05. Il primo segreto

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Quando bussarono alla porta della camera, Jungkook si alzò dal letto facendosi forza con le braccia e, con una camminata svelta, andò verso l’entrata, sicuro di chi avesse bussato

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Quando bussarono alla porta della camera, Jungkook si alzò dal letto facendosi forza con le braccia e, con una camminata svelta, andò verso l’entrata, sicuro di chi avesse bussato.

Infatti Taehyung se ne stava davanti alla sua stanza, con un piccolo sorriso a contornagli le labbra e una miriade di fogli tenuti stretti al petto.

Il minore, qualche giorno fa, comunicò al suo amico quanto fosse preoccupato per l’esame di storia dell’arte che avrebbe dovuto tenere la prossima settimana: era uno degli esami più difficili del semestre, aveva detto il professore.

Taehyung – amante dell’arte in tutte le sue forme e in tutti i suoi colori – si era offerto di aiutare Jungkook con il ripasso finale degli argomenti dell’esame, in modo d’arrivare preparato il giorno della prova.

Così si sedettero alla scrivania e recuperata la sedia del suo compagno di stanza – assente a causa delle circostanze – i due ragazzi si misero subito all’opera, data la mole di appunti che dovevano ripassare.

Storia dell’arte era sempre stata il tallone d’Achille di Jungkook, tanto da non riuscire nemmeno a far
entrare nella sua testa le nozioni principali di quella materia; al contrario, Taehyung sembrava ne sapesse una in più del libro, e molto spesso capitava che si perdesse nei suoi monologhi, dando anche un’opinione personale e minuziosa dell’argomento di cui parlava.

Il minore si ritrovò a pensare, per l’ennesima volta, a quanto fossero diversi loro due.

Eppure, non aveva mai trovato – Jimin escluso – una persona con cui andasse così d’accordo, capace di farlo parlare e fargli buttare fuori tutte le sue preoccupazioni solo con uno sguardo, che per alcuni poteva sembrare saccente e supponente, ma che per Jungkook significava solo sicurezza e fierezza.

S’incantava nell’osservare ogni movenza di Taehyung, che fosse la mano a raggiungere gli occhiali per sistemarli meglio, il naso che si arricciava per il fastidio dato il leggero raffreddore, o la lingua, con cui inumidiva le sue labbra dopo aver parlato ininterrottamente per ore e ore.

Possibile che trovasse un ragazzo così bello e affascinante?

Aveva perso il filo del discorso, distratto in continuazione dalla contemplazione che riservava al suo amico, tanto che il maggiore dovette chiamarlo più di una volta per chiedergli un fazzoletto, visto che lui li aveva dimenticati nella sua stanza.

Jungkook sbatté le palpebre per svegliarsi un po’ e, dopo l’ennesima richiesta del povero raffreddato, si alzò dalla sedia per prendere ciò che serviva al maggiore.

Taehyung cominciò a osservare Jungkook, come il minore aveva fatto poco prima con lui.

Era impossibile non accorgersi delle occhiate che gli riservava il moro, ma dallo sguardo vacuo e perso nel vuoto del ragazzo, molto probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto, pensò il maggiore.

Così anche lui – sperando senza essere notato – cominciò a posare i suoi occhi su ogni singola parte del corpo di Jungkook; doveva ammetterlo, il nero donava incredibilmente al ragazzo.

Il suo sguardo si posò sui capelli, che sembravano veramente morbidi; s’immaginò mentre li stringeva tra le sue dita, nello stesso istante in cui la mano di Jungkook si posò tra essi, per scompigliarli, pensando a dove avesse messo quei benedetti fazzoletti.

Poi dalle sue labbra uscì uno sbuffo e Taehyung pensò che fossero l’opera d’arte più bella che avesse mai visto, così rosse se messe a confronto con la sua pelle, resa ancora più pallida dall’outfit scuro che indossava; la sua mente continuò a vagare, pensando a quanto sarebbe stato più vivo il loro colore, se avesse avuto la possibilità di baciarle e morderle, fino a consumarle.

Negli occhi del minore si accese una strana luce e si precipitò dal lato opposto della camera e si piegò verso uno zainetto, sicuro di trovare finalmente ciò che cercava.

E come poteva Taehyung evitare di puntare il suo sguardo sul quel sedere, che veniva fasciato alla perfezione dai pantaloni stretti che Jungkook portava.

Si rese conto che tutto in Jungkook stuzzicava la sua più perversa immaginazione, ma non solo quella; per la prima volta, riuscì a scorgere nel ragazzo qualcosa di più speciale, che andava ben oltre l’effimera bellezza esteriore.

Nonostante le occhiate che si riservavano a vicenda - pensando di non essere visti dall’altro -, Taehyung di certo non poteva dare per scontato che Jungkook provasse il suo stesso interesse, che andava oltre alla semplice amicizia.

Quindi non gli rimaneva che starsene in silenzio, in attesa di segnali più evidenti da parte del minore; poteva sopportare di mantenere quel piccolo segreto, se in cambio riusciva a stare comunque con Jungkook.

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