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Entrambi amavano l'arte, ma sicuramente per motivi diversi.
Jungkook era un ragazzo semplice, conduceva una vita senza troppe pretese, e il suo unico desiderio era aprire il suo studio da tatuatore; la sua mano sapeva dare vita a mondi conosciuti e non, attraverso tratti delicati e naturali.
I disegni di Taehyung - aspirante critico d'arte - avevano un'aria un po' più acerba, che dava ai suoi capolavori quella bellezza intrigante e stramba, che attraeva le persone dai gusti particolari.
Lui si era deciso solo due anni dopo il diploma a intraprendere la carriera universitaria, trovatosi - al tempo - insicuro circa i piani per il suo futuro. Per Taehyung c'era solo una regola fondamentale da seguire nella sua vita: amare ciò che è bello.
Ovunque posasse gli occhi, il ragazzo intravedeva il più puro e meraviglioso dei particolari, che si trattasse di un quadro dipinto con colori a olio, o una semplice foglia ricoperta da un leggero strato di brina, durante le mattine d'inverno.
Entrambi frequentavano l'Accademia di Belle Arti, ma corsi differenti.
Jungkook aveva appena finito le sue ore di lezione e, siccome alla prossima mancava ancora qualche ora, decise di andare in biblioteca a sistemare i suoi appunti; appena trovò un tavolo libero si fiondò su di esso, e si immerse nello studio.
Dopo qualche minuto, venne distratto da una figura che gli passò affianco, la quale camminava con passo frettoloso.
Vide svolazzare alcuni fogli - che caddero a terra -, e il proprietario tornare indietro per recuperarli, sempre con aria indaffarata.
Il ragazzo seduto al tavolo distolse l'attenzione dai propri appunti - mentre l'altro si alzava in piedi dopo aver preso il proprio materiale - e i loro sguardi si incrociarono; Taehyung lo distolse immediatamente, imbarazzato e affannato per la corsa, mentre Jungkook continuò a fissarlo con insistenza mentre usciva dalla sala, incuriosito da quello strano ragazzo che mai aveva visto, se non prima di quella mattina.
