberato un seno dal reggiseno di pizzo leggero, senza imbottitura alcuna ( a lui non piacevano ) e l'avrebbe preso in bocca, succhiandolo mentre con un dito l'accarezzava sopra lo slip. Con lentezza che mai gli era appartenuta avrebbe scostato quell'indumento umido e l'avrebbe fatta finalmente sua.

Sorrise Axl, mentre riapriva gli occhi emergendo da quel sogno fatto di immagini e suoni erotici e abbassò lo sguardo sulla patta dei pantaloni dove la mano continuava a muoversi lenta. Rise e strinse l'erezione nel palmo, che faticava a rimanere dentro i jeans;  si stava segando come un adolescente qualunque, preda delle fantasie più torride alimentate dalla coca che circolava nel sangue. Doveva uscire da lì, respirare aria, risalire in auto e andarsene alle prove o sarebbe esploso nei calzoni come un cazzo di ragazzino arrapato alle prime armi.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora