capitolo 10.

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[Scusate se ieri non ho pubblicato, oggi cercherò di scrivere più di un capitolo. Ero impegnata, per questo recupererò. Buona lettura!]

Amanda.

«Gabriele é rimasto un po' male che tu ieri sera non ci sia stata.»

Mormorò Anna, voltai di scatto la testa verso di lei.

«Davvero?»

Riuscii a sussurrare, non avevo più la voce. La gola era secca, e avevo gli occhi stanchi. Anna, annuii, sorridendo comprensivamente.

«Sí, davvero. Cercava costantemente di scriverti, ma Sara non glielo permetteva spesso. Cioè, nel senso, era sempre attaccata a lui.»

Annuii, abbassando leggermente lo sguardo.

«Se può consolarti, Sara è davvero simpatica, dolce e premurosa.. Vuole davvero bene a Gabri! Tranquilla, Amy, troverai anche tu il ragazzo perfetto.»

Martina mi sorrise, ma Anna e le altre le rivolsero un'occhiataccia da farla alzare entrambe le sopracciglia.

«Che ho detto?»

Domandò, a disagio. Scossi la testa, e sospirai, camminando verso la mia classe.

«Oggi Sara e Gabriele verranno fuori scuola, non vedo l'ora.»

Sentii mormorare da Taylor non appena entrai in classe. Era seduta con la sua attuale ragazza, e chiacchieravano tranquillamente.

Maledii mentalmente me e la mia voglia di seguire la lezione di letteratura, mi scappò uno sbuffo, e Taylor alzò subito lo sguardo su di me, notandomi.

«Ehi!! Amanda, giusto?»

Annuii, sorridendo falsamente. Nelle ultime ore la mia voglia di socializzare era pari a zero, e sapere che c'erano ragazze (tra cui Martina) che fangirlavano su Gabriele e Sara non mi era molto d'aiuto.

«Sí, sono io.»

Riuscii a dire. La newyorkese mi sorrise, e mi abbracciò. Rimasi un po' impietrita davanti a quel gesto, totalmente improvviso.

So che Taylor aveva un bellissimo rapporto con Gabriele, Alfre e Matias, anzi, addirittura Taylor si frequentava con Alfre.

«Ti capisco, Amanda.»

Sussurrò, staccandosi da me. I suoi occhi grandi e azzurri erano lucidi, la guardai in modo confuso.

«Capi- cosa? Taylor?»

La ragazza di Taylor si alzò dalla sedia e mi sorrise dolcemente. Guardò Taylor e insieme alla sua ragazza uscii dalla classe, lasciandomi sola.

«Che cazzo sta succedendo..»

Mormorai, chiudendo gli occhi. Mi massaggiai le tempie, e sospirai frastornata.

«Ehi, Amanda!»

Aprii gli occhi, e lo sguardo di Luca incrociò subito il mio. Lo salutai con un cenno della mano, poi tornai a pensare a cosa si riferisse Taylor.

«Martina è andata a dire che sei cotta di Gabriele.»

Mormorò Luca d'un tratto. Sgranai gli occhi, e mi alzai subito dalla sedia.

«Cosa?!»

Riuscii ad urlare. Luca annuii, e mi guardò.

«Sono rimasto male anch'io, non me lo sarei mai aspettato. Forse da Naomi, sí, ma da Martina no..»

Sussurrò, con voce dura. Iniziai a collegare.

Taylor, l'abbraccio, il ti capisco.

«Lei dov'é?»

Chiesi, con un nodo alla gola.

«In classe, ha matematica.»

Annuii, ed uscii dall'aula, salutando Luca con un bacio sulla guancia.

Arrivata davanti alla classe di Martina, aprii senza neanche bussare.

«Signorina Amanda? Qualche problema?»

La professoressa di algebra e matematica mi sorrise falsamente, la guardai, poi camminai verso il banco di Martina, dov'era intenta a segnare gli appunti.

Afferrai il suo quaderno e glielo gettai per terra, la ragazza dai capelli fin sopra alle spalle alzò lo sguardo e mi guardò in modo cagnesco.

«Che ci fai qui?! Cosa vuoi?!»

Sbottò, rossa in viso. Morsi il labbro inferiore evitando di ammazzarla, oppure bestemmiare davanti a tutti, e cercai di parlare in modo calmo.

«Come hai potuto, Marti? Mi fidavo di te!»

Riuscii a mormorare. La ragazza rise, e si piegò, prendendo il suo quaderno dal pavimento.

«L'ho fatto per te, Amanda! Gabriele ha fans su fans, ha una ragazza.. E non poteva non sapere che la sua migliore amica era cotta di lui!»

Borbottò, a voce alta.

«Ma ti senti?! Sei ridicola, Martina! Non so come abbia fatto a fidarmi di te. Sei falsa, rimarrai sola!»

Urlai, lei sorrise e alzò le sopracciglia.

«Dovresti aver visto la reazione di Gabriele e di Sara.»

Mi sfidò, ed io la tirai per il colletto della sua maglia rosa.

«Smettila, Martina, ti conviene. Sai che se voglio divento un po' cattiva.»

Bisbigliai, facendole un'occhiolino.

«Amanda!!»

La professoressa, mi guardò allibita. Lasciai stare Martina, e voltai le spalle, andandomene dalla classe.

Camminai verso il bagno, e mi poggiai con la schiena contro la porta, ritrovandomi per terra.

Scoppiai a piangere, per la quinta o sesta volta nell'arco di ventiquattro ore.

Che schifo.

Uknow number [WATTYS2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora