Capitolo 72

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Lily's pov
La casa è vuota ed io sono contenta di questo, ma in compenso ho dovuto subirmi la lunga ramanzina di mia madre sulla mia piccola "fuga".
Non è facile vivere così, non lo è per me, per lei e nemmeno per Jordan.
Lo so, lo so bene ma stiamo davvero cercando di far filare le cose per il verso giusto.
Sono ancora arrabbiata con lui ma non come dovrei esserlo.
So che è pentito, so che non pensava le cose che ha detto e che ha fatto, ma questo è un argomento che dovremmo trattare il prima possibile.
Ci tengo troppo.
Chiude la porta di casa alle sue spalle.
"Mia madre è uscita con il suo fidanzato", gli dico quando noto che si guarda intorno per cercarla.
La sua premura verso mia madre mi scalda il cuore e mi dimostra ogni giorno quanto grande sia il suo amore per me.
"Lily", mi prende per mano conducendomi verso il divano.
Il suo sguardo è spaventato e questo preoccupa anche me.
"Sono qui, dimmi tutto", continua a stringere le mie mani ed io non ho nessuna intenzione di lasciare andare le sue.
"È...è una cosa orribile", prende un lungo respiro, "ma prima devo raccontarti un'altra cosa".

Jordan aveva ragione: è una cosa orribile.
Sono senza parole da oltre venti minuti e Jordan non ha fatto nulla per spronarmi a parlare.
La sua reazione è stata la stessa davanti alle parole di Sophia.
È assurdo, come si più desiderare la morte di in genitore?
"È completamente pazza", scuote il capo, "ma non immaginavo fino a questo punto".
"Neanch'io", sussurro appena passandomi le mani sul viso.
Sono esausta, ogni giorno qualcosa di nuovo e non bello colpisce la mia poca sanità mentale.
"Quindi, è innamorata di Miriam", provo a fare il punto della situazione.
"Esatto, ma lei non lo sa. I suoi sono usciti di testa quando hanno saputo che la loro figlia fosse lesbica. Questo significava il fallimento di tutti i progetti che avevano per lei".
"È come se fosse un affare, Sophia intendo e anche tu".
"Ad oggi posso dirti con certezza che è così, non ci considerano persone, ma soldi, solo ed esclusivamente soldi".
Non ho parole, o meglio cerco solo di ricordarmi che nonostante il suo disprezzo, è pur sempre della sua famiglia che stiamo parlando.
"Ovviamente le ho già detto che non farò una cosa del genere".
"Lo so amore, non l'ho pensato neanche per un secondo".
"Mi piace", sfiora le mie braccia prima di farmi sedere sulle sue gambe.
"Cosa?" In tutto questo caos riesco ad accennare un sorriso.
"Quando mi chiami in quel modo", sussurra sulle mie labbra.
"Amore? Piace molto anche a me", poggio la fronte contro la sua tempia.
"Lo so", sfiora i miei capelli. "Troverò un modo per liberarci di loro, te lo prometto".
"Vorrei solo che ci lasciassero vivere la nostra vita in pace, solo questo".
"Devono pagare per il male che ti hanno fatto, ma dovranno vedersela con la giustizia".
"Sai, non approvo le idee di Sophia ma capisco il suo dolore", ammetto. "La sua famiglia ha voluto che si allontanasse dalla persona che ama. È orribile", deglutisco.
"Già", mi stringe forte. "Ed è una sensazione che noi due non proveremo mai più".
"Lo spero", mi lascio sfuggire.
"Lo speri?" Mi guarda.
"Ho paura Jordan, non fraintendermi, mi fido di te ma di loro....Dio mio, penso che sarebbero capaci di qualunque cosa".
"Si, è così. Farebbero di tutto pur di portare avanti i loro affari del cazzo ma li fermeremo Lily. Non avranno più alcun potere su di noi".
"Mi piace", mi accoccolo contro il suo petto.
"Cosa?" Sorride.
"Quando parli al plurale", mi mordo le labbra.
"Mhhh, abituati", sfiora il mio viso.
"Lo sto già facendo", sussurro.
"Tua madre quando torna?"
"Tardi".
"Bene", ammicca. "Molto bene".

I giorni seguenti sono stati forse i più belli da quando ho conosciuto Jordan, anche se nel corso di questi quattro mesi di momenti belli ne abbiamo raccolti.
Ricordo ogni esperienza vissuta insieme, il nostro viaggio in autobus, la gita sulla neve e tante altre cose che mi strappano un sorriso mentre mi guardo allo specchio e mi preparo per il nostro appuntamento.
Già, l'ha definito così.
Abbiamo bisogno di cose normali, abbiamo bisogno di dimenticare per una sera la valanga di cose che abbiamo scoperto in questi giorni e che mi hanno letteralmente sconvolta.
Il lavoro di Jordan non si ferma mai ed io sono davvero felice del fatto che lui mi metta sempre al corrente di tutto.
Poso il mascara sul lavandino, non mi trucco mai ma per una sera voglio farlo.
Il vestito che ho scelto di indossare mi imbarazza, così come anche i tacchi che non mettevo da decisamente troppo tempo.
Prendo un lungo respiro prima di prendere un rossetto rosso e applicarlo sulle labbra.
Quando mi ha detto che mi avrebbe portata a cena fuori non ha specificato dove, spero di non aver esagerato troppo.
Ho l'ansia ma quell'ansia bella, quella che ti provoca le così dette farfalle nello stomaco.
"Ok, meglio non esagerare", borbotto rimettendo i pochi trucchi che ho nel beauty case.
Passo le mani fra i capelli, ho sempre la sensazione che qualcosa sia fuori posto ma devo smetterla.
Esco dal bagno sicura che Jordan sia ancora in camera a prepararsi ma non è così.
La nostra stanza è vuota e quando vado in cucina trovo mia madre ad aspettarmi.
"Mamma ma...."
"Amore, ma quanto sei bella", si avvicina stampandomi un bacio sulla guancia.
"Grazie", sorrido. "E i capelli? I capelli stanno bene?".
"Stanno benissimo, Jordan ti aspetta in auto".
"In auto?" Mi acciglio.
"Si", ridacchia. "Ha detto che così sarebbe stato l'appuntamento perfetto".
"Oddio, così mi agito ancora di più", inizio a sventolare le mani davanti al viso. "Mi sento una stupida".
"Sei perfetta e sono sicura che lo penserà anche Jordan non appena vedrà questo vestito".
"Lo spero", sospiro. "Ora vado".
"Fate i bravi".
"Mamma", urlo rossa in viso e lei ride.
Mi chiudo la porta alle spalle con le mani che mi tremano.
Devo darmi un contegno, sembro davvero una ragazzina alle prime armi, il che in parte è vero, ma è sempre meglio non darlo a vedere al ragazzo che ti piace e che, in questo caso, amo.
Entro in ascensore e mi impongo categoricamente di non guadarmi allo specchio. Troverei in me altri mille difetti e non voglio.
Quando finalmente raggiunto il piano terra e le porte si aprono, lo trovo poggiato alla sua auto con lo sguardo rivolto verso me.
Fuori piove e per la prima volta trovo il suo garage bello, quasi romantico.
"Ciao", gli sorrido.
"Ciao", si stacca dall'auto avanzando verso di me.
Vorrei dire qualcosa di intelligente, qualcosa che non mi faccia apparire come una stupida ma non ci riesco.
Tuttavia non serve. Sfiora le mie braccia prima di baciarmi facendomi dimenticare tutto il resto e le mie mille paranoie.
Mi aggrappo alle sue spalle inebriandomi del suo buon profumo.
Mi è sempre piaciuto, sempre.
"Sei bellissima", sospira mordendosi le labbra.
"Anche tu", mi poggio contro il suo petto. Lì è casa mia.
Passiamo il viaggio in auto a scambiarci sguardi di fuoco, non avevamo mai vissuto una serata così anche se spesso abbiamo cenato insieme, ma ora è diverso. Decisamente diverso.
Tutto molto più intenso e giusto.
"Dove andiamo?"
"Siamo quasi arrivati", alzo gli occhi al cielo e lui ride.
Alcune cose non cambieranno mai ma va bene così.

Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora