Capitolo 64

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Quando la vedo su quel lettino mi sento rinascere, ma pochi secondi dopo vorrei fare una strage.
Fissa il soffitto, ha lo sguardo perso nel vuoto ed io mi sento impotente, quasi colpevole.
"Lily", mi avvicino al suo letto, afferro la sua mano e torno a respirare solo quando me la stringe e mi guarda.
I suoi occhi sono pieni di lacrime, rossi e privi di quella luce che ho sempre amato.
"Jo", sussurra con un fil di voce.
"Come ti senti? Che..cosa diavolo è successo?" Un singhiozzo sfugge dalle sue labbra, sento quell'uomo avvicinarsi alle mie spalle e poggiare una sua mano su queste.
"Ho chiesto se volesse chiamare la polizia ma non ha voluto, si è appena svegliata e non me la sono sentita di insistere. Quando sarà pronta ci racconterà tutto". Dice.
Lily abbassa lo sguardo, le tremano le mani, e a me non serve molto per capire quello che è successo.
"È stata mia..."
"Shhh", stringe la mia mano, mi guarda disperata ma non sa quanto lo sia io in questo momento.
"Scusatemi", ancora lui. Pagherei oro per portarla via con me subito.
"Può dirmi come sta?" Alzo lo sguardo nella sua direzione senza mai staccare le nostre mani.
"Chiaramente è stata aggredita", sussulto. Lo avevo immaginato ma sentirlo dire è come una martellata in pieno viso. "Ha lesioni in varie parti del corpo, sulla schiena, sul volto e....e purtroppo è stata colpita ripetute volte anche sulla pancia", si schiarisce la voce. "Mi dispiace molto ma...ha...ha perso il suo bambino".
"C-cosa?" La sua voce rotta, il mio cuore che si ferma in gola.
"Aspetti, lei non sapeva di essere incinta?"
"Io...o mio Dio", scoppia a piangere. Io sono paralizzato, incapace di emettere un suono, ma quando la sua mano lascia la mia, qualcosa scatta in me.
"H-hey", afferro il suo viso. Sono confuso, ma so per certo di non riuscire a mollarla neppure per un secondo.
"Io...", continua a singhiozzare, "ho avuto dei problemi nei giorni scorsi", troppe lacrime calano sul suo viso. "Nausea e...giramenti di testa ma..."
"Lily", poggio la sua fronte contro la mia. "Guardami piccola".
"Jordan...Jordan..."
"Shhhh, sono qui".
"Mi dispiace, avrei dovuto dare più importanza a quei segnali".
"Non è colpa tua, non è colpa tua", la stringo contro il mio petto mentre continua a piangere, a tremare senza sosta.
Un figlio, aspettava un figlio.
Il mio.
"Era incinta di tre settimane". Ci guardiamo, ricordo bene quella notte, la nostra ultima notte nella nostra casa.
Lo ricordo perché da allora, da quando le ho scritto quella lettera ho contato i giorni, le ore e minuti che mi separavano da lei, e allora non resisto. Sento qualcosa di umido scivolare sul mio viso. Le sua labbra mi baciano proprio lì, sento che il mondo mi sta cadendo addosso e so di star trascinando giù con me la persona che amo di più al mondo.
"Vi lascio soli", sento dire ma non riesco a prestare attenzione a nulla, se non alla donna che sarebbe stata la madre di mio figlio.

La porta si chiude, i nostri respiri sono l'unico suono che riesco a sentire. Vorrei poter trovare le parole giuste, ma la verità è che sono distrutto.

"Io....io non lo sapevo, stavo male ma non avevo il coraggio di....forse se avessi..."

"Hey", tirò su col naso, mi sento debole, vulnerabile e per la prima volta non me ne vergogno. Con lei, solo con lei sono riuscito ad essere me stesso. "Non dire sciocchezze, tu..."

"Mi dispiace", un altro singhiozzo squarcia il suo corpo, "non sono stata in grado di difenderlo".

"No", in me monta la rabbia, "io non sono stato in grado di difendervi", mi asciugo il viso e mi sciolgo fra le sue mani quando mi aiuta a farlo. Dovrei essere io a consolarla, ma anch'io sento di aver perso qualcosa, che seppur non conoscevo, mi apparteneva.

Scuote il capo poggiando il viso sul mio petto, siamo così fragili ora ma ho bisogno di sapere la verità.

"Devi...devi dirmi cos'è successo?" La stringo a me e vorrei prendermi a pugni quando sussulta dal dolore.

"Jordan", abbassa il capo ma non ho alcuna intenzione di permetterle questo.

"No Lily, devi dirmelo", non voglio essere duro con lei, non ora ma non posso accettare quello che ci è appenna successo.

Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora