La festa (parte 2)

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Steve's pov
Mi avvicino alla ringhiera, cercando di ignorare la donna che si trova già lì.
Mi appoggio con le braccia sopra il metallo freddo e respiro profondamente, mentre il vento mi scompiglia leggermente i capelli.
Provo a rilassare i muscoli e calmare la tensione, ma appena per errore lancio una rapida occhiata alla donna mi si forma un nodo alla gola, senza che riesca a capire il perché.

Mi blocco un attimo a guardarla, giusto per capire se per caso la conosco o se ho l'impressione di averla intravista da qualche parte. I capelli neri le ricadono dolcemente lungo la schiena e sulle spalle, mentre una piccola "coroncina" dorata risplende alla luce della luna. Indossa una specie di corpetto metallizzato e una minigonna blu decisamente troppo corta, ma i bracciali dorati e gli stivali rossi gli danno un'aria più da... Non saprei come definirla, ma "guerriera" penso sia l'aggettivo giusto. Infine il mio sguardo ricade sulla spada e sul lazzo che tiene ancorati alla cintura, ma neanche lo scudo appoggiato alla ringhiera affianco alle sue gambe mi sfugge, anzi...

Con un movimento forse un po' troppo lento tolgo il mio scudo dall' apposito supporto che ho sulla schiena e lo appoggio vicino all'altro, ma il rumore metallico che questo gesto provoca fa cedere la donna alla tentazione di voltarsi a guardarmi.

"Patriottico" dice, studiando il mio costume come io ho fatto con il suo precedentemente

"Sì... Non l'ho scelto io a dire il vero"

Rispondo, sorridendo con un angolo della bocca. Lei si gira con tutto il corpo, in modo da essere completamente difronte a me.

"Fammi indovinare... America... Capitan America?" tenta di indovinare mentre un lieve sorriso compare anche nel suo viso

"Esattamente. Lei invece...?"

"Wonder Woman"

"Già, avrei dovuto intuirlo. Comunque, per favore  chiamami Steve. Steve Rogers"

Quel piccolo sorriso scompare improvvisamente appena sente il mio nome, mentre i suoi occhi vengono coperti da un velo di tristezza, anche se lei cerca di nasconderlo.

"Steve...  Steve. Io sono Diana Prince, ma gli amici in genere mi chiamano Wondy... Anche se a me non piace più di tanto"

"Ah beh, non parlarmi di soprannomi! Io qui sono conosciuto come “Capitan Ghiacciolo”!"

Finalmente riesco a provarle una piccola risata, facendole dimenticare qualunque cosa stesse pensando e l'avesse rattristata

"Perché?"

"Beh... È una lunga storia. Lunga circa 70 anni"

Lei riporta lo sguardo sulla città, ma sinceramente noto che c'è qualcosa di diverso nel suo atteggiamento... Boh forse è solo la mia immaginazione.

Appoggio i gomiti sulla ringhiera e mi fermo anche io a contemplare il panorama

"Tra un po' è il momento dei balli" interviene lei, risvegliandomi dai miei pensieri "Non vai dentro?"

"Non... Non sono più il tipo da “balli”. Non più, almeno. E tu?"

"... Troppi ricordi"

"Non sai quanto ti capisco"

Ci voltiamo contemporaneamente a guardarci negli occhi, forse per comprendere quali segreti ci stiamo tenendo dentro ma in realtà vorremmo poter dire; quando un rumore improvviso vi fa sobbalzare e puntare la nostra attenzione verso la sala dove ci sono tutti

"È meglio che io vada... Ci si vede, capitan ghiacciolo"

"Sì sì, a dopo, wondy"

MONDI PARALLELI [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora