9. Bisessualità coatta

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La passeggiata con Wendy terminò sotto casa di Simone. Un giro lungo, circa venti minuti a piedi, quei piedi che avevano portato lì Claudio senza che quasi se ne rendesse conto.

Suonò alla porta, aprì la madre, perfettamente truccata e ingioiellata come suo solito. Lanciò un'occhiata quasi disgustata a Wendy, prima di dire, seccamente: «Vado a chiamartelo. Non entrare, ché il cane mi graffia il parquet.»

«Comandi, milady» sussurrò Claudio quando si fu allontanata.

«Ehi! Qual buon...» Simone si interruppe e fissò Claudio con aria preoccupata. «Che cazzo t'è successo? Pare che t'ha investito un treno!»

«Possiamo prendere la tua macchina? Me so' rotto le palle de camminà.»

Simone annuì senza dire nulla. Rientrò in casa, tornò dopo trenta secondi con un asciugamano per Wendy e le chiavi della sua Subaru Impreza. Claudio lo seguì in garage, fece salire Wendy sull'asciugamano, sui sedili dietro, e partirono.

«Dove andiamo?»

«'Ndo te pare.»

Fu solo dopo qualche minuto di viaggio senza meta che Claudio disse infine ciò che voleva dire. «Ho visto Tiziano.»

Simone inchiodò. La cintura di sicurezza segò a metà il petto di Claudio e si sentì il tonfo di Wendy che andava a sbattere contro uno degli schienali. «Ma che sei scemo?!» gridò Claudio.

«In carne e ossa? Di persona?»

«No, era un ologramma» rispose Claudio massaggiandosi il petto. Poi guardò alle sue spalle, per vedere come stava Wendy. Era già balzata di nuovo sul sedile e guardava Claudio scodinzolando, ritta sulle zampe, all'erta. «Seduta!» Wendy obbedì all'istante, Claudio la accarezzò. Dal lunotto, notò un'auto che si avvicinava. «Sta a arrivà 'na machina, nun poi stà fermo in mezzo alla strada.»

Simone ripartì. «Vuoi ampliare il discorso o mi lasci la suspense? Dove l'hai visto? Mi ha scritto un messaggio proprio oggi, sai?»

Claudio si stupì. «Tiziano? E che cazzo voleva?»

«Niente, solo darmi il suo nuovo numero, mi ha detto di cancellare il vecchio, che non lo usa più.»

La stessa cosa che aveva detto anche a Claudio.

«Comunque ero convinto che fosse ancora in vacanza... Ha postato una foto su Instagram ieri» proseguì Simone.

«Evidentemente è tornato. È venuto a casa mia.»

«A casa tua...» Simone fece un sospiro. «È ancora innamorato, vero?»

Esattamente il contrario...

«Lo sapevo...» proseguì Simone. «Anche nell'intervista, quando ha parlato di te...»

«Quale intervista?» chiese stancamente Claudio, senza volerlo davvero sapere.

«L'intervista che non hai mai voluto leggere, quella che è uscita un mesetto fa sulla Gazzetta... nella versione lunga, quella pubblicata sul cartaceo, a un certo punto ha detto una frase. Una cosa tipo: ci sono ricordi e persone che ti porti dentro per sempre... era ovvio che stava parlando di te.»

Per un attimo Claudio ebbe l'impressione che il cuore gli si rimpicciolisse nel petto. Per un attimo pensò a Tiziano come una persona diversa, come quello che era stato in passato. Per un attimo pensò a lui come se l'ultima ora non fosse esistita. 

Ma doveva rassegnarsi. L'ultima ora non era stata un sogno. 

Claudio non aveva letto quell'intervista e non sapeva dare un senso alla frase fuori contesto che gli aveva appena riferito Simone. Ma fu certo di una cosa: Simone l'aveva interpretata male. Tiziano stava certamente parlando d'altro. O forse era stato lo stesso giornalista della Gazzetta a riportarla male.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora