9. non l'hai ancora capito?!

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La stanza di Sam era ancora buia, neanche uno spiraglio di luce... o almeno per lui visto che era rannicchiato sotto le coperte e non avrebbe comunque visto niente.
Prima che suonasse, Sam prese il telefono e disattivò la sveglia, mise fuori la testa e il busto fuori dalle coperte e si mise a pancia in su chiudendo gli occhi. Non aveva mai voglia di andare a scuola, ma quella volta era diverso, se ci fosse andato avrebbe visto Peter e non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe successo. Poi però si decise. Non avrebbe potuto evitarlo per sempre. E poi c'era un pensiero che lo tormentava...

A scuola non incontrò nemmeno una volta Peter, pensò che lo stesse evitando ma poi si accorse che quella mattina lui non c'era. Lo aveva capito: come lui aveva pensato di non andarci, così aveva fatto Peter.

Sahara salì le scale e bussò alla porta della camera di Peter. <<Tesoro... tutto bene...?>>
<<Si, mamma>>disse con voce assonnata.
La donna aprì la porta e vide che Peter aveva le coperte tutte attorcigliate alle gambe che si fermavano alla vita e aveva la testa affondata in un cuscino che stava abbracciando. <<Sei sicuro?>> disse, sedendosi sul letto.
<<Tutto bene, sono solo stanco e... non mi va di andare a scuola, posso?>>
<<Certo, tesoro. Ieri sei tornato tardi, come mai?>> si mise ad accarezzargli i capelli.
<<Ho fatto un giro... >> ci fu qualche secondo di silenzio.
<<È successo qualcosa con Sam?>>.
Peter si mosse leggermente fra le coperte. <<Lo hai già capito?>>
<<Vuoi parlarne?>>
<<Io sono andato da lui... ma lui non mi vuole>>strinse di più il cuscino e ci nascose il viso dentro. Sahara gli scostò i capelli con delicatezza e gli baciò la fronte.<<Sistemerete tutto, vedrai. Lui ti vuole bene>>
<<Non voglio che mi voglia bene>> disse Peter.
<<... Io ora vado a lavoro... ci vediamo più tardi, amore, riposati>> si alzò dal letto provocando un cigolio e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Peter si girò e si mise a guardare il soffitto, poi il suo sguardo si posò sulla foto incorniciata sul comodino.
"Mi consideri ancora un fratello?"
Prese la foto e se la rigirò tra le mani, poi prese la collana che si era intrufolata della sua maglia e la guardò attentamente. Passò tutta la mattina steso sul letto a fissare il vuoto, a pensare, a cercare qualcuno che gli rispondesse, ma l'unica persona che poteva rispondergli non era lì con lui.

Ogni giorno, per cinque giorni, Sam passò davanti all'alula di Peter per vedere se fosse tornato. Molti si chiedevano, come lui, cosa gli fosse successo ma ognuno aveva una versione diversa. Così un giorno giorno decise di andare dal solito gruppetto di Peter per vedere se sapessero qualcosa. Li incontrò proprio davanti alla porta della classe. <<Hey tu, scusa... >>.
Un ragazzo magro con i capelli chiari si voltò e si avvicinò a Sam. <<Oh, tu sei l'amico di Peter! Mi dispiace ma oggi non è a scuola>>
<<Io infatti volevo chiederti se sai che fine ha fatto...>>
<<Ha detto di essere malato. Non ci credo molto visto che lui non si ammala mai, comunque stai tranquillo, è ha casa sua... dovresti andare da lui!>>
<<Ehm... no, comunque grazie>>si girò e se ne andò poi sentì il ragazzo in lontananza urlargli un "prego!", fece un cenno con la mano e proseguì per il corridoio.
Per i due giorni che seguirono Sam andò sempre da quel ragazzo amico di Peter per chiedergli se sapesse qualcosa... e per sua sfortuna disse che non lo aveva né visto né sentito.
Mentre se ne stava tornando verso la sua aula vide delle persone tutte riunite in una piccola folla in mezzo al corridoio, così decise di avvicinarsi. Quando si trovò in mezzo alle persone riuscì a sentire quelli al centro parlare. Si avvicinò di più e la riconobbe, la sua testa riccioluta era inconfondibile. Di fronte a Peter c'era un ragazzo un po' più robusto di lui. Era biondo, i capelli rasati sulla nuca e le punte che gli ricadevano sulle tempie erano nere.
<<Sei solo un finocchio di merda!>>
<<Senti, io non sono un finocchio, io sono gay... si dice così>>
Si alzarono diversi mormorii dalla piccola folla. Sam guardava la scena con le labbra schiuse muovendo gli occhi da Peter all'altro ragazzo.
<<Frocio, finocchio, succhia-cazzi... scegli quello che preferisci, non importa>>disse il ragazzo ghignando.
<< "Con un orientamento sessuale diverso dal tuo">>
Il ragazzo fece finta di non aver sentito.<< O preferisci il termine "puttana"?>>
Peter si buttò a dosso al ragazzo sferrandogli un pugno e colpendolo in pieno sul mento. Lo buttò per terra ed iniziò a colpirlo ripetutamente.
Sam voleva fermarlo ma sapeva che comunque Peter in un certo senso aveva ragione. Poi, però, il ragazzo si alzò di scatto tirando un pugno sul labbro di Peter, che si spaccò. Si portò una mano alla bocca e poggiò un gomito per terra ma gli arrivò un calcio dritto allo stomaco. Si piegò su se stesso gemendo di dolore e tenendosi lo stomaco. Sam a quel punto sentì la rabbia montargli nel petto e agì d'istinto, uscì dalla folla e senza troppi complimenti colpì il naso del ragazzo. Gli prese la testa, la sbatté sul suo ginocchio e lo butto per terra. <<Chiamalo finocchio o puttana un'altra volta e giuro che ti stacco il cazzo>> si girò verso Peter, che aveva gli occhi spalancati e la bocca socchiusa con il labbro inferiore ancora pulsante e sanguinante. Gli prese un polso e lo fece alzare, se ne andarono sotto gli occhi stupiti tutti.
Lo trascinò per i vari corridoi senza dire nulla e mantenendo lo sguardo basso. Poi, arrivati davanti al bagno, aprì la porta ed entrò velocemente portandosi dietro Peter, la chiuse e si diresse vicino ai lavandini. Peter appoggiò la schiena al muro e Sam prese dei fazzoletti, li bagnò e poi li portò sul labbro ferito dell'altro. iniziò a tamponarlo delicatamente mentre Peter cercava di trattenere i mugolii infastiditi.
<<Perché mi stai aiutando?>>disse ad un certo punto.
<<Logico: perché sei il mio migliore amico>>
<<Comunque anche tu mi hai chiamato "finocchio">>
<<Io ho detto "frocio">>
<<Ancora peggio>>
<<E poi non ho detto che tu lo sei... ho detto che io non lo sono>>
Peter aggrottò le sopracciglia ma non disse nulla. Poi un bruciore particolarmente forte lo fece gemere e muovere di scatto la testa indietro. Sentì qualcosa di fresco arrivargli nel punto dolorante e vide che Sam gli stava soffiando sul labbro. Le loro labbra erano vicinissime. Così, senza pensarci due volte, mise una mano dietro la nuca del più grande tirandolo qualche millimetro verso di se e le loro labbra si unirono. Sam sentì il sapore ferroso del sangue di Peter. Ricambiò immediatamente il bacio senza neanche accorgersene. Non durò molto. Si staccarono e si guardarono negli occhi, poi Sam si voltò, butto il fazzoletto che aveva in mano e si diresse verso la porta.
<<Non dici niente?>> chiese Peter staccandosi dal muro.
<<Non ho niente da dire>>mise la mano sulla maniglia della porta ma venne preso per le spalle e sbattuto contro al muro. <<Perché devi fare così, Peter?>>
<<E tu perché mi devi trattare in questo modo!? Perché mi tratti come se fossi il tuo fratellino o un amichetto da proteggere e salvare!? NON L'HAI ANCORA CAPITO CHE SONO INNAMORATO DI TE?>>
Stava piangendo.
Sam sgranò leggermente gli occhi: lo aveva capito? Non lo sapeva nemmeno lui. Peter sbatté la testa sul petto di Sam e strinse le mani sulle sue spalle. <<Perché sei così stupido? Come fai non capire! Come fai a non accorgerti di niente!?...>>i suoi singhiozzi stavano riempiendo il bagno. <<... Neanche quando eri piccolo te ne eri accorto... Allora potevo capire... ma... ora... >> Sam abbracciò Peter che, all'iniziò, si sorprese, poi si lasciò andare ad un pianto liberatorio e strinse forte le braccia intorno alla schiena di Sam che sospirò iniziando ad accarezzarlo.
<<Scusa, sono io lo stronzo, tranquillo... calmati, non piangere>>parlava a bassa voce.<<Hai ragione, dovevo accorgermene... anche solo quando mi hai detto di essere gay... Ma ero troppo preso dal fatto che tu fossi come un fratello per me, quindi il mio cervello ha deciso di non accettare ciò che era evidente>>
Peter affondò la faccia nell'incavo del collo di Sam, fece un sospirò tremante e la ritirò su. Il moro gli prese il viso fra le mani e gli asciugò le lacrime. Poi Peter lo baciò di nuovo e Sam ricambiò, senza pensare a nulla, lo fece e basta. <<Io ti amo>> sussurrò Peter fra un bacio e l' altro.
Non parlarono più di niente. Alla fine Sam, sotto richiesta di Peter, uscì dal bagno e lo lasciò da solo.
I giorni che seguirono furono un po' pieni di disagio e imbarazzo, ma alla fine Sam concedette a Peter il permesso di baciarlo qualche volta, ma solo quando erano soli. Agli occhi degli altri infatti non era cambiato niente ma, in realtà, fin dal primo momento in cui si erano incontrati tutto aveva iniziato a cambiare. Anche le cose banali.
Se prima era stato Sam a dover capire Peter ora doveva essere Peter a dover capire Sam.

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