XXVII

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- Lucy vuol venire a divertirsi, giusto Lu??-

Haley sollevò lo sguardo dalle punte delle sue scarpe da ginnastica che impattavano contro il cemento umido di pioggia del marciapiede e incontrò i volti dei ragazzi che suonavano con Bill. Riconobbe i due chitarristi, uno dei quali abbracciato a una biondina dal volto d'angelo e riconobbe il bassista che barcollava instabile sulle lunghe gambe magre. Accanto a lui vi era un uomo sulla quarantina, che non aveva mai visto prima e che fece cenno a un'auto nera di fermarsi proprio a qualche passo dal gruppetto.

C'erano quasi tutti.

Quasi...

Spostò gli occhi da questi all'ingresso, in attesa che uscisse Axl, ma di lui non c'era traccia. Si morse il labbro e aumentò l'andatura, sollevando una mano per richiamare la loro attenzione, urlando un secco hey al quale rispose solo Duff, sorridendole ubriaco.

Slash e Izzy si erano fiondati in auto, così come la ragazza di quest'ultimo tirata per un braccio.

- Hey... Duff, giusto?-

- Si, Baby. Vuoi un autografo? -

Haley aggrottò le sopracciglia e scosse il capo un attimo prima di sbirciare nell'auto, dove il ragazzo riccio la stava osservando fumando la sua sigaretta: aveva lo stesso sguardo velato dell'ultima volta.

- Io ti conosco, giusto?- le disse tirando fuori la testa e Haley sospirò.

- Eri quella del tavolo, vero?- le rivolse un sorriso prima di schioccare le dita per catturare l'attenzione del bassista - Duff, è quella del tavolo, vero? Quella sotto al tavolo!-

- Tavolo? Ma che state dicendo?- domandò lei spaesata.

- Idioti, è l'amica di Axl - fu Izzy a parlare, facendo capolino da sopra a Slash. - Che succede, Hal?-

La ragazza sbattè le palpebre e tornò a guardare il Slash, stringendosi nelle spalle per la folata di vento freddo che l'aveva colpita in pieno volto. L'odore di pioggia saturava l'aria e si ritrovò a sbirciare sopra il proprio naso i nuvoloni neri carichi di acqua.

- Devo parlare con Axl-

Duff sogghignò e vide con la coda dell'occhio l'uomo sulla quarantina passare una mano sul volto stanco. Non le sfuggì l'occhiata che si scambiarono e il silenzio che ne seguì.

Qualcosa era successo, lo fiutò nell'aria.

- E quando lo lasceranno uscire?- chiese Haley seduta accanto a Izzy, mentre osservava gli altri passarsi una canna in assoluto silenzio. Era finita a casa di Slash, seguendoli nella loro auto nera e si era ritrovata spalla a spalla a parlare con Jef, l'unico insieme a lei sobrio e senza tracce di droga a offuscargli la mente.

- Doug dice che domani dovrà presentarsi davanti al giudice. Il fermo è per quarantotto ore. Poi sarà libero sotto cauzione - si voltò a guardarla - Come mai lo cercavi?-

- Così... allora, Izzy. Questo è quello che succede quando non suonate?- indicò il gruppetto che si era svaccato sui divanetti, cresciuto di numero per la presenza di una nuova ragazza; una new entry con capelli scuri e fisico asciutto ma formoso nei punti giusti. Slash era steso su entrambe le sedute del divano, con una gamba flessa contro lo schienale e l'altra penzoloni dal cuscino. Tra le sue gambe, con il viso poggiato contro il suo ventre c'era la ragazza mora, che accarezzava con dita leggere la coscia del chitarrista. La bionda era seduta accanto a Duff, sonnecchiando sul lato opposto da dove era il bassista.

Sentì Izzy ridere al suo fianco e gli domandò chi fossero quelle ragazze.

- La bionda è la mia ragazza. La ragazza mora, Sandra... beh, lei era di Axl... o lo è ancora, non so-

- È la ragazza di Axl?- chiese in un sussurro mentre sentiva il sangue gelarsi nelle vene e scorrere più lentamente. Aveva una ragazza e non glielo aveva detto; peggio ancora, aveva una ragazza e dopo essere stati insieme voleva ancora vederla. Le aveva dato anche il suo numero di telefono. Stupida lei per esserci caduta con tutte le scarpe.

- È dispiacere quello che leggo nei tuoi occhi?- le domandò e lei si strinse nelle braccia puntando lo sguardo sulla figura di Sandra, appisolata appena sopra la cintola dei pantaloni sbottonati di Slash.

- Come può far quello- disse indicandoli con un cenno - se stanno insieme? Intendo dire che non è rispettoso nei confronti del suo ragazzo comportarsi in quel modo-

Izzy spostò lo sguardo su di lei e le rivolse un un sorriso di circostanza. - Scopano, lei e Axl, e a dir la verità lei scopa con tutti noi qua...-

- Vuoi dire che la ragazza di Axl è una Groupie?- chiese sbarrando gli occhi e verso il ragazzo alla sua destra.

Izzy rise. - Ragazza è una parolona... si è fatto tardi, Hal. È il caso che riporti la mia bella addormentata a casa. Vuoi un passaggio?-

- Si, grazie. E, Izzy, diresti a Axl che l'ho cercato appena lo rivedi?-

Lui annuì e si alzò dal divano andando a prendere Lucy gìa bella che cotta.

Due giorni chiuso dietro quelle fottute sbarre come un cazzo di criminale e senza possibilità di vedere nessuno tranne il suo avvocato che, sebbene fosse un rompipalle di prima categoria sapeva fare il suo lavoro... e grazie al cazzo! Lo pagava fior di dollari per fare quelle sue cose di cui lui, onestamente, non capiva nulla.

Un altro giorno chiuso in quel posto, con quella puzza di ospedale attorno e quei pasti di merda che gli rifilavano... senza contare il fatto che la cosa più alcolica che si potesse chiedere era un collutorio scadente. E tutto quello per quel coglione del nuovo compagno di Erin.

Erin.

Lo aveva già dimenticato e sostituito con un cazzo di damerino palestrato e tirato a lucido. Poteva scommettere la sua villa che scopava solo con uno specchio di fronte, per eccitarsi alla vista della sua stessa figura che gli sorrideva di rimando.

Patetico.

Rise, Axl, e si lasciò cadere sulla branda della sua piccola stanza, intenzionato a rimanersene da solo per tutto il tempo. Chiuse gli occhi e intrecciò le dita dietro alla nuca lasciandosi andare alla contemplazione dell'immagine che piano piano prendeva forma nella sua testa: Haley.

La voleva ancora e differentemente da tutte quelle avute fino ad allora, il suo ricordo riusciva a incendiarlo con una tale violenza da spaventarlo. Sollevò le palpebre e fissò il soffitto in cerca di una spiegazione sul perché si sentiva in quel modo.

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