8. confusione

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Tutto era tornato, di nuovo, normale. Tutti riconoscevano Peter e Sam come gli "amici più stretti" di tutta la scuola. Peter andava regolarmente a casa di Sam e non c'era più quell'imbarazzo che si era creato quel giorno.
Passò un altro mese sempre grigio e nuvoloso in cui le giornate di sole erano rare. Quel giorno Sam se ne stava accasciato sul banco a guardare fuori dalla finestra con cui ormai aveva preso una certa confidenza. I professori, alcuni, nemmeno se ne accorgevano, continuavano le loro lezioni indisturbati senza neanche domandarsi perché nessuno li stesse ascoltando,ma erano dettagli perché comunque, per Sam, non c'era differenza tra le parole dei professori e quelle scritte sui libri, di fatto gli bastava aprirne uno e ci trovava direttamente il professore dentro.
Sembrava tutto tranquillo. Ma forse non lo era. Non lo aveva raccontato nemmeno a John, ma durante buona parte del mese dopo aver scoperto che Peter fosse gay, aveva fatto degli strani sogni... o, per meglio dire, incubi. Continuava a sognare Peter quel giorno, il suo corpo caramellato, la sua espressione, i suoi occhi verdi che continuavano a cambiare luce. Ma durante quei sogni Peter non se ne stava fermo senza fare niente: faceva la stessa cosa che aveva fatto quella volta e diverse altre.
Sam si spaventò, non poteva fare pensieri del genere, non sul suo migliore amico. Ogni notte si svegliava di colpo con il fiato grosso e il cuore in gola, il viso imperlato di sudore e le mani tremanti, come se avesse cercato di allungarle verso qualcuno, in più sentiva una stretta alla bocca dello stomaco che gli saliva fino al petto. Poi provava a rimettersi a dormire, ma invano. Pensava di essere impazzito. Mentre guardava fuori dalla finestra con sguardo annoiato gli vibrò il telefono, lo prese e lesse il messaggio che gli era arrivato. era Peter.

-oggi posso venire da te, vero?-

-certo, di solito non lo chiedi nemmeno. Comunque perchè non sei a scuola?-

-non avevo voglia di fare un cazzo oggi, di conseguenza non sono venuto-

-non hai voglia di fare un cazzo però hai voglia di venire da me... mi sembra giusto-

-si, anche a me-

-ci vediamo dopo-

-ciao ciao!-

Dopo aver rimesso il telefono in tasca ricominciò a fissare la finestra affondando la faccia in mezzo alle braccia. Proprio in quel momento, un pensiero - naturalmente non innocente -  gli attraversò la mente come una cometa: Peter a casa sua senza la maglietta, mentre si slacciava la cintura e si avvicinava a lui con le guance arrossate e gli occhi lucidi.
Quel pensiero durò meno di cinque secondi perché lo respinse in tempo. "Che cazzo mi sta succedendo!" era la domanda che ormai si ripeteva da molto tempo ma a cui non voleva nemmeno dare una risposta. Dava la colpa agli ormoni sballati, all'adolescenza, al fatto che in quel momento Peter fosse la persona più vicina a lui, ma ognuna di queste risposte non lo soddisfava, lasciando un senso di vuoto dentro di lui. Era confuso. Aveva paura.

Dopo la scuola tornò subito a casa senza fermarsi, aprì la porta, la chiuse e andò in cucina, pranzò e si mise a studiare.Tutto alla velocità della luce. Appena finì di studiare sentì la porta aprirsi. Si girò e vide, naturalmente, Peter che era entrato e si era sbattuto la porta alle spalle, con molta delicatezza.
<<Ciao fanciullo! Come stai?>>disse mentre buttava uno zainetto per terra e si lanciava a pancia all'aria sul divano. Sam si alzò dalla sedia in cucina e andò verso il divano.
<<Bene, tutto a... meraviglia!>> disse sedendosi con forza sulla pancia di Peter che fece un verso soffocato.
<<Alzati Sam! Non respiro!>>
<<Eppure riesci a parlare>>
<<Alzati, sei un macigno!>>
<<E va bene... >>disse con voce annoiata e si sposto più in basso.
Forse troppo in basso.
Infatti, senza accorgersene, andò a posizionarsi proprio sull'intimità di Peter. Successe tutto velocemente, come se avessero spento e riacceso una luce: Peter sospirò e piegò appena la gamba destra, guardò verso il punto in cui era seduto Sam, poi alzò lo sguardo ed incontrò quello dell'altro che, dopo essersi accorto di tutto sgranò gli occhi e si alzò di scatto... poi si alzò anche Peter. Rimasero qualche secondo in piedi poi Sam si sedette sul lato destro del divano mentre Peter prese un cuscino, lo strinse al petto e si sedette sul lato sinistro, incrociando le gambe e mettendole sul divano.
Peter guardava la TV spenta di fronte a loro, come se stesse trasmettendo il programma più interessante del mondo: il buio nel televisore. Sam aveva poggiato un gomito sul bracciolo del divano, alzando l'avambraccio e poggiando la fronte sulla mano tenendo coperti gli occhi. Passarono cinque minuti buoni, rimasero fermi immobili, poi Sam decise di parlare.
<<Come... come hai scoperto di essere gay?>> lo disse senza muovere la testa neanche di un centimetro, e nemmeno il corpo.
Anche Peter rimase voltato. <<be'... intanto, ogni volta che uscivo con dei miei amici e delle mie amiche, invece di guardare le ragazze, guardavo i ragazzi. Poi, con la mia prima ragazza, mi sono accorto che, oltre al fatto che non l'amavo, non mi interessava il suo corpo o comunque guardarle le poppe o il resto come facevano gli altri e quando lo abbiamo fatto l'ho capito definitivamente. Comunque, perché me lo hai chiesto? >>
<<Non c'è un motivo>>
<<Ah... e anche in un altro modo... >> Sam a quel punto alzò la testa e vide Peter mettersi a carponi  sul divano e andare verso di lui. Si sedette sulla sua gamba, mettendo un ginocchio in mezzo alle sue cosce, come se fosse seduto su una normalissima panca. Lo guardò negli occhi e portò una mano fra alle sue gambe, iniziando a strusciarla sulla patta dei pantaloni. <<... Così...>>
Sam sospirò e continuò a guardarlo negli occhi.
<<...Pet->>
Il rosso non gli lasciò finire la frase e all'improvviso lo baciò continuando a muovere la mano. All'inizio Sam non rispose al bacio, ma poi si lasciò andare. Iniziarono a lambirsi e succhiarsi le labbra, poi Peter comincio a respirare affannosamente. Sam  cercò di spingerlp via.
<<Aah... spostati...>>disse sospirando, ma non era molto convinto.
<<mmmh... cosa c'è?>>sussurrò Peter portando la bocca al collo di Sam e baciandolo. <<Senti che sta arrivando?>>
Sam sospirò.
Peter prese la mano di Sam e la portò sul suo membro.
Sam, sentendolo duro attraverso la stoffa calda dei jeans, sgranò gli occhi.<<SPOSTATI!>> spostò violentemente il ragazzo e si alzò in piedi, seguito dall'altro . <<Cristo... >>sussurrò voltandosi, ma Peter lo prese per la spalla e lo voltò.<<Perché non mi vuoi!? È perché sono più piccolo?! Perché sono un tuo amico?! Perché->>
<<Io non sono un fottuto frocio!>>sibilò Sam guardandolo in cagnesco. Peter schiuse le labbra, poi aggrottò le sopracciglia. <<Bene...>> si allontanò da Sam, prese lo zaino che aveva buttato  prima per terra e uscì sbattendo la porta e lasciando la casa nel silenzio assoluto.

Ora Sam era più confuso di prima.
E così anche il suo basso ventre, il suo stomaco e ciò che aveva nelle mutande.

CRESCERE Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon