Capitolo 2

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Odio saltare scuola e di solito questo accade di rado.
Tuttavia oggi ho una buona ragione per farlo.
Questa mattina mia madre era uno straccio, ed ora io sono sempre più convinta della decisone presa.
Fisso l'indirizzo che mi ha scritto su di un foglio bianco.
Non sono mai stata in questa zona, e i due autobus che ho dovuto prendere per raggiungerla confermano quanto il mio mondo sia distante da questo sotto ogni punto di vista.
Cammino per un bel po' prima di raggiungere la mia meta, ed una volta giunta a destinazione vorrei urlare.
"Però", mi gratto la nuca. Nella mia testa non esistevano case così grandi, e ora capisco bene cosa intendesse mia madre quando ridava per il confronto con quella di Trevor.
Sapevo che i Prince fossero ricchi ma non immaginavo a questi livelli.
Prendo un lungo respiro prima di tirare fuori dalla mia borsa le chiavi di servizio.
Dovrebbe esserci un ingresso laterale per i dipendenti, ma ho paura di non trovarlo per quanto questo posto sia confusionario.
Non fraintendetemi, è bellissimo, ma troppo grande.
Dopo circa venti minuti riesco finalmente ad entrare, e mi meraviglio per aver ricordato codice e tasto da premere per non far suonare l'allarme.
"Wow", naso all'insù e occhi increduli.
Tutto quello che circonda questo posto è surreale.
Una distesa verde ed infinita mi accoglie, accompagnandomi pian piano verso una vetrata in legno che separa gli interni da tutto il resto.
Sono sbalordita, così presa a fissare quello che mi circonda da non rendermi conto di quello che sta per accadere a pochi passi da me.
Mi volto di scatto non appeno riesco a dare un volto a quello che ho sentito. Il cuore batte all'impazzata mentre io non so più muovermi, ne ragionare.
Due occhi neri continuano a fissarmi, l'espressione dura, la mascella pronta a scattare, ed io che rischio di farmela sotto dalla paura.
"Dark che stai facendo?". Vorrei tirare un sospiro di sollievo quando sento quella voce, tuttavia il respiro mi si spezza quando vedo per la prima volta a chi appartiene. "E tu chi sei?".
Stesso sguardo, quasi la stessa posa. E se fossi pazza, direi che quel cane e quel ragazzo sono sincronizzati.
Dark lo affianca prendendosi una carezza sulla testa, io invece non so ancora come si parla.
"Allora?". Incrocia le braccia al petto continuando a fissarmi. Siamo ancora troppo lontani per vederci per bene, ma sono sicura che il mio capello e la mia sciarpa nera che comprono quasi tutto il viso, lo abbiano messo in allerta.
"S-sono la figlia della signora Brenda".
Trovo quel coraggio che sembra essermi mancato all'improvviso. Avanzo di un passo ma quel ragazzo sembra ancora sulla difensiva. Sia chiaro, non credo abbia paura di me. "Sostituisco mia madre perché è malata", ora sono a pochi passi da lui e credo sia meglio fermarmi. Non ho mai visto degli occhi color ghiaccio come i suoi primi d'ora.
Sfilo il berretto di lana, e spero con tutta me stessa di non sembrare un pulcino bagnato.
Passo una mano fra i capelli prima di tornare a guardalo, e quando lo faccio arrossisco.
Ora mi fissa, curioso o forse altro. Non lascia trapelare nulla.
"Io...non volevo spaventarti", balbetto e me ne pento l'attimo dopo quando noto la sua espressione.
Forse lui dovrebbe scusarsi per aver quasi rischiato di essere azzannata dal suo cane, ma non credo lo farà. "Ok..io...entro". Mi volto con il viso in fiamme sperando di trovare subito la chiave giusta.
"È dall'altra parte". La sua voce mi colpisce alle spalle e, ovviamente, le chiavi toccano terra.
"Cosa?". Mi chino a raccoglierle pur di evitare qualsiasi contatto visivo.
"La porta di casa", poi accade, i suoi occhi sono imprescutibili, e se non fosse che mia madre mi ha insegnato a non giudicare una persona senza conoscerla, penserei che questo ragazzo sia antipatico, arrogante e spocchioso.
"Ok, grazie", sussurro in risposta prima di prendere la direzione giusta. Almeno spero.

"Oddio", chiudo la porta alle mie spalle con il cuore che mi batte ancora troppo forte. Sarà per il cane, per lo spavento. Poi alzo lo sguardo e mi rendo conto di quello che mi aspetta. "È uno scherzo", vorrei urlare ma ho un timbro di voce così basso che anche quando ci provo, non ci riesco.
È evidente che qualcuno qui ieri sera si sia divertito e anche parecchio. Il mio pensiero va subito a quel ragazzo che ho appena incontrato, e che, con ogni probabilità, è il figlio dei signori Prince.
So davvero poco su di loro, mia madre non ne parla mai, eppure sono convinta che non abbia un buon rapporto con loro. Spesso è nervosa quando torna da lavoro, infastidita da qualcosa che non mi ha mai spiegato, e so che non è molto felice di sapermi qui.
Mi prendo un momento cercando di ricordare le istruzioni di mia madre, poi intercetto la famosa porta verde di cui mi ha parlato.
Dentro c'è tutto e sorrido quando noto il disordine che ha lasciato.
"Posso farcela", m'incoraggio, poi inizio sul serio e una parte di me spera di non rivedere quel ragazzo ma non so il perché.
È da stupidi, non ha detto o fatto nulla di male.
Forse è solo stato leggermente maleducato a non presentarsi e a prendersi gioco di me quando ho detto determinate cose, forse sono solo io che non riesco e non riuscirò mai a capire gli altri. Forse ha ragione Trevor. Vivo in un mondo tutto mio, un mondo apparentemente semplice ma fin troppo complicato.

Angolo autrice.
Salve a tutte, come state?
Sono davvero felice di poter finalmente essere di nuovo qui per poter interagire con voi.
Siamo al secondo capitolo di questa storia e posso già dirvi che ne vedrete delle belle.
Ho già molto chiare nella mia mente tante cose che succederanno, e spero possano piacervi.
Sarà una storia molto lenta a differenza dell'ultima che ho scritto.
Lenta nel senso che le cose succederanno pian piano.
Una storia abbastanza lunga, insomma.
Lily ha appena raggiunto casa Prince.
Ma chi sarà questo misterioso ragazzo appena incontrato?
Commentate in tante.
Ps. Gli aggiornamenti ci saranno ogni 2/3 giorni.
Alla prossima XX.

Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora