17. Un tipo romantico

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Non era la prima volta che Claudio faceva sesso con qualcuno dopo aver lasciato Tiziano. Aveva avuto qualche avventura, tramite Grindr. Nessuna storia che fosse proseguita dopo il secondo appuntamento. Nessun ragazzo fisso. Ma gli incontri occasionali non se li era fatti mancare.

Era però la prima volta che sentiva di aver fatto qualcosa di profondamente sbagliato.

Quel ragazzo non gli piaceva. Non lo attraeva. Aveva ceduto solo per frustrazione, perché gli era rimasta addosso l'eccitazione dell'approccio mancato con Fabrizio. Aveva letteralmente approfittato del primo culo di passaggio.

Marco si appoggiò al suo petto con aria sognante.

Effettivamente era almeno un mese che stavo a secco.
Forse dovrei riattivà Grindr e cercare qualcuno nell'area bolognese.

«È stato stupendo...»

«Ok» disse Claudio, alzandosi. Il suo sguardo cadde sul pavimento, sul preservativo usato che aveva indossato fino pochi minuti prima. Chiuse gli occhi e prese un respiro. «Mettiamo subito in chiaro una cosa: questa esperienza non si ripeterà. Mai più.»

«Mai dire mai...» sussurrò Marco alle sue spalle.

Claudio si voltò e lo guardò negli occhi. No, il suo sguardo cadde involontariamente in mezzo alle sue gambe. Era completamente nudo, steso sul letto sfatto in una posa ammiccante. Claudio fece un piccolo sforzo e alzò di nuovo lo sguardo agli occhi. «Sono serio. E voglio essere sincero: tu non mi piaci. Non sei il mio tipo. La cosa non si ripeterà. Capito?»

Marco sorrise. «Dieci minuti fa non mi pareva di non essere il tuo tipo...»

«Ero infoiato, ok? Ero infoiato per i cazzi miei. Se vuoi ti chiedo anche scusa: scusa. Non si ripeterà.»

Marco si fece improvvisamente serio, sembrò aver capito che Claudio non stava scherzando.

«E ti ricordo che fino a mezz'ora fa stavi a piagne pe' 'r tuo fidanzato cornificatore.»

Marco si mise a sedere sul letto, raccolse le gambe contro il petto, le cinse con le braccia. «Quello stronzo lo mollo. Mi ha tradito.»

«Bravo. Ma mollalo per te stesso e non per me. Capito? Perché con me non ci saranno replay.»

Marco annuì debolmente. «Come sei categorico...»

«Vado a lavarmi» disse Claudio infilandosi i pantaloni senza le mutande. Prese le cose per il bagno e uscì. Aveva il cellulare con sé, lesse i messaggi che erano arrivati durante quella mezz'ora di blackout.

Erano tutti di Fabrizio. Un paio di messaggi a cascata in cui gli chiedeva scusa di essersene andato di tutta fretta e gli proponeva un'uscita insieme, loro due da soli, dopo la cena sociale che si sarebbe tenuta il mercoledì successivo al secondo turno di Coppa Italia.

La partita era martedì, e sarebbe stata la loro prima trasferta, a Salerno. Sia sua madre che suo padre avevano promesso che sarebbero scesi da Roma,  per vederlo. Claudio non ne capiva il motivo: lui certamente non avrebbe giocato (Lajovic non l'aveva fatto entrare contro il Matelica, che era una squadra di D, mentre la Salernitana giocava in B) e il risultato sarebbe stato con ottima probabilità una sconfitta.

Claudio pensò alla cena, prima ancora che al possibile appuntamento successivo con Fabrizio: era un incontro dal carattere ufficiale, a cui avrebbe partecipato anche una fetta di dirigenza e a cui erano invitate mogli e fidanzate dei giocatori, quindi non un'occasione divertente.

Ho fatto coming out co' 'r parrucchiere tabagista. Potrei approfittà della cena per farlo anche co' tutti gli artri.
E chi se l'incula Lajovic e la sua omofobia.

L'ultimo evocatore - [Desiderio, volume 2]Where stories live. Discover now