Capitolo 37

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«Che fai?»-la voce tremante mi tradisce, mentre alzo la testa per guardarlo negli occhi.

Il suo braccio possente mi avvolge il collo, mentre cerco di trattenere il respiro per non inspirare la sua aria.

«Tua madre ci tiene sotto controllo.»-alza le spalle, ma non smette di sorridermi in faccia, il che mi fa capire che non lo fa solo per mia madre.

Nascondo i brividi e il disagio che mi causa la sua vicinanza, ma soprattutto la nostalgia che mi fa provare quel gesto inaspettato.

Non appena il suo profumo colpisce le mie narici mi allontano immediatamente dai suoi muscoli nascosti sotto la sua felpa sportiva.

«Non per questo mi devi stare attaccato.»-indurisco la mia espressione, facendogli ricordare che se ora gli sto più vicino di cinque metri è per non farmi scoprire da mia madre e Clelia.

Ma in quell'esatto momento la fortuna si mette dalla parte di Alex, poiché mia madre si gira con gli occhi socchiusi.

Senza pensarci due volte mi volto dalla parte del uomo al mio fianco e mi fiondo tra le sue braccia, affondando la testa all'altezza della parte bassa del suo petto largo, data la sua corporatura troppo alta.

Con la coda dell'occhio osservo mia madre assumere un'espressione serena, il che mi tranquillizza fino al momento in cui le dita di Alex si intrufolano tra i miei capelli.

Chiudo gli occhi per un millisecondo, beandomi di quel gesto famigliare, ma poi riapro gli occhi e alzo la testa, quindi lo riprendo con un tono arrabbiato:

«Togli le mani!»-lo minaccio, ma lui si limita ad aggrottare la fronte.

«Se non volessi?»-alza un sopracciglio, giocherellando con il mio mento, che tiene tra l'indice e il pollice.

«Non dirmi che hai cambiato idea nei miei confronti? Se Catherine...»-faccio per continuare con un sorriso ironico, mentre avanziamo verso il Dead R., seguendo Giulietta, ma mi interrompe, poggiando l'indice all'angolo della mia bocca.

«Non nominarla più.»-la sua sembra essere più una preghiera, piuttosto che un ordine, mentre traccia una linea immaginaria che va dalla mia bocca alla coda dell'occhio.

Aggrotto la fronte alle sue parole:

«Sarai il mio futuro marito! Sono curiosa di sapere come va la tua amicizia con quella donna anziana. Quella dal sedere appeso.»-uso le stesse parole con cui lui mi descriveva Catherine prima che la potessi conoscere.

«Zitta.»-fa in tempo a supplicare, continuando a guardarmi con un'intensità che mi fa venire la pelle d'oca, ma Clelia richiama la nostra attenzione, invitandoci a scegliere dal menù.

Ne approfitto per allontanarmi dal calore che mi trasmetteva il suo corpo, mentre lui rimane fermo al suo posto, fissandomi con lo stesso sguardo pietoso, quasi volendomi comunicare qualcosa che  gli fa assai male, ma che non può condividere con nessuno.

Faccio finta di nulla e prendo posto affianco a mia madre, ponendomi l'obiettivo di non ordinare l'intero ristorante, e faccio di tutto pur di evitare il suo sguardo penetrante.

«Abbiamo un'importante argomento da discutere, quindi andiamo dritti al punto.»- Clelia prende la parola e lancia un'occhiata veloce a mia madre che acconsente, quasi incoraggiandola a continuare.

Socchiudo gli occhi, leggermente preoccupata che si apra il discorso del matrimonio:

«Avete stabilito già la data?»-dice, quindi alzo gli occhi al cielo mentalmente, anche se mi aspettavo che si parlasse di ciò prima o poi.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora