08. Il primo appuntamento

1.7K 145 36
                                    

Taehyung aprì la porta della sua stanza con un broncio sul volto

Hoppla! Dieses Bild entspricht nicht unseren inhaltlichen Richtlinien. Um mit dem Veröffentlichen fortfahren zu können, entferne es bitte oder lade ein anderes Bild hoch.

Taehyung aprì la porta della sua stanza con un broncio sul volto. «Ti avevo detto di aspettarmi davanti all'entrata del dormitorio».

«Perché devo aspettarti al freddo quando posso stare qui? È la stessa cosa» fece spallucce Jungkook «mi fai entrare ora?» chiese al maggiore, avvicinandosi sempre di più, chiedendo tacitamente un bacio.

Taehyung - che alzò gli occhi al cielo - ritornò dentro la stanza, ignorando la richiesta del ragazzo. «Devo ancora finire di prepararmi, quindi stattene buono».

Jungkook lo seguì dentro la camera, e dentro ci trovò anche Namjoon, impegnato a sfogliare le pagine di un libro; lo salutò, e - senza disturbarlo - si diresse verso il letto del suo ragazzo, sdraiandocisi sopra.

Rimase per alcuni minuti con gli occhi chiusi, beandosi del brusìo che proveniva dalle cuffiette del compagno di stanza di Taehyung, la musica tenuta evidentemente troppo alta; come faceva a concentrarsi sulle parole che leggeva?

D'un tratto, Jungkook, sentì dei passi avvicinarsi al letto, e subito dopo qualcosa di estremamente morbido premere sulle sue labbra; riuscì a stento a trattenere un sorriso, quando il suo corpo venne pervaso interamente da brividi.

Sollevò le mani, che andarono a circondare il volto di Taehyung, e cominciò ad accarezzare le guance del ragazzo disteso sopra di lui, mentre rispondeva a quel dolce bacio.

Infine dovettero staccarsi, quando un cuscino arrivò esattamente sui loro volti: «sparite dalla mia visuale... ora, se volete uscire vivi da questa stanza».

Taehyung sbuffò e rilanciò il cuscino addosso a Namjoon, che non fece una piega; prese Jungkook per mano, intrecciando le loro dita, e - afferrata al volo la custodia con all'interno la macchina fotografica - si diresse velocemente verso l'uscita.

Appena Jungkook si chiuse la porta alle spalle, arrestò la corsa del maggiore, prendendolo per i fianchi e facendolo appoggiare delicatamente alla parete davanti la stanza; riprese a baciare il ragazzo, il quale portò le braccia a circondare il collo del minore, stringendolo di più contro di sé.

Jungkook si allontanò quel poco che bastava e chiese: «e se rimandassimo? Jin oggi pomeriggio non c'è».

«No Kookie... mi hai promesso un primo appuntamento... quindi adesso andremo» Taehyung lasciò un bacio a stampo sulla bocca di Jungkook e ricominciò a camminare lungo il corridoio; il moro non poté far altro che seguirlo.

«Allora dove mi porterai?» chiese il maggiore all'altro, quando venne raggiunto; si aggrappò al suo braccio e poggiò il mento sulla sua spalla, mentre guardava il volto sereno di Jungkook.

«È una sorpresa» gli rispose.

«Che sorpresa... quando riconoscerò la strada saprò dove mi starai portando... non ha molto senso» constatò Taehyung.

«E allora zitto e cammina» gli ordinò scherzosamente il minore; per rafforzare il concetto della frase, gli diede una pacca sul sedere, che fece ridere entrambi.

Jungkook si rese conto che più il tempo passava, più l'aria composta che caratterizzava Taehyung svaniva, quando erano insieme: il maggiore aveva sempre il sorriso sulle labbra, ed erano sempre più numerosi anche i momenti in cui scherzavano complici tra di loro; chiunque avrebbe potuto giurare che tra i due c'era quella intimità che di certo non c'era tra due semplici amici e conoscenti.

Guardando il volto spensierato del ragazzo accanto a lui, il minore sorrise nel rendersi conto che era proprio lui a scatenare nel maggiore quelle sensazioni; poi si chiese se anche lui avesse la stessa espressione felice stampata sul volto, identica a quella che aveva ora il suo piccolo Tae.

Ben presto si rese conto del sorriso che aveva sulle sue labbra, mentre osservava con occhi pieni di amore Taehyung, il quale continuava a supporre luoghi in cui si sarebbe potuto tenere il loro appuntamento.

Gli occhi del maggiore si illuminarono di una gioia immensa, quando intuì che Jungkook lo stesse portando al giardino botanico della città.

«Lo sapevo che non me ne sarei pentito se avessi portato la macchina fotografica. Adoro fotografare i fiori» disse Taehyung, mentre - mano nella mano - lui e Jungkook passavano accanto a un tripudio di colori, fiori e piante tutti diversi tra loro.

A Jungkook sembrava di stare in un'altra dimensione; fuori era inverno, ma lì - dentro quelle serre - era come se si fosse arrestato il tempo; come se i minuti non passassero inesorabilmente.

Il minore riuscì a godersi a pieno quel pomeriggio passato insieme a Taehyung: ogni scusa era buona per toccarsi e accarezzarsi, mentre con sguardi complici si osservavano l'un l'altro. Non mancavano nemmeno i baci e le parole sussurrate, che se dette con tono di voce più alto, avrebbero rovinato l'atmosfera surreale che aleggiava intorno a loro.

Il maggiore continuava a scattare foto e ogni tanto distoglieva il proprio sguardo dalla natura che lo circondava, mentre - qualche mentre più in là - Jungkook osservava indisturbato alcuni fiori; così era inevitabile che l'obiettivo venisse puntato verso il moro, che ignaro di tutto ciò, si faceva fare un servizio fotografico coi fiocchi.

Taehyung pensò quel momento fosse incredibilmente perfetto; forse anche troppo, perfino per i suoi standard.

il primo › taekookWo Geschichten leben. Entdecke jetzt