10. tutta colpa dell'adolescenza

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Mentre a scuola si tratteneva dandogli leggeri baci a stampo, sfiorandogli le labbra, ogni volta che erano soli Peter si metteva a baciare Sam senza alcun ritegno e Sam, anche se ripeteva di non essere gay, ricambiava sempre.
Ogni volta che Peter gli chiedeva perché - visto che non era gay - lo baciasse, Sam gli diceva che lo faceva per lui, per renderlo felice, perché pensava avesse solo bisogno di sfogarsi.

Peter vide Sam uscire di corsa dalla scuola e andare verso la macchina, lo vide buttare lo zaino sul sedile posteriore e poi girare intorno alla macchina per andare al posto del guidatore. Prima che partisse, Peter salutò i suoi amici e se ne andò raggiungendo la macchina dell'altro, stava per partire ma lui prese velocemente la maniglia della portiera, la aprì e si buttò dentro la macchina che era appena partita. Sam si girò di scatto e lo guardò con gli occhi sgranati per capire cosa fosse successo, era accaduto tutto alla velocità della luce. Peter aveva il fiatone, si girò verso Sam e disse semplicemente. <<Che c'è?>>
<<Oggi devo studiare, ti annoieresti>> rispose Sam voltandosi per guardare la strada.
<<Non mi annoierei...>>
<<Mi disturberesti>>
<<Giuro che starò buono... allora? Posso venire?>>
<<... E va bene>> disse Sam, sbuffando.
Appena arrivarono nel piccolo appartamento Sam buttò lo zaino per terra, prese dei libri, li gettò sul tavolo di legno e si sedette aprendo un grosso libro di fisica con la rilegatura rovinata e sfilacciata. Fu seguito da Peter che, invece, se la prese con calma: mentre Sam era già seduto, lui si stava dirigendo verso la cucina. <<Non mangi di solito?>>
<<Nonhofame>>rispose in fretta Sam continuando a guardare il libro con le mani tra i capelli.<<Io posso farmi un panino?>> chiese Peter aprendo il frigorifero.
<<Certoguardasecequalcosainfrigo>>
<<Va bene>>disde ridendo. Dopo essersi fatto il panino si appoggiò al piano cottura e si mise a guardare Sam. Uno strano rumore proveniente dal suo stomaco  gli fece alzare lo sguardo dal libro.
<<Ehm... non è che me ne dai un pezzo?>> disse guardando con occhi sognanti il panino di Peter che stava per addentare. Peter si fermò con la bocca aperta intento a mordere il panino, guardò Sam e, ridendo, si avvicinò.<<Avanti, prendilo...>>
<<Grazie...>> senza accorgersene finì per mangiarsi tutto il panino.<<Oh, cavolo... scufa>>disse con la bocca piena.
<<Non preoccuparti, tanto l'avevo fatto per te... ti conosco>> rise di nuovo.<<Dai, ora riprova a studiare>>
<<Non ci riesco...>>disse Sam riportando le dita fra i capelli. Peter si avvicinò e si mise dietro di lui, poggiò le mani sulle sue spalle e iniziò a massaggiarle, arrivando al collo e poi verso le clavicole. Sam sospirò passandosi le mani sulla faccia per poi rimetterle fra i capelli, tirò la testa all'indietro per qualche secondo e poi la rimise dritta.
<<Concentrati>>sussurrò Peter iniziando a massaggiargli la testa con la punta delle dita. Appena si fermò disse a Sam di riprovare a studiare e lui, che nemmeno ci credeva, si sentì incredibilmente più rilassato. Peter andò a stendersi sul divano aspettando.

Passò un ora e mezza.
<<Io vado un secondo in bagno>>disse Peter alzandosi dal divano. Sam si voltò e gli fece un cenno con la testa. Appena Peter si chiuse la porta alle spalle, Sam andò a studiare sul divano.

Si guardò allo specchio, si sciacquò la faccia e si appoggiò al lavandino guardando in basso e sospirando. Girò appena lo sguardo, che si posò sul porta asciugamani. Non c'erano asciugamani sopra. Staccò una mano dal bordo del lavandino e ce la posò sopra, sull'asta dove ci sarebbe dovuto essere l'asciugamano. Dopo averci stretto le dita attorno rimase in quella posizione qualche secondo, poi iniziò a muovere lentamente la mano, andando avanti e indietro, sempre più veloce. Cominciò a sospirare e ad avere pensieri su pensieri nella sua mente.
"... Sam..."
Si fermò, continuando a guardare l'asta che aveva appena toccato. Cominciò ad aprire un po' di cassetti sotto al lavandino. Uno in particolare attirò la sua attenzione, lo aprì e all'interno, apparentemente, non c'era niente di interessante. Cominciò a frugarci dentro finché una bustina blu non lo fece fermare, la prese dal fondo del cassetto e la guardò. <<Ecco dove li tieni...>>mormorò: era un preservativo. Se lo rigirò fra le mani e poi se lo mise nella tasca posteriore dei jeans, richiuse tutti i cassetti e uscì dal bagno trovando Sam seduto sul divano intento, di nuovo, a concentrarsi. Si avvicinò silenziosamente a lui e iniziò a massaggiargli nuovamente le spalle, poi il collo e poi scese sotto la maglietta. Iniziò a baciargli il collo e a tastare il suo petto. Cominciò giocare con i suoi capezzoli, poi scese sugli addominali e arrivò alla cintura dei pantaloni... ritornò sugli addominali.
Sam sospirò e chiuse gli occhi, dimenticandosi di studiare.
<<Ti fa sentire bene, vero?>> sussurrò Peter togliendo le mani dalla maglia di Sam e chiudendo il libro sulle sue gambe.
<<Fa sentire bene anche me...>>. Scavalcò la spalliera del divano e si sedette sulle gambe di Sam cominciando, baciandolo sulle labbra. Sam gli prese i fianchi e lo tirò verso di sé, poi scese a palpargli i glutei. Peter emise un gemito che fece aumentare il battito di Sam ad una velocità incalcolabile. Iniziarono a baciarsi con passione, le lingue si unirono, si lambirono. Si succhiavano le labbra e le mordevano. Ad un certo punto Sam, mentre esplorava con le mani il fondoschiena di Peter, si fermò sulla tasca posteriore dei suoi jeans sentendo una piccola protuberanza. Ci infilò la mano dentro e prese qualcosa. Si staccò dal bacio e si portò la bustina blu sotto gli occhi. Peter sgranò gli occhi. <<Dammelo...>>
Sam si alzò di scatto facendo quasi cadere Peter. <<Ma che cazzo... sei serio? Un preservativo?!>>
<<Aspetta, non è come pensi... >>
<<Ah, no?>>
<<No, non è mio, te lo giuro...>>
<<Lo tenevi a qualcuno ?>>chiese Sam, ironico.
<<Non è mio e basta!>>
<<E allora di chi è!>>
<<Tuo!>>
Sam si girò di colpo e si diresse verso il bagno. Aprì un cassetto e cominciò a frugarci dentro. Prese un respiro profondo e andò verso la sala dove lo aspettava Peter.
<<Perché lo hai preso?>>chiese, esasperato.
<<Sinceramente?... non ne ho idea>> ed era vero.<<Comunque di la in bagno ho fatto anche un'altra cosa... >> deglutì.
<<Ah, si? Cosa?>> chiese Sam portando le dita sul ponte del naso massaggiandolo e abbassando la testa. Peter lo prese per il polso e lo trascinò in bagno. Si fermarono davanti al portasciugamani.
Iniziò a fare la stessa cosa che aveva fatto qualche minuto prima. E poi disse, voltandosi verso Sam. <<E pensavo a te... >>
Sam gli prese violentemente il polso e lo fermò.
<<Basta... >>
<<Perché?>>
<<Cazzo! Senti... te l'ho detto, non sono g->>
<<La smetti di dire che non sei gay!?>> Peter lo prese per le spalle e lo sbattè contro il muro - a forza di prendersi quelle abitudini al ragazzo stavano venendo dei lividi.
<<Se non sei gay allora quando ti bacio non ricambiare! Se ti da fastidio quando ci provo con te allontanami e dillo chiaramente che non vuoi! ma non cercare di nascondere che ti ecciti per poi venire a dirmi che mi baci per farmi felice e che  non sei gay, PERCHÉ TANTO SI VEDE CHE LO SEI E IO CI RIMANGO DI MERDA PERCHÉ VUOL DIRE CHE QUELLO SBAGLIATO SONO IO!>> aveva gli occhi rossi e inondati di lascrime. Mollò Sam e uscì dal bagno.
<<Peter aspetta!>>
Era troppo tardi, Peter era già uscito dalla porta dell'appartamento.
Rimase fermo qualche secondo e poi: <<EH NO! Non di nuovo! >>uscì dalla porta di corsa, sbattendola contro lo stipite. Scese le scale e andò sul marciapiede. Stava piovendo e c'era freddo, vide Peter camminare davanti a sé, che si stringeva le braccia.<<PETER!>> il ragazzo si voltò e lo guardò.<<Che cazzo vuoi!?>>
Si mise a correre per raggiungerlo. <<Peter, mi dispiace, ascoltami... >> si fermò davanti a lui.
<<Io non voglio più ascoltare un cazzo da te! vattene! Sparisci dalla mia vita, bastardo!>>preso dalla rabbia, tirò la catenina dentro la maglia e la staccò violentemente dal collo rompendola e buttandola per terra. Sam gli  prese le spalle.
<<Ti prego, lo so di essere uno stronzo...>>
<<Lasciami! >> La pioggia stava aumentando. Anche le lacrime di Peter stavano aumentando.

Quando il sole non c'è...

<<Sono stato molto confuso dal primo giorno in cuoi ti ho rivisto. Ho avuto un sacco di pensieri... Poi ho scoperto che sei gay... poi ho scoperto che sei innamorato di me! Io... ho avuto paura>>
Peter si calmò e cominciò a guardarlo, Sam allentò la presa sulle sue braccia.<<Io sono nel pieno dell'adolescenza... certo, anche tu, ma... non hai idea di quanto "corpo" e "mente" siano scollegati dentro di me... non hai idea del casino che c'è in me... e ora sei arrivato tu a fare ancora più casino, hai messo a  soqquadro tutto e io non capisco più niente. Ho cercato di convincermi di non essere gay perché la cosa mi spaventava- >>
<<Nessuno ti giudicherebbe>>disse Peter a bassa voce stringendo gli occhi.
<<Non è per quello, mi spaventava il fatto di scoprire di poter essere diverso... e soprattutto di essere innamorato di te, e mi spaventa ancora adesso>>sospirò. <<Non sai quanto è strano, dopo diciotto anni da etero, capire di essere gay. Non so nemmeno esattamente che significa. Voglio dire, non so se sia amore... ecco... tu-tu mi fai sentire bene...>>
Peter lo guardò.
<<È tutta colpa di una cosa....>>
<<Mia?>>
<<Dell'adolescenza... è tutta colpa sua, però il casino finale l'ho fatto io.>>
Si guardarono negli occhi.
<<Peter, lasciando da parte per un momento quella bastarda... io ora proverò a pensare razionalmente, cerca di comprendere quello che dirò, perché per me è abbastanza difficile>> Sam si guardò attorno e si morse una guancia. <<Ecco... ti voglio tutto il bene che vuoi tu a me.>>
Peter capì: non era pronto per dire "ti amo" o "mi piaci".
Gli scese qualche altra lacrima, involontariamente.
<<... Non dire mai più che sei tu quello sbagliato, sono io quello in conflitto con la vita e anche con me stesso... sono io quello sbagliato... quello incasinato. Non ho capito niente>> detto questo, Sam gli diede un bacio all'angolo della bocca e poi si spostò sulle labbra. Rimasero così sotto la pioggia, immobili. Nemmeno le labbra si muovevano, erano come due statue.
Ad un certo punto Sam si chinò e raccolse la catenina per terra. <<Quando piangi tu anche il cielo diventa triste...>>
<<Non ci ho nemmeno pensato, scusa, la farò aggiustare da qualcuno>>disse, la sua voce tremava.
Tirò su col naso e si mise la collana in tasca, poi poggiò le mani sul petto di Sam e ci sprofondò la faccia in mezzo, beandosi del calore del suo corpo e del battito del suo cuore. Il ragazzo lo strinse forte e gli diede un bacio fra i capelli.
Il rumore della pioggia, l'odore dell'asfalto bagnato, il rumore delle pozzanghere schiacciate dalle macchine non contavano nulla, in quel momento esistevano solo loro.

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