88. Bianco

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31 dicembre

Il suo sapore. La sua lingua. Le sue labbra morbide e carnose che si muovevano con dolcezza, e allo stesso tempo con passione.

Era così bello baciarlo di nuovo. E gli sembrava così familiare.

Marco si allontanò un attimo. «Oh, Simone...» disse con la voce più roca del solito. «Sai quante volte l'ho sognato questo momento?»

E senza lasciare il tempo a Simone di rispondere gli afferrò la nuca, lo tirò a sé, approfondì il bacio.

Simone avvertì una specie di scossa, un brivido che lo percorreva dalla testa ai piedi. Ma non veniva da lui, veniva da Marco.

Che infatti si staccò con un gesto brusco, quasi violento, emise un grido secco, portò le mani al petto, poi alla testa, cadde sulle ginocchia.

«Che cazzo succede?» Simone si chinò su di lui. «Marco! Marco, stai bene?!»

Marco si accasciò su un fianco, sembrava stesse avendo un mancamento.

«Marco!» Simone gli tenne la testa, per evitare che sbattesse a terra. Marco la voltò leggermente verso di lui, lo guardò. «Oh!» esclamò.

«Cosa succede?!»

Marco emise una risata. Debolissima. Poi un'espressione terrorizzata. «Mi sento male... oddio...» Il suo petto si abbassava e alzava rapidamente.

Simone ebbe un'improvvisa, terribile intuizione.

Sono stato io!
Gli ho fatto qualcosa coi miei poteri, senza volerlo!

«Marco! Dimmi che stai bene! Dimmi qualcosa! Che è successo?»

Marco si allontanò. «Io... mi ricordo! Mi ricordo tutto!»

«Eh? Ricordi tutto? Tutto cosa?»

«Il primo bacio! Il pompino! Tutto! Ricordo cosa è successo davvero, i ricordi mi sono arrivati in testa tipo cascata, all'improvviso! E ricordo anche che sei stato tu... cioè... l'illusionista... cazzo! Aveva il tuo aspetto, e mi ha cancellato i ricordi... me l'ha ordinato! Mi ha detto per filo e per segno cosa avrei dovuto ricordare e poi... il mio cervello l'ha ricordato!» Chiuse gli occhi, prese parecchi respiri. «Dio! È stranissimo! Adesso è come se avessi due ricordi in testa... due ricordi dello stesso giorno. Ma so qual è quello vero! Lo so!» Rise ancora.

Simone scosse la testa, sentendo un sollievo nel cuore, finalmente capendo, parzialmente, cosa stava dicendo Marco.

«Ma com'è possibile che adesso ricordo tutto di nuovo?» gli chiese Marco. «Sei stato tu? Mi hai fatto un incantesimo?»

«No. Cioè... non credo...»

Marco ansimava. «Dio, mi sento stremato!»

«Sai... è strano...» Simone notò che Marco stava cercando di mettersi seduto e l'aiutò. «Prima, poco fa, ho sentito una specie di energia, simile a quella che ho sentito quella volta che ho imparato il tedesco in due secondi. Però quella volta l'energia l'ho sentita sgorgare da dentro, tipo dal mio sterno, da qui» Simone si batté il petto. «Adesso, invece, mi sembrava che provenisse da te.»

Marco prese qualche respiro. «Sai... anch'io ho avuto l'impressione che venisse da me. È stato... uh... come posso descriverlo? Tipo un orgasmo, ma mille volte più forte e doloroso.»

Simone si sentiva confuso. «Sei un mago anche tu? Com'è possibile?»

«No che non lo sono! Mica li vedevo, i titoli dei libri...»

«Però adesso...» Simone non capiva cosa fosse successo. «Hai appena annullato gli effetti di un incantesimo. Sei stato tu! Non hai semplicemente ricordato. C'è stata magia. Il fatto stesso che ti senti stanco...»

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Onde histórias criam vida. Descubra agora